La Voce dei Bancari anno LII – N.2/2000
CRONACHE SINDACALI
di SERGIO SPAGGIARI
ORROR O
SON DESTO ?
Chi nella propria vita no ha mai
pensato, ma proprio mai, di scrivere un libro?
Particolarmente da ragazzi le
fantasticherie giovanili portano a ritenere di essere in grado di scrivere un
racconto di fantascienza.
Gli incubi notturni caratteristici
dell’adolescenza, d’altro canto, stuzzicano anche da adulto la voglia di
impegnarsi nella stesura di qualche racconto dell’orrore.
Devo ammettere che anch’io, pur non avendo avuto particolari incubi, nemmeno da piccolo, ero stato tentato proprio di recente di scrivere un libro dell’orrore. Penso di essere stato condizionato in particolar modo dai programmi TV di prima serata e da certi politici nostrani.
Avevo già scritto un decina di pagine e vi devo confessare, senza falsa modestia, che il racconto filava via liscio liscio, "“noir noir"” senz'altro più nero dell'inchiostro della biro con la quale scrivevo che, fra l’altro, era blu.
Fino a ieri ero proprio soddisfatto. Pensavo al dipanarsi della trama e non avrei mai creduto che oggi un avvenimento del tutto casuale ed imprevisto avrebbe mandato in frantumi il mio sogno di diventare un affermato scrittore di romanzi orror.
Già! Proprio oggi. Quel disgraziato di….non fatemi dire il nome, mi appoggia una mano sulla spalla mentre con l’altra mi porge una pubblicazione del Credito Emiliano: il Banca Notizie nr.2.
“Leggi qua – mi dice – e poi dimmi cosa ne pensi.”
Il suo sorrisetto ironico non avrebbe dovuto sfuggirmi, ma io non ci ho fatto granché caso e così ho cominciato a leggere, con fare professionale, la pubblicazione che mi era stata appena porta al fine di dare, come richiesto, il mio giudizio su di essa.
L’articolo era di un certo Franco Bizzocchi, amministratore delegato del Credito Emiliano SpA.
Volete sapere come è andata? Ve lo dico subito. Oggi pomeriggio ho stracciato il mio racconto perché questo Franco Bizzocchi è uno che di “orror” se ne intende veramente, ragazzi!
Quando ho finito di leggere il suo articolo avevo la pelle d’oca e stavo tremando.
Nono riuscirei nemmeno a fare un sunto del suo racconto, ma, visto che esso è stato scritto su un notiziario pubblico, trascrivo solo qualche sua parte ed eventualmente, se ne sarò degno, la commenterò.
Scrive l’esimio autore:
“La presenza di adeguare risorse Credem (si
riferisce in particolar modo alle filiali delle banche acquistate nell’Italia
del Sud), assicura altresì l’impermeabilità alle pressioni locali di
qualsiasi natura, inizialmente soprattutto sindacale e talvolta politica, molto
raramente di malavita.”
FANTASTICO! Chi mai avrebbe potuto accostare il sindacato alla mafia? Ma pensate che grandiosa idea. Solo a questo scrittore è venuto in mente un parallelismo di questo tipo.
Non certo ai padri della Costituzione che hanno visto nel sindacato un pilastro della nostra democrazia mentre nella criminalità un pericolo da debellare con forza e determinazione.
Non ai giudici che tutelano spesso i lavoratori ed il sindacato dai soprusi di una classe padronale (coadiuvata da lacchè di alto rango) che ha sempre più in spregio le esigenze dell’uomo ed aumenta sempre in ingordigia nell’accumulare miliardi.
Non alla parte civile e democratica del Paese che paga col proprio quotidiano sudore e col proprio sangue i soprusi dei padroni e dei mafiosi.
Leggo più oltre un altro brano dell’esimio Franco
Bizzocchi:
“ 4) Azione organizzata per favorire il Good-Exit
del Personale Non Integrabile presente, talvolta in proporzioni cospicue. L’età
(per gli ostacoli che frappone nell’eliminare l’inevitabile gap culturale e
professionale) è la determinante principale delle difficoltà di integrazione.
5) Attento presidio, nel lungo periodo, del
Personale Fortemente Problematico che non è possibile far oggetto di good-exit.
Si tratta di risorse che sono il prodotto di reclutamenti non selettivi e non
professionali…….Questa frazione assume, nel lessico aziendale, la denominazione
di PdP….
I PdP sono classificati in 3 categorie in base
alla prestazione. R-zero (inutilizzo totale), R-25, R-50…..”
Mi sto chiedendo se quel povero disgraziato che il Credem ha licenziato perché doveva accudire un parente gravemente malato era considerato un PdP 25.
Alzo gli occhi dal foglio ed incrocio lo sguardo col mio amico innominato, sindacalista al Credem, che mi dice con un sorriso che solo chi si trova fuori dal Credem può fare: “Se ci sono dei poveri disgraziati che senza colpa vengono classificati PdP-zero io, che come sindacalista gli rompo anche le balle, come verrò classificato nelle loro stanze segrete, PdM (Pezzo di M..?)”
“PdS – gli rispondo – Penso di Sì!”