La Voce dei Bancari anno LIV – N.7/2002
LA
ZANZARA
di CASSIUS
I SOLITI
NOTI
Narra la leggenda che, tanto tempo fa, i banchieri decisero di affidare ad un investigatore privato un’indagine su tutti i sindacalisti dipendenti delle loro banche, al fine di poterli ricattare.
L’investigatore, esperite le opportune indagini, si presentò al cospetto dei presidenti di tutti gli Istituti di Credito riuniti in seduta plenaria nella sede dei Servizi Segreti dell’Abi.
Dopo aver salutato ossequiosamente i presenti, cominciò a sfogliare gli appunti: “Signori, ho intitolato questo dossier ‘Once Were Workers’ parafrasando il titolo di quel vecchio film. Sì, perché i soggetti esaminati ‘Una volta Erano Lavoratori’, ma ora sono sindacalisti che, pur percependo lo stipendio dalla banca, non vanno mai a lavorare.”
“Manigoldi!” Urlò il Presidente dei Presidenti, al colmo dell’ira.
“Come voi ben sapete –continuò l’investigatore- i sindacalisti si dividono in due categorie: la grande maggioranza è costituita da quelli che usufruiscono delle agibilità loro accordate per adempiere al mandato sindacale, vi è poi un’esigua minoranza che abusa dei permessi sindacali per svolgere altre attività, generalmente volte all’arricchimento personale. Per questo motivo ho predisposto due elenchi, uno per ogni categoria.”
L’affermazione fu accolta da un brusio di approvazione.
“Dando per scontato che gli appartenenti alla prima categoria, anche se fastidiosi ed inopportuni, agiscono nella piena legalità ed in sintonia con la normativa vigente, ho concentrato la mia azione investigativa sugli appartenenti alla seconda categoria. E’ su questi individui, infatti, che dovreste agire al fine di reprimere le loro attività illegali.”
L’affermazione fu accolta da un brusio di disapprovazione. Il Presidente dei Presidenti cercò di interrompere quel fiume di parole: “Ma, noi, veramente…”
L’investigatore fece, imperiosamente, cenno di tacere e continuò: “Ho scelto alcuni casi emblematici da sottoporre alla vostra attenzione.”
Consultando gli appunti cominciò con voce ferma: “C’è un tale, appartenente ad un sindacato confederale, soprannominato ‘Cinque per Cento’, che si è arricchito grazie alle trattative per la trasformazione dei fondi pensione delle Casse di Risparmio. Il suo compito era quello di convincere i lavoratori ad accettare un patrimonio inferiore a quello reale, adducendo motivazioni fiscali ed apocalittiche sul futuro della previdenza, tali da influenzare la capacità di giudizio degli interessati. Sulla differenza tra la consistenza reale del patrimonio ed il valore di quanto trasformato nel fondo pensione, veniva calcolato il cinque per cento, che il nostro sindacalista intascava con imperturbabile serenità Grazie a questa attività è riuscito ad entrare nella società che curava gli aspetti tecnici delle trasformazioni e tuttora vi lavora, in qualità di consulente, utilizzando i permessi sindacali.
I banchieri si guardarono tra loro perplessi.
“Poi ne ho trovato un altro, sempre di un sindacato confederale, che usa i permessi sindacali per lavorare nel retrobottega di una pizzeria intestata alla moglie...”
Qualcuno tra i presenti cominciò ad innervosirsi: “Bazzecole. Non era quello che volevamo!”
L’investigatore continuò, imperterrito, consultando gli appunti: “Ecco! Questo, poi, è il massimo! E’ un tale che ha utilizzato i soldi dell’associazione sindacale, provenienti dalle trattenute nella busta paga dei lavoratori, per finanziare una società di servizi. Naturalmente questa società, della quale si è fatto nominare amministratore unico, è collegata con lo studio di un suo parente commercialista, verso il quale vengono dirottati i numerosi lavoratori che chiedono l’assistenza fiscale, affinché ne diventino clienti. Praticamente i costi di gestione li sostiene il sindacato ed i guadagni, invece, se li dividono lui ed il parente commercialista. Un’impresa molto redditizia, se si pensa a quanto costano segretarie, computers, bollette telefoniche e tutta l’attrezzatura d’ufficio. Non solo, ma per seguire l’attività di questa società utilizza i permessi sindacali. E’ uno originario di Campobasso che lavora…, cioè prende lo stipendio dalla Banca dell’Urbe. Ma in banca non ci va da anni. Lo chiamano ‘Mano di Pece’ perché tutto quello che tocca, gli rimane appiccicato addosso. Soprattutto i soldi del sindacato.”
I banchieri, perplessi, si scambiarono sguardi di incredulità.
“C’è un altro che…”
Il Presidente dei Presidenti, alzandosi lentamente dal trono d’oro ed avorio, si diresse verso l’investigatore per interromperlo: “Forse lei non ha capito bene. Le avevamo dato mandato di investigare sui sindacalisti dannosi per le banche.”
“Appunto, quelli che usano i permessi per fare ben altro!”
Una risata di scherno accolse l’affermazione.
“No, non ci siamo capiti. I sindacalisti scomodi sono quelli che fanno bene il loro mestiere. Gli altri, invece, ci sono molto utili. Ma non ci interessano, di loro sappiamo già tutto, e li tolleriamo ben volentieri. Lei ha investigato sulle persone sbagliate!”
“Ma come? Non capisco!”
“Prenda, ad esempio, ‘Cinque per Cento’. Lei sa quanti soldi ci ha fatto risparmiare? Miliardi e miliardi di vecchie lire!”
“Capisco. Ma gente come ‘Mano di Pece’ a cosa vi serve?”
“Sapesse quanto ci fa comodo!”
“In che senso?”
“Per esempio, quando c’è da sottoscrivere un accordo peggiorativo per il personale della sua banca, che tra l’altro naviga in cattive acque, ‘Mano di Pece’ è sempre pronto a venirci incontro.”
“Perché?”
“Perché sa benissimo che, se volessimo, potremmo distruggerlo in qualsiasi momento, se non altro appigliandoci a tutte le sue attività extra lavorative. Allora lui sta zitto e buono, e firma quello che vogliamo. E’ un tacito accordo, un do ut des!”
“Ma allora il mio lavoro è stato completamente inutile?”
“Tutt’altro –esclamò il Presidente dei Presidenti con ghigno satanico- il suo elenco di sindacalisti onesti ci servirà come base per un’azione a tappeto. Li contatteremo uno ad uno e cercheremo di conquistarli alla nostra causa, usando tutti i mezzi, leciti e non. Quindi, getti via l’elenco dei sindacalisti disonesti, che sono a noi ben noti, e mi consegni quello dei sindacalisti onesti.”
“Cosa ne vuole fare? Non voglio essere coinvolto in un’azione infame!”
“Creeremo un mondo dove i ‘Cinque per Cento’ ed i ‘Mano di Pece’ siano la normalità! -Gridò il Presidente dei Presidenti al colmo dell’entusiasmo- Mi dia quel dossier!”
“Non l’avrete mai!” Con mossa fulminea l’investigatore, colto da un rigurgito di dignità, gettò il voluminoso incartamento nel fuoco del caminetto che troneggiava in un angolo della sala.
“Nooo!” Gridò il Presidente dei Presidenti cercando di afferrarlo al volo.
Non arrivò in tempo. Ormai la carta, divorata dalle fiamme, era ridotta ad un cumulo di cenere.
Fu, quindi, grazie al gesto eroico di uno sconosciuto investigatore che da quel giorno, nel mondo bancario, poterono operare tranquillamente i sindacalisti onesti, ormai preservati da qualsiasi tentativo di corruzione. Sconosciuti sindacalisti che, con abnegazione e spirito di sacrificio, si dedicarono a tempo pieno alla difesa dei diritti dei lavoratori, nell’assoluto rispetto di leggi, accordi e regolamenti.
Ed ai banchieri non rimase che continuare a fare affidamento sui soliti ‘Cinque per Cento e ‘Mano di Pece’. Fare affidamento, cioè, su ‘I Soliti Noti’.