La Voce dei Bancari  anno LIII – N.6/2001

RECENSIONI

 

A cura di LUCA RICIPUTI

 

Piero Sandulli       Angelo Matteo Socci

 

IL PROCESSO DEL LAVORO

 

Giuffré Editore Milano 2000, pag.407, lire 58.000 ( Euro 29,95)

 

Opera di un giudice del lavoro con pluriennale esperienza ( il Dott. Socci ) e di un noto docente ( il Prof. Sandulli ), questo testo offre una completa ed aggiornata rilettura di tutti gli istituti del diritto processuale del lavoro, alla luce delle innovazioni e della mutata filosofia di fondo conseguente all’introduzione della legge n.353 del 1990, alla c.d. “privatizzazione del pubblico impiego” ed all’avvento del giudice unico nel processo civile ( D.Lg.. n.51 del 15 febbraio 1997 ) .

Se è vero che “ il livello di una scienza si misura dall’ampiezza con cui essa è capace di ospitare la crisi dei suoi concetti fondamentali “ ( M.Heidegger, Essere e Tempo, 69, pag.25 ) allora dobbiamo complimentarci con gli Autori, la cui analisi non si limita tuttavia alla considerazione del dato nazionale, emerge infatti dal testo la esigenza  di metter mano alla costruzione d’una civiltà giuridica media su di base comunitaria, in sostanza l’esigenza di un “due and fair process of law” e di certezza delle regole, che vada di pari passo alla creazione di una area comune di lavoro comunitario ed alla mobilità sempre più accentuata di lavoratori fra gli Stati partners.

L’Italia al riguardo ha senz’altro di che sentirsi in colpa e non solo sotto l’esclusivo versante della giustizia del lavoro; l’art.6 paragrafo 1° della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo del 1950 sancisce “.……il diritto di ogni persona ad un equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti ad un tribunale indipendente ed imparziale costituito per legge al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta”.

Detti concetti, che rispecchiano evidenti criteri di civiltà giuridica tanto di civil che di common law ( n.b. in Inghilterra i giudici sono pari ad 1/5 di quelli Italiani e la giustizia non sembra risentirne più di tanto! vedi prefazione al libro pag. X ) vanno letti in simbiosi con l’art.111 Costituzione, nel quale si precisa – tra l’altro – che  “la legge  assicura la ragionevole durata del processo in condizioni di parità tra le parti e di imparzialità e terzietà del giudice.

Tali principi – sui quali sarebbe opportuna la silenziosa riflessione di tutti gli attori del processo, e di tutte le categorie professionali interessate, possibilmente “sine ira et studio” in una ottica “post partisan” – vengono innegabilmente pregiudicate da una prassi processuale e da un “sistema” di giustizia  eccessivamente tardo, dilatorio e strumentale alla vuota formalità; non a caso la giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha precisato come la realizzazione dell’equo processo sia semplicemente doverosa e si configuri alla stregua di un vero e proprio obbligo di risultato da parte del singolo stato membro della CE.

Da qui tutta una serie di sentenze di condanna dell’Italia, con relativo “smacco” morale per la “Culla del Diritto” e conseguenti onerosissime sanzioni pecuniarie ( v.al riguardo la Circolare del C.S.M. del 06.07.2000 ).

Lasciando impregiudicate tali gravi problematiche che riducono, talora il giudizio ad una scommessa permeata da  sotterranee variabili di valore metagiuridico ( vedi sempre la coraggiosa prefazione degli Autori al libro in esame ), così come astenendosi da ogni valutazione circa crisi della giustizia e perdita di fiducia nel sistema da parte del quivis e populo ( con il fiorire della riflessione sull’implosione del modello social-tipico di giustizia e l’emergere di meccanismi alternativi, spesso teoretici ), il testo è da apprezzare sia per il rigoroso impianto scientifico che per il tentativo di esemplificare i profili di operatività della “machine of law” di casa nostra (…invero………. ben poco gioiosa macchina da guerra!!) alla stregua della riforma del processo civile  e della privatizzazione del P.I.( cui sono dedicati specifici e corposi approfondimenti).

Questa in sintesi la struttura del volume suddiviso in tre macro aree ( osservazioni introduttive, controversie individuali di lavoro, il processo del pubblico impiego) origini ed attualità del processo del lavoro, soggetti del processo del lavoro, giurisdizioni competenza e rito, introduzione del giudizio di primo grado, giudizio di primo grado, decisione in primo grado, l’appello, cassazione opposizione di terzo e revocatoria, pubblico impiego.

Completezza, precisione, aggiornamento fanno del testo un essenziale strumento operativo.