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di Leonardo Comucci
Consulente CAAF Fabi Nazionale

 

La nuova curva di scaglioni dell’Irpef e la “no tax area” rischiano di complicare, e molto, i calcoli per le dichiarazioni fiscali riferite al reddito 2003 che si presenteranno nel 2004. E la clausola di salvaguardia - vale a dire il principio secondo cui nessuno deve pagare nel 2003 più di quanto avrebbe pagato con le vecchie regole - finisce per diventare un passaggio obbligato per moltissimi contribuenti, che saranno costretti a un vero e proprio TEST DI CONVENIENZA per verificare quale regime fiscale applicare (quello con le vecchie aliquote previste per il 2002 o quello con le nuove entrate in vigore il 1° gennaio 2003) per il calcolo dell'IRPEF 2003.
In effetti, in molti casi basterà il possesso della prima casa per far scattare la necessità (o meglio, l'opportunità) della verifica. Per esempio, con un reddito di 35mila euro e una prima casa con una rendita di mille euro, l'imposta da pagare riferita ai redditi del 2003 potrebbe risultare superiore a quella "teorica" del 2002 anche di circa 50 euro. E per ottenere dal Fisco questo importo il contribuente non avrà altra via se non quella di chiedere il rimborso con il modello 730 o il modello Unico.

Caratteristiche della clausola di salvaguardia e “no tax area”
Cerchiamo di capire un po’ meglio come funzionerà il nuovo regime fiscale di tassazione. La legge Finanziaria 2003, riducendo le aliquote IRPEF, rimodulando le detrazioni e introducendo la no-tax area, ha previsto per i contribuenti la possibilità di utilizzare, per il 2003, le aliquote e le detrazioni del 2002 nel caso in cui l'applicazione dei nuovi valori risulti meno favorevole.

Le persone fisiche, infatti, già a partire dalla dichiarazione da presentare quest’anno, riferita ai redditi 2003, devono fare i conti con la cosiddetta "no tax area", cioè dell'imponibile "fuori fisco".
Abbiamo già affrontato diffusamente l’argomento su “La Voce dei Bancari” n.1/2003. Ci limitiamo, pertanto, a ricordare i principi cardine del nuovo sistema di tassazione: l'articolo 10-bis del TUIR (Dpr 917/86), in vigore dal 2003, stabilisce che dal reddito complessivo, aumentato del credito d'imposta (articolo 14) e al netto degli oneri deducibili (articolo 10 dello stesso TUIR), si deduce l'importo di 3mila euro. É questo l'importo-base della "no tax area", cioè dell'imponibile escluso dalla tassazione. La deduzione di 3mila euro è aumentata a:
- 7.500 euro, per i titolari di reddito di lavoro dipendente; fino a questo importo il dipendente è escluso dalla tassazione;
tassazione;
- 4.500 euro, per i titolari di reddito di lavoro autonomo o di impresa in regime di contabilità semplificata; fino a questo importo il professionista o imprenditore è escluso dalla tassazione.
Le deduzioni non sono tra loro cumulabili. Questo significa che, in presenza di redditi di diversa natura, il contribuente ha diritto a una sola deduzione. I contribuenti ovviamente devono considerare la “no tax area” nel calcolo dell’IRPEF dovuta. C'è il rischio di cadere facilmente in errore. La nuova tax area, infatti, mentre da una parte dà, con l'introduzione di una nuova deduzione, dall'altra toglie, azzerando o riducendo le vecchie detrazioni d'imposta.
La no tax area "scompare" se il reddito sale e si riduce progressivamente con l'aumento del reddito personale, fino ad "azzerarsi". Insomma, se sale il reddito, diminuisce la deduzione. Infatti, la deduzione compete per la parte corrispondente al rapporto tra l'ammontare di 26mila euro, aumentato delle deduzioni spettanti e degli oneri deducibili di cui all'articolo 10 e diminuito del reddito complessivo e del credito d'imposta di cui all'articolo 14 del Testo unico delle imposte sui redditi, e l'importo di 26mila euro. Se il rapporto è maggiore o uguale a 1, la deduzione compete per intero; se lo stesso è zero o minore di zero, la deduzione non compete; negli altri casi, ai fini del predetto rapporto, si computano le prime quattro cifre decimali (la deduzione della no tax area va attribuita calcolando un coefficiente compreso tra 0 e 1, con lo zero seguito da quattro decimali, che devono essere assunte nel loro ammontare derivante dal troncamento).
I cinque scaglioni IRPEF. Nel calcolare l'IRPEF relativa al 2003, va anche tenuto conto che l'imposta lorda è determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili e della deduzione di cui all'articolo 10-bis, le seguenti aliquote per scaglioni di reddito: fino a 15mila euro: 23%; oltre 15 mila e fino a 29mila euro: 29%; oltre 29mila e fino a 32.600 euro: 31%; oltre 32.600 e fino a 70mila euro: 39%; oltre 70mila euro, 45 per cento.
Insomma, anche se l’obbiettivo è quello di pagare un po’ meno tasse, il rischio è però quello di dover fare molti e complessi calcoli in più per verificare la convenienza tra vecchio regime e nuove regole, sulla base della clausola di salvaguardia! •

TEST DI CONVENIENZA
Il confronto tra prelievo con le vecchie e le nuove aliquote deve essere effettuato in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi per il 2003, vale a dire nella primavera/estate 2004.
Si tratta però di calcoli piuttosto complessi se effettuati direttamente dal contribuente; il legislatore ne ha infatti affidato la gestione ai CAAF.
Per tutti gli iscritti alla FABI, il calcolo di convenienza tra vecchio e nuovo regime effettuato dal nostro Centro di assistenza Fiscale sarà del tutto gratuito, come del resto è gratuita la compilazione della dichiarazione annuale dei redditi.