La Voce dei Bancari  anno LIII – N.3/2001

SPAZIO APERTO

 

di Grazia Sanfilippo

  

FENOTIPO E GENOTIPO DEL BANCARIO

 

Il bancario. Chi è costui? Italo Svevo lo consegnò alla letteratura come Alfonso Nitti, il sognatore timido e solitario di “Una vita”, l’eroe deluso, rassegnato e inetto, vinto e incapace di vivere la realtà. O ancora, vide in esso, nella “Coscienza di Zeno”, l’ipocondriaco per eccellenza, il malato psicosomatico, Tullio, l’amico zoppo di Zeno, che curava i reumatismi con il limone: “Più che la cura aveva avuto bisogno di un lungo permesso dalla banca per poter approfondirsi in quello studio. (…) stava facendo una cura strana. Mangiava ogni giorno una quantità enorme di limoni. Quel giorno ne aveva ingoiati una trentina, ma sperava con l’esercizio di arrivare a sopportarne anche di più”. Il pensiero di tanto acido ci fa rabbrividire - come rabbrividì  Zeno, al quale l’amico consigliò tale rimedio anche per il “fumare esagerato” -, ma ci fa venire in mente quei medici ammiccanti che, alla domanda: “Che mestiere fa?” e una volta saputo che siamo (ahinoi!) dei “bancari”, partoriscono l’illuminante:  “Ahhh! Adesso è tutto chiaro”, lasciandoci col rovello irrisolto dei nostri malanni, tutti indubitabilmente legati allo stress! A confortare l’idea che il bancario sia un individuo geneticamente segnato, ci si mette adesso anche la scienza. Venter e Collins (gli scienziati a capo della Celera e del Consorzio HGP) il 12 febbraio, annunciando il completamento della mappa del genoma umano, hanno inflitto, senza volerlo, un brutto colpo ai bancari. Con l’accorciamento delle distanze fra l’uomo e il verme (circa 40.000 geni l’uno, 18.000 l’altro) -  sebbene ai geni dell’uomo resti il privilegio di produrre una quantità di proteine maggiore rispetto agli organismi più semplici -, è crollato sia il concetto di razza che il cosiddetto determinismo genetico. L’uomo non è  il prodotto dei suoi geni. L’ambiente è ritenuto essenziale nel determinare la diversità della specie umana e la differenza sta proprio nel modo in cui i geni si regolano in risposta a stimoli ambientali. Se molte delle patologie da cui l’uomo è affetto derivano, quindi, dalla interazione di geni e ambiente, sarà stata forse l’influenza ambientale a marchiare così inconfondibilmente il bancario? Per scoprirlo, proporremo ai nostri governanti di destinare, nell’ambito delle somme finalmente stanziate per la ricerca genetica, un capitolo per lo studio del genotipo del bancario, poiché il suo fenotipo, cioè la sua fenomenologia, in letteratura e nella vita, sono fin troppo noti.