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Cassazione,
sezione lavoro n. 16754 del 7 novembre 2003
Un ritardo di quattro mesi nella contestazione delladdebito disciplinare
non può essere giustificato né dalla particolare complessità
dellorganizzazione aziendale, né dalla necessità di
valutare la gravità dei fatti contestati
NOTA
La sentenza di cui alla massima in epigrafe concerne la vicenda di un
funzionario di banca, rappresentante sindacale, il quale era stato licenziato
per aver usato in comunicati sindacali espressioni denigratorie nei confronti
del direttore della Filiale e per avere diffuso documenti riservati.
Il
lavoratore ha impugnato il proprio licenziamento davanti al Pretore, sostenendo
che gli addebiti gli erano stati comunicati tardivamente, ovvero dopo
quattro mesi dal fatto, in violazione dellart. 7 dello Statuto dei
lavoratori, e che, comunque, diffondendo i comunicati in contestazione
aveva svolto correttamente il proprio incarico sindacale.
Sia il Giudice di primo grado che quello di secondo grado hanno dichiarato
legittimo il licenziamento. In particolare il Giudice dappello ha
ritenuto che il ritardo nella contestazione delladdebito fosse giustificato
dalla complessità dellorganizzazione aziendale e dalla necessità
di svolgere le opportune indagini e valutazioni sullaccaduto.
La Corte di Cassazione, al contrario, con la sentenza in commento giunge
a conclusioni completamente diverse.
La Corte, infatti, nel riaffermare il principio di diritto dellimmediatezza
della contestazione disciplinare, specifica che la maxi-organizzazione
aziendale non può assolutamente pregiudicare i diritti dei lavoratori
ad una effettiva e concreta difesa. Inoltre, il fatto che la situazione
contestata necessiti di una ponderata valutazione, non giustifica il ritardo
nella contestazione, giacché questa deve avvenire successivamente,
stante il fatto che la valutazione sui fatti avviene solo al momento di
irrogare la sanzione al dipendente.
Infine, continua la Corte, poiché linfrazione commessa dal
lavoratore-sindacalista consisteva in dichiarazioni denigratorie nei confronti
del direttore della Filiale, la valutazione da parte dellazienda
poteva avvenire immediatamente attraverso la semplice constatazione del
carattere denigratorio delle dichiarazioni medesime. Di conseguenza, il
ritardo nella contestazione non poteva essere giustificato neppure sotto
tale profilo.
A. NICCOLAI,
Lavoro temporaneo e autonomia privata. Prefazione
di R. Del Punta, G. Giappichelli, Torino, 2003, euro 44,00, pp. 450.
Il volume si occupa del c.d. lavoro interinale,
analizzando lintreccio del rapporto triangolare che
scaturisce dai due contratti paralleli di cui si compone listituto:
quello di lavoro (fra lavoratore / datore di lavoro) da un lato e quello
societario (fra impresa fornitrice / impresa utilizzatrice) dallaltro
lato.
Lampia ed approfondita disamina del fenomeno della dissociazione
fra datore di lavoro effettivo ed impresa utilizzatrice delle prestazioni
approda ad originali conseguenze, prima fra tutte quella della valorizzazione
dellautonomia privata. Tale ruolo appare particolarmente significativo
nella conformazione del contratto di fornitura entro cui si muove il rapporto
di lavoro temporaneo.
Lautore dunque esplora in tutte le direzioni le innumerevoli questioni
applicative della legge n. 196 del 1997, questioni poco definite dalla
legge e dagli scarsi interventi giurisprudenziali. Ed è per questo
che, pur in presenza di alcune modifiche allistituto, attuate con
il d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, (il volume è uscito in libreria
nel marzo 2003), il testo risulta senzaltro interessante per approfondire
la nuova disciplina della somministrazione di lavoro, che si presenta
proprio come la prosecuzione ideale del vecchio istituto.
A. VALLEBONA,
Breviario di diritto del lavoro, G. Giappichelli, Torino, 2003, euro 30,00,
pp. 491.
Lopera ricompone aggiornandola
fino al decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276 la precedente
trattazione della materia sindacale e del lavoro, già contenuta
in Istituzioni di diritto del lavoro. Vol. I Il diritto sindacale.
Vol. II. Il rapporto di lavoro. - G. Giappichelli, Torino, 1999 e seguenti
edizioni.
Nonostante venga definito breviario il testo, che si articola
in circa cinquecento pagine, approfondisce in modo significativo tutti
i più importanti aspetti del diritto sindacale e del rapporto di
lavoro. Come il Suo Autore ci spiega in premessa, il testo è reso
più agile dalleliminazione di riferimenti normativi troppo
specifici e dalle note di giurisprudenza a piè di pagina, in modo
da rendere più spedita la lettura.
Lopera è dunque un utile strumento per muoversi nei fondamenti
della disciplina giuslavoristica, dando modo alloperatore di comprendere
il non sempre facile significato delle disposizioni normative e di trovare
alcune semplici ed efficaci soluzioni ai più ricorrenti problemi
applicativi.
A. VALLEBONA,
La riforma dei lavori, Cedam, Padova, 2003, euro 20,00, pp. 210.
Il testo analizza con lucido spirito critico
le singole fattispecie introdotte o modificate dalla riforma del mercato
del lavoro attuata attraverso la legge delega n. 30 del 2003 ed il più
recente decreto legislativo n. 276 dello stesso anno.
Vengono pertanto presi in esame i lavori a progetto, il lavoro a tempo
parziale, il lavoro intermittente, il lavoro ripartito, i lavori con finalità
formative e di inserimento, la somministrazione di lavoro, il distacco,
il trasferimento dazienda e la certificazione. Ogni fattispecie
viene analizzata prendendo brevemente in considerazione il vecchio regime
ove sussistente per poi passare alla allanalisi del
singolo istituto in tutti i suoi aspetti teorici e pratici, con lannotazione
della giurisprudenza italiana e comunitaria.
Il volume, che si presenta come più analitico e completo rispetto
ai primi e frettolosi commenti a caldo, risulta dunque uno
strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore per approfondire,
ma anche per comprendere in tutti i suoi elementi, la nuova disciplina
entrata in vigore il 24 ottobre 2003.
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