Diritto del lavoro/L’avvocato risponde  
 
di Sofia Cecconi
Consulente Legale Fabi
La complessità dell’organizzazione aziendale non giustifica il ritardo della contestazione
disciplinare
Cassazione, sezione lavoro n. 16754 del 7 novembre 2003
Un ritardo di quattro mesi nella contestazione dell’addebito disciplinare non può essere giustificato né dalla particolare complessità dell’organizzazione aziendale, né dalla necessità di valutare la gravità dei fatti contestati

NOTA
La sentenza di cui alla massima in epigrafe concerne la vicenda di un funzionario di banca, rappresentante sindacale, il quale era stato licenziato per aver usato in comunicati sindacali espressioni denigratorie nei confronti del direttore della Filiale e per avere diffuso documenti riservati.
Il lavoratore ha impugnato il proprio licenziamento davanti al Pretore, sostenendo che gli addebiti gli erano stati comunicati tardivamente, ovvero dopo quattro mesi dal fatto, in violazione dell’art. 7 dello Statuto dei lavoratori, e che, comunque, diffondendo i comunicati in contestazione aveva svolto correttamente il proprio incarico sindacale.
Sia il Giudice di primo grado che quello di secondo grado hanno dichiarato legittimo il licenziamento. In particolare il Giudice d’appello ha ritenuto che il ritardo nella contestazione dell’addebito fosse giustificato dalla complessità dell’organizzazione aziendale e dalla necessità di svolgere le opportune indagini e valutazioni sull’accaduto.
La Corte di Cassazione, al contrario, con la sentenza in commento giunge a conclusioni completamente diverse.
La Corte, infatti, nel riaffermare il principio di diritto dell’immediatezza della contestazione disciplinare, specifica che la “maxi-organizzazione” aziendale non può assolutamente pregiudicare i diritti dei lavoratori ad una effettiva e concreta difesa. Inoltre, il fatto che la situazione contestata necessiti di una ponderata valutazione, non giustifica il ritardo nella contestazione, giacché questa deve avvenire successivamente, stante il fatto che la valutazione sui fatti avviene solo al momento di irrogare la sanzione al dipendente.
Infine, continua la Corte, poiché l’infrazione commessa dal lavoratore-sindacalista consisteva in dichiarazioni denigratorie nei confronti del direttore della Filiale, la valutazione da parte dell’azienda poteva avvenire immediatamente attraverso la semplice constatazione del carattere denigratorio delle dichiarazioni medesime. Di conseguenza, il ritardo nella contestazione non poteva essere giustificato neppure sotto tale profilo.

A. NICCOLAI, Lavoro temporaneo e autonomia privata. Prefazione di R. Del Punta, G. Giappichelli, Torino, 2003, euro 44,00, pp. 450.
Il volume si occupa del c.d. lavoro interinale, analizzando l’intreccio del “rapporto triangolare” che scaturisce dai due contratti paralleli di cui si compone l’istituto: quello di lavoro (fra lavoratore / datore di lavoro) da un lato e quello societario (fra impresa fornitrice / impresa utilizzatrice) dall’altro lato.
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L’autore dunque esplora in tutte le direzioni le innumerevoli questioni applicative della legge n. 196 del 1997, questioni poco definite dalla legge e dagli scarsi interventi giurisprudenziali. Ed è per questo che, pur in presenza di alcune modifiche all’istituto, attuate con il d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, (il volume è uscito in libreria nel marzo 2003), il testo risulta senz’altro interessante per approfondire la nuova disciplina della somministrazione di lavoro, che si presenta proprio come la prosecuzione ideale del vecchio istituto.


A. VALLEBONA, Breviario di diritto del lavoro, G. Giappichelli, Torino, 2003, euro 30,00, pp. 491.
L’opera ricompone – aggiornandola fino al decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276 – la precedente trattazione della materia sindacale e del lavoro, già contenuta in Istituzioni di diritto del lavoro. Vol. I – Il diritto sindacale. Vol. II. Il rapporto di lavoro. - G. Giappichelli, Torino, 1999 e seguenti edizioni.
Nonostante venga definito “breviario” il testo, che si articola in circa cinquecento pagine, approfondisce in modo significativo tutti i più importanti aspetti del diritto sindacale e del rapporto di lavoro. Come il Suo Autore ci spiega in premessa, il testo è reso più agile dall’eliminazione di riferimenti normativi troppo specifici e dalle note di giurisprudenza a piè di pagina, in modo da rendere più spedita la lettura.
L’opera è dunque un utile strumento per muoversi nei fondamenti della disciplina giuslavoristica, dando modo all’operatore di comprendere il non sempre facile significato delle disposizioni normative e di trovare alcune semplici ed efficaci soluzioni ai più ricorrenti problemi applicativi.


A. VALLEBONA, La riforma dei lavori, Cedam, Padova, 2003, euro 20,00, pp. 210.
Il testo analizza con lucido spirito critico le singole fattispecie introdotte o modificate dalla riforma del mercato del lavoro attuata attraverso la legge delega n. 30 del 2003 ed il più recente decreto legislativo n. 276 dello stesso anno.
Vengono pertanto presi in esame i lavori a progetto, il lavoro a tempo parziale, il lavoro intermittente, il lavoro ripartito, i lavori con finalità formative e di inserimento, la somministrazione di lavoro, il distacco, il trasferimento d’azienda e la certificazione. Ogni fattispecie viene analizzata prendendo brevemente in considerazione il vecchio regime – ove sussistente – per poi passare alla all’analisi del singolo istituto in tutti i suoi aspetti teorici e pratici, con l’annotazione della giurisprudenza italiana e comunitaria.
Il volume, che si presenta come più analitico e completo rispetto ai primi e frettolosi commenti “a caldo”, risulta dunque uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore per approfondire, ma anche per comprendere in tutti i suoi elementi, la nuova disciplina entrata in vigore il 24 ottobre 2003. •