La Voce dei Bancari  anno LIII – N.4/2001

ATTUALITA’

 

di SALVATORE LAURIA

 

  

VIVA VER- DI

 

A noi italiani la sigla del nuovo sindacato unitario tedesco suona particolarmente familiare.

Chi ricorda qualche capitolo della nostra storia sa che al grido di “Viva Verdi” i patrioti italiani del risorgimento hanno lottato per l’unificazione dell’Italia.

Allora il nome del nostro celeberrimo compositore voleva significare “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”.

La costituzione del più grande sindacato del mondo e l’unificazione di una nazione hanno ovviamente significati diversi. Tuttavia è curiosa la coincidenza per cui il nome e la musica di Giuseppe Verdi a tanta distanza di tempo si prestano a sostenere ed accompagnare sentimenti e avvenimenti di grande portata storica e culturale.

La marcia trionfale dell’Aida ha accompagnato non per caso questo storico avvenimento.

Il Congresso di fondazione del nuovo sindacato si è svolto a Berlino dal 17 al 21 Marzo.Nella Capitale si sono dati appuntamento i rappresentanti dei cinque sindacati fondatori, la DAG (Deutsche Angestelte Gewerkschaft ) in rappresentanza degli impiegati, la DPG(deutsche Post Gewerkschaft) in rappresentanza degli impiegati postali, la Hbv(Handels Bank und Versicherung) in rappresentanza di bancari e assicurativi, la IG MEDIEN in rappresentanza dei media, la Ötv (Öffentliche dienste Trasport und Verkehr) per i servizi pubblici e i trasporti.

Nei giorni 17 e 18 marzo si sono svolti i congressi di scioglimento dei sindacati fondatori e il 19 marzo si è compiuto il rito della grande unificazione.

Forse è un caso ma è il giorno in cui si festeggia San Giuseppe e non sarebbe strano se la coincidenza fosse voluta.

La Fabi ha partecipato all‘evento con il collega Werner Pedoth, membro del Dipartimento Internazionale.

Pedoth ha presenziato in rappresentanza della nostra Federazione allo scioglimento della DAG e successivamente alla riunione plenaria di fondazione di Ver-DI.

I sindacati fondatori di Ver-di portano ciascuno in dote un ragguardevole numero di iscritti:

 

Ötv                   1.480.000,

Dag                     450.006,

HBV                    440.638,

DPG                    445.968,

IG MEDIEN         175.044,

per un totale di 2.991.656.

 

Il nuovo nato parte quindi con un peso rappresentativo di eccezionale entità.

Oltre 1000 saranno le professioni tutelate e assistite.

Ver-DI affronterà questo impegno con 5100 dipendenti tra segretari e amministratori.

Le diverse componenti professionali saranno divise in 13 aree specifiche che avranno a disposizione ben 108 uffici territoriali per espletare le funzioni sindacali e di assistenza ai lavoratori.

Il patrimonio risultante dall’accorpamento risulta proporzionato ai numeri sin qui espressi. Al 1°gennaio 2001 il bilancio ammonta circa tre miliardi di marchi.

I bancari tedeschi saranno compresi nella prima area e complessivamente tra la Banca centrale,le banche ,le Casse di Risparmio, le assicurazioni e le banche di credito cooperativo esprimeranno un potenziale di 670.000 lavoratori.

Hinrich Feddersen, sociologo e pedagogo, per molti anni membro del direttivo del sindacato HBV , è stato nominato responsabile del settore dei servizi finanziari.

L’uomo del giorno artefice e promotore del grande avvenimento è Frank Bsirske.

Laureato in scienze politiche, presidente del sindacato dei pubblici servizi e dei trasporti, Bsirske viene ritratto dalla stampa tedesca come un autentico trionfatore.

Le ragioni per cantare vittoria le ha tutte. L’unificazione portata a compimento ha un valore che va oltre la somma delle singole unità messe insieme.

Il congresso ha espresso  parere favorevole con 87 per cento dei voti.

Indiscutibile con simili risultati sia il valore dell’idea sia il valore della persona.

Al termine del voto Bsirske ha commentato il successo sinteticamente: “molti non ci credevano ma noi glielo abbiamo dimostrato“.

Il peso anche politico del congresso è stato sottolineato dalla presenza del Presidente della Repubblica Federale Tedesca Johannes Rau.

Ai mille delegati presenti Rau ha sottolineato l’importanza politica e sociale dell’avvenimento e in particolare si è soffermato sulle caratteristiche partecipative del sindacato tedesco.

La partecipazione, ha detto Rau, ha dato alla Germania molti successi in campo sociale e viene invidiata dai paesi limitrofi.

Molti datori di lavoro dovrebbero mettere da parte il pregiudizio nei confronti del sindacato e approfittare delle opportunità che il sindacato partecipativo offre.

Non di rado, ha proseguito Rau, si ha notizia di aziende salvate dalla collaborazione tra datore di lavoro e sindacato.

La salute dell’azienda spesso interessa al sindacato tanto quanto ai suoi proprietari.

Le parole del Presidente hanno riscosso le simpatie dei delegati che hanno sottolineato con applausi la sua linea di politica sindacale.

I delegati hanno invece accolto a suon di fischi il Cancelliere Gerhard Schröder.

Schröder si è infatti presentato al congresso davanti a molti delegati del sindacato Ötv con i quali aveva lasciato un conto in sospeso riguardo alla riforma pensionistica.

Solo qualche mese fa il Cancelliere al congresso dell’Ötv aveva zittito gli oppositori della sua riforma con un perentorio e mediterraneo „BASTA“.

Riguardo alla politica dell’occupazione Schröder ha difeso l’operato del suo governo, sottolineando che pur non avendo raggiunto l’obiettivo prefissato ,ha comunque diminuito di un milione i disoccupati.

Il Cancelliere ha chiesto la collaborazione del sindacato e ha ripetuto il fatidico „Basta „ riferito a tutto quanto successo in passato, guadagnandosi qualche applauso.

La fondazione di Ver-DI suscita stupore e meraviglia.La grandezza di questo sindacato non è nei numeri che pur sono impressionanti.

La sua vera grandezza è costruita sulla capacità di tutti quei singoli individui e singoli sindacati che hanno saputo rinunciare a posizioni personali o di categoria perché convinti che il bene comune fosse superiore ai vantaggi particolaristici.

Un sindacato con una sola faccia è molto più attraente di una pluralitá di soggetti sindacali che accampano ciascuno il diritto di rappresentanza del lavoratore o il diritto di interazione con il mondo politico.

Il peso politico che spesso il sindacato cerca probabilmente non si raggiunge compiacendo il potere ma rafforzando la propria identità di rappresentanza dei lavoratori.

Agli italiani in genere non piace prendere lezioni da altri paesi.In questa circostanza però tutti i sindacalisti che hanno preso la scorciatoia per guadagnarsi poteri politici, dovrebbero pensare che forse quello scopo potrebbe essere raggiunto lavorando seriamente per l’unità sindacale.

La gioia dei tedeschi cui noi ci uniamo lascia una pesante responsabilità a chi si occupa di sindacato.

Loro sono stati capaci di tutto questo. E noi?

Continueremo a vedere sindacati e sindacalisti che cercano padrini politici ed economici o metteremo al primo posto l’interesse collettivo creando un sindacato capace di avere un posto d’onore nella politica del nostro paese?

Con tanta ammirazione per i tedeschi e un poco di speranza per noi.Viva Ver-di!

 

Viva Ver-di!

Italienern klingt der Name der neuen deutschen Ver.(einten) Di(enstleistungsgewerkschaft) besonders vertraut. Wer die italienische Geschichte kennt, weiß, daß die italienischen Freiheitskämpfer des Risorgimento mit dem Ruf "Viva Verdi" für die Einigung Italiens eintraten.

Damals stand der Name des berühmten Komponisten für "Viva Vittorio Emanuele Re d`Italia" (Es lebe Vittorio Emanuele König von Italien).

Der Gründung der weltweit größten Gewerkschaft und der Einigung einer Nation wird natürlich historisch gesehen eine unterschiedliche Bedeutung beigemessen. Aber ein kurioser Zufall will es, daß nach über hundert Jahren der Name und die Musik von Giuseppe Verdi wieder einmal ein Ereignis von großer historischer und kultureller Bedeutung begleiten. Denn der Triumphmarsch aus der Oper Aida wurde nicht von ungefähr als Begleitmusik für dieses historische Ereignis gewählt.

Der Gründungskongreß der neuen Gewerkschaft fand  vom 17. bis zum 21. März in Berlin statt. Die Vertreter der fünf Gründungsgewerkschaften - Deutsche Angestellten- Gewerkschaft (DAG), Deutsche Postgewerkschaft (DPG), Gewerkschaft Handel Banken und Versicherung (HBV), Industriegewerkschaft Medien (IG Medien) und Gewerkschaft Öffentliche Dienste, Transport und Verkehr (ÖTV) – waren in der deutschen Hauptstadt zur Geburtsstunde der größten Gewerkschaft der Welt zusammengekommen.

Am 17. und 18. März fanden die Kongresse zur Auflösung der Gründungsgewerkschaften statt; am 19. März wurde schließlich die Gründungsurkunde für die Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft ver.di  unterzeichnet.

Vielleicht war es ein (gewollter) Zufall, daß der Gründungstag auf den Josephitag, den Namenstag von Giuseppe Verdi,  fiel.

Für die FABI nahm Kollege Werner Pedoth, Mitglied des internationalen Ausschusses, an diesem denkwürdigen Ereignis teil.

Pedoth war als Vertreter unserer Gewerkschaft zunächst bei der Auflösung der DAG und anschließend bei der Plenarsitzung zur Gründung von ver.di dabei.

Die einzelnen Gründungsmitglieder von ver.di bringen eine beachtliche Anzahl von Mitgliedern in die neue Gewerkschaft ein.

 

ÖTV                   1.480.000,

DAG                     450.006,

HBV                    440.638,

DPG                    445.968,

IG MEDIEN         175.044,

Gesamtzahl der Mitglieder  2.991.656.

 

Die neue Gewerkschaft kann daher von allem Anfang an als höchst repräsentative Kraft auftreten und die Arbeitswelt mitgestalten; über 1000 Berufe werden in ihren Reihen vertreten und betreut.

Ver.di wird die neuen Aufgaben mit 5.100 Beschäftigten (Sekretäre und Verwaltungsmitarbeiter) bewältigen. Die verschiedenen Berufsgruppen werden auf 13 Fachbereiche verteilt, denen 108 Geschäftsstellen für die gewerkschaftliche Betreuung der Arbeitnehmer zur Verfügung stehen.

Ähnlich hoch wie die Mitgliederzahlen ist auch das Vermögen aus der Verschmelzung der Gründungsgewerkschaften. Zum 1. Jänner 2001 beträgt das Vermögen ca. 3 Milliarden Deutsche Mark.

Die deutschen Bankangestellten werden im ersten Fachbereich Finanzdienstleistungen zusammengeschlossen.  Mit den Mitarbeitern der Zentralbank, der Banken, der Sparkassen, Versicherungen und Raiffeisenbanken kommt dieser Fachbereich auf 670.000 Arbeitnehmer.

Hinrich Feddersen, Sozialpädagoge und jahrelang Vorstandsmitglied der Gewerkschaft Handel Banken Versicherungen, wurde zum Leiter des Fachbereichs Finanzdienstleistungen ernannt.

Der Mann, der dieses historische Ereignis möglich gemacht hat, heißt Frank Bsirske, promovierter Politikwissenschaftler und Präsident der Gewerkschaft Öffentliche Dienste, Transport und Verkehr. In der deutschen Presse wird Bsirskes Leistung als großer Erfolg gefeiert. Grund zum Jubeln hat er allemal. Denn der Wert des Zusammenschlusses geht über die Summe der fünf Einzelgewerkschaften hinaus.

Der Gründungskongreß sprach sich mit 87 Prozent der Stimmen für ver.di aus.

Angesichts dieses Ergebnisses kann es weder Zweifel an der Bedeutung des Vorhabens noch an der Überzeugungskraft von Bsirske geben.

Am Ende der Abstimmung faßte Bsirske den Erfolg mit den Worten zusammen: "Viele glaubten nicht daran, wir haben ihnen das Gegenteil bewiesen."

Die politische Bedeutung des Kongresses wurde durch die Präsenz des deutschen Staatspräsidenten Johannes Rau noch verstärkt .

Vor über 1000 Delegierten unterstrich Rau noch einmal die politische und soziale Bedeutung der Gründung von ver.di und wies auf die Rolle der deutschen Gewerkschaften in der Sozialpartnerschaft hin.

Die Sozialpartnerschaft, so Rau, habe Deutschland viele Erfolge im sozialen Bereich gebracht, Errungenschaften, um die Deutschland von seinen Nachbarländern beneidet werde.

Viele Arbeitnehmer sollten ihre Vorurteile gegenüber der Gewerkschaft überwinden und die Chancen nutzen, die eine am sozialen Dialog beteiligte Gewerkschaft bieten kann.

Nicht selten, fuhr Rau fort, wird über Betriebe berichtet, die nicht zuletzt dank der Zusammenarbeit von Arbeitgeber und Gewerkschaft gerettet werden können.

Die Gewerkschaft hat genauso großes Interesse am Wohlergehen des Betriebs wie der Unternehmer selbst

Die Worte des Präsidenten fanden großen Anklang bei den Delegierten, die mit einem langanhaltenden Applaus seine Haltung zur Gewerkschaftspolitik begrüßten.

Mit Pfiffen empfingen die Delegierten hingegen Bundeskanzler Gerhard Schröder.

Bei Schröders Auftritt vor dem Gründungskongreß saß nämlich eine Reihe von Delegierten der Gewerkschaft ÖTV im Parkett, mit denen er noch eine Rechnung in der Rentenreform offen hatte.

Denn vor wenigen Monaten hatte Kanzler Schröder die Gegner seiner Rentenreform mit einem knappen "es reicht" zum Schweigen gebracht.

In Sachen Beschäftigungspolitik verteidigte Schröder die Arbeit seiner Regierung, die - auch wenn das gesetzte Ziel nicht erreicht worden sei - die Zahl der Arbeitslosen immerhin um 1 Million gesenkt habe.

Der Kanzler bat die Gewerkschaft um ihre Mitarbeit; seine Aufforderung, einen Schlußstrich unter die Geschehnisse der Vergangenheit zu ziehen, wurde von den Delegierten mit einem schwachen Applaus begrüßt.

Die Gründung von ver.di erregt Aufsehen, aber nicht nur wegen der zahlenmäßigen Stärke der neuen Gewerkschaft.

Denn die echte Größe dieser Sammelgewerkschaft liegt in der Fähigkeit all jener Einzelpersonen und Einzelgewerkschaften, die auf ihren persönlichen Standpunkt oder auf den Standpunkt ihrer Berufsgruppe in der Überzeugung verzichtet haben, daß das gemeinsame Wohl über Einzelinteressen gestellt werden muß. 

Eine Gewerkschaft aus einem Guß mit einem einheitlichen Erscheinungsbild ist sicherlich viel attraktiver als eine Vielzahl von kleinen Organisationen, die jede für sich das Vertretungsrecht in Anspruch nimmt und als Akteurin auf politischer Ebene auftreten will.

Das politische Gewicht, das die Gewerkschaft anstrebt, erreicht man wahrscheinlich nicht durch eine entgegenkommende Haltung gegenüber den Machtinhabern, sondern dadurch, daß die Gewerkschaft ihre Identität als Arbeitnehmervertretung nach außen hin stärkt. Italiener lernen nicht gerne von anderen Ländern. In der jetzigen Situation sollten aber alle Gewerkschafter, die auf irgendwelchen Abkürzungen politische Machtpositionen erreicht haben, zur Einsicht gelangen, daß dieses Ziel durch die Bündelung der Gewerkschaftskräfte viel besser und wirkungsvoller erreicht werden kann.

Die Freude über die neue Einheitsgewerkschaft, die wir mit unseren deutschen Kollegen teilen, ist groß; dahinter steckt aber auch eine Herausforderung für all jene, die in Italien Gewerkschaftsarbeit leisten.

Die Deutschen haben es geschafft. Und wir?

Werden wir weiterhin Gewerkschaften und Gewerkschafter haben, die politische Protektion anstreben, oder werden sie endlich die Interessen der Gemeinschaft in den Vordergrund stellen und eine Gewerkschaft schaffen, der ein Ehrenplatz in der Politik unseres Landes gebührt?

Mit viel Bewunderung für unsere deutschen Kollegen und etwas Hoffnung für unser Land rufen auch wir: Viva Verdi!