La Voce dei Bancari  anno LIII – N.5/2001

SALUTE

 

LAVORO AL VIDEOTERMINALE
Patologie e prevenzione

 

Le principali patologie che affliggono i lavoratori al videoterminale e le principali misure di prevenzione

Patologie tipiche

Il lavoro al videoterminale può dar luogo ai seguenti disturbi organici:

q       disturbi astenopici, quali cefalea, cromatopsia complementare (visione del colore complementare a quello dello schermo);

q       sintomi di affaticamento specifico dell'apparato visivo come lacrimazione e visione sfuocata;

q       talune patologie derivanti dal sedentarismo (affezioni dell'apparato locomotore e della colonna vertebrale, lombalgia) e conseguenti disturbi muscolo-scheletrici ai danni di collo, schiena, spalle, braccia, mani;

q       riduzione delle difese immunitarie a causa della cattiva climatizzazione e dello stress;

q       disturbi psico-somatici quali sensazioni di caldo, agitazione, tremore alle mani, sudori freddi e aumento delle cardiopatie.

Queste patologie aumentano progressivamente dai non addetti, agli adibiti in modo saltuario, agli adibiti in modo esclusivo.

 

Misure di prevenzione dei fondamentali problemi visivi:

q       illuminare correttamente il posto di lavoro possibilmente con luce naturale mediante la regolazione di tende o veneziane ovvero con illuminazione artificiale: le condizioni di maggior comfort visivo sono raggiunte con illuminamenti non eccessivi e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo e che non si discostino per intensità in misura rilevante da quelle degli oggetti o superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti eccessivi;

q       orientare e inclinare lo schermo per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla sua superficie;

q       assumere la postura corretta di fronte al video in modo tale che la distanza occhi-schermo sia pari a 50-70 cm.;

q       disporre il portadocumenti, se presente, alla stessa altezza e distanza dagli occhi dallo schermo ricorrendo ai meccanismi di regolazione;

q       distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani al fine di ridurre l'affaticamento visivo;

q       durante le pause e i cambiamenti di attività previsti è opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un intenso impegno visivo (ad esempio correzione di un testo scritto)

q       curare la pulizia periodica di tastiera, mouse e schermo;

q       utilizzare gli eventuali mezzi di correzione della vista prescritti.

 

Disturbi muscolo-scheletrici:

q       assumere la postura corretta di fronte al video con i piedi ben poggiati al pavimento e schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando l'altezza della sedia e l'inclinazione dello schienale;

q       posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po' più in basso dell'orizzontale che passa per gli occhi dell'operatore e a una distanza dagli occhi pari a 50-70 cm.;

q       disporre la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria, e il mouse, o eventuali altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano della tastiera e in modo che siano facilmente raggiungibili;

q       eseguire la digitazione e utilizzare il mouse evitando irrigidimenti inutili delle dita e del polso, cercando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle;

q       evitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile ricordarsi di "sgranchirsi" spesso collo, schiena, arti superiori e inferiori.

 

Disturbi da affaticamento mentale:

q       seguire le indicazioni e la formazione ricevuti per l'uso dei programmi e delle procedure informatiche;

q       disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità;

q       rispettare la corretta distribuzione delle pause;

q       utilizzare software per il quale si è avuta l'informazione necessaria, ovvero che sia facile da usare in caso di anomalie del software e delle attrezzature è bene che l'operatore sappia di poter disporre di un referente per la soluzione del problema.

 

I RISCHI PRINCIPALI

 

Una sentenza importante, anche se non recente, individua i principali problemi derivanti dall'uso dei videoterminali

Una ampia ricognizione sui rischi professionali è contenuta in una interessantissima e pionieristica sentenza della Pretura di Torino, dalla quale estraiamo un’ampia citazione, che approfondisce gli aspetti generali della problematica in modo esemplare: «Sempre più vasta è la letteratura dedicata ai rischi professionali da videoterminali (Vdt). Ed è una letteratura che - pur con le inevitabili cautele imposte dalla novità della materia - già mette in luce problemi di prevenzione contro possibili disagi, quando non addirittura contro eventuali danni, a carico degli operatori addetti ai Vdt. Ne dà conferma un documento varato nel corso del 1990 dell'Organizzazione mondiale della sanità sotto il titolo Update on visual display terminals and workers'health. Paradigmatiche le conclusioni ivi formulate in rapporto a sei punti fondamentali: i sintomi di disagio visivo; i problemi muscolo-scheletrici; lo stress; i disturbi cutanei; in difetto dell'evidenza di un collegamento tra effetti negativi sulla gravidanza e uso del Vdt di per sè, l'ipotesi non ancora abbandonata di un effetto dovuto a determinare caratteristiche del lavoro (come il tipo di lavoro o lo stress lamentato), con la conseguente raccomandazione di misure atte a evitare un eccesso di disagio, fatica, stress e ansia, per le donne in gravidanza; la crescente preoccupazione scientifica circa la possibilità in generale di effetti sanitari negativi di low frequency, low magnitude electric and magnetic fields, a causa di alcune recenti indicazioni che ipotizzano un'associazione tra leucemia e certain measures of magnetic field exposures (ma in assenza di qualsiasi elemento per attribuire simili effetti all'esposizione di campi magnetici presenti attorno al Vdt). (Su questi temi si veda anche, in termini particolarmente approfonditi, gli atti del 53° Congresso nazionale della Sanità italiana di medicina del lavoro e igiene industriale del 10-13 ottobre 1990. vol. 1. La salute nel lavoro d'ufficio)(...)» (Pretura di Torino - est. Guariniello - 15 dicembre 1990, imp. SAI, in Dir. prat. lav. 1991, 580) Il lavoro al videoterminale, dal punto di vista fisiopatologico, comporta essenzialmente rischi per l’apparato visivo e per l’apparato muscolo scheletrico. I rischi visivi «sono prevalentemente connessi all’intensità dell’impegno visivo, che è a sua volta principalmente correlata alla distanza media di osservazione (da cui dipendono i “carichi” per l’accomodazione e per la convergenza fusionale) ed al tempo di adibizione all’unità video.

Tali rischi possono tuttavia anche essere associati, divenendo quindi più marcati e frequenti, con:

a) alterazioni individuali a carico della refrazione (ametropie non adeguatamente corrette) e della motilità oculare (eteroforie);

b) condizioni illuminotecniche irrazionali (elevati rapporti di luminanza nel campo visivo professionale, flicker, ecc.);

c) presenza di agenti chimici aerodispersi nell’ambiente di lavoro, con azione irritativa sulla superficie oculare (formaldeide, VOCs, ETYS, Nox, ecc);

d) immagini-video con insufficiente contrasto, scarsa nitidezza, instabili (Jitter) ecc.;

e) condizioni microclimatiche inadeguate (bassa umidità relativa, elevata velocità dell’aria)» (Linee guida per l’applicazione del D. Lgs. n. 626/94 - Titolo VI - Uso di attrezzature munite di VDT, paragrafo sui Criteri per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria, punto 2.0, Canciani, Cantoni, Grieco, Occhipinti, Piccoli, 1995)

I rischi per l’apparato muscolo-scheletrico «sono essenzialmente legati alla postura assisa protratta che può contribuire alla comparsa di disturbi e di alterazioni morfo-funzionali a carico del rachide ed all’uso intensivo e protratto della tastiera e del mouse che può essere causa di disturbi e patologie a carico delle articolazioni e delle componenti miotendinee e nervose degli arti superiori» (op. cit.) Viene anche rilevato che «anche se non molto frequenti, possono essere presenti ulteriori disturbi quali il senso di affaticamento o di malessere (cefalea o emicrania, difficoltà alla concentrazione, senso di nausea, senso di spossatezza, dolori muscolari e/o articolari, ecc.). Tale sintomatologia (...) è (...) verosimilmente imputabile, oltre che a situazioni ove per intensità del lavoro e/o per fattori ambientali si verifichino elevati sovraccarichi ai due citati apparati, anche a sindromi psicosomatiche circa le quali non sono però previsti dal legislatore interventi di sorveglianza sanitaria» (op. cit.).

Un’indagine svolta su incarico della Pretura di Torino dall’USL 1-23, Servizio di Igiene e Sicurezza del Lavoro sugli addetti ai videoterminali di 12 banche del capoluogo piemontese ha accertato i seguenti disturbi organici:

a) disturbi astenopici, quali cefalea, cromatopsia complementare (visione del colore complementare a quello dello schermo);

b) sintomi di affaticamento specifico dell’apparato visivo come lacrimazione e visione sfuocata;

c) talune patologie derivanti dal sedentarismo (affezioni dell’apparato locomotore e della colonna vertebrale, lombalgia)

d) cattiva climatizzazione e stress (che riduce tra l’altro anche le difese immunitarie);

e) disturbi psico-somatici quali sensazioni di caldo, agitazione, tremore alle mani, sudori freddi e aumento delle cardiopatie.

Queste patologie aumentano progressivamente dai non addetti, agli adibiti in modo saltuario, agli adibiti in modo esclusivo» (citata in M. Pastrengo, Lavoro informatizzato e ambiente di lavoro, in Ambiente Risorse Salute, marzo 1992, p. 33).