di Grazia Sanfilippo
FENOTIPO
E GENOTIPO DEL BANCARIO
Il
bancario. Chi è costui? Italo Svevo lo consegnò alla letteratura come Alfonso
Nitti, il sognatore timido e solitario di “Una vita”, l’eroe deluso, rassegnato
e inetto, vinto e incapace di vivere la realtà. O ancora, vide in esso, nella
“Coscienza di Zeno”, l’ipocondriaco per eccellenza, il malato psicosomatico,
Tullio, l’amico zoppo di Zeno, che curava i reumatismi con il limone: “Più che
la cura aveva avuto bisogno di un lungo permesso dalla banca per poter
approfondirsi in quello studio. (…) stava facendo una cura strana. Mangiava
ogni giorno una quantità enorme di limoni. Quel giorno ne aveva ingoiati una
trentina, ma sperava con l’esercizio di arrivare a sopportarne anche di più”.
Il pensiero di tanto acido ci fa rabbrividire - come rabbrividì Zeno, al quale l’amico consigliò tale
rimedio anche per il “fumare esagerato” -, ma ci fa venire in mente quei medici
ammiccanti che, alla domanda: “Che mestiere fa?” e una volta saputo che siamo
(ahinoi!) dei “bancari”, partoriscono l’illuminante: “Ahhh! Adesso è tutto chiaro”, lasciandoci col rovello irrisolto dei
nostri malanni, tutti indubitabilmente legati allo stress! A confortare l’idea
che il bancario sia un individuo geneticamente segnato, ci si mette adesso
anche la scienza. Venter e Collins (gli scienziati a capo della Celera e del
Consorzio HGP) il 12 febbraio, annunciando il completamento della mappa del
genoma umano, hanno inflitto, senza volerlo, un brutto colpo ai bancari. Con
l’accorciamento delle distanze fra l’uomo e il verme (circa 40.000 geni l’uno,
18.000 l’altro) - sebbene ai geni
dell’uomo resti il privilegio di produrre una quantità di proteine maggiore
rispetto agli organismi più semplici -, è crollato sia il concetto di razza che
il cosiddetto determinismo genetico. L’uomo non è il prodotto dei suoi geni. L’ambiente è ritenuto essenziale nel
determinare la diversità della specie umana e la differenza sta proprio nel
modo in cui i geni si regolano in risposta a stimoli ambientali. Se molte delle
patologie da cui l’uomo è affetto derivano, quindi, dalla interazione di geni e
ambiente, sarà stata forse l’influenza ambientale a marchiare così
inconfondibilmente il bancario? Per scoprirlo, proporremo ai nostri governanti
di destinare, nell’ambito delle somme finalmente stanziate per la ricerca
genetica, un capitolo per lo studio del genotipo del bancario, poiché il suo
fenotipo, cioè la sua fenomenologia, in letteratura e nella vita, sono fin
troppo noti.