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Il
14 marzo 2004, dopo due anni di intensi lavori, riaprirà al pubblico
il Castello Estense di Ferrara.
Orgoglio della città e del suo territorio, luogo dal quale gli
Estensi seppero disegnare uno scenario culturale che l’Unesco ha
insignito del riconoscimento di patrimonio dell’umanità e
scrigno di una delle più prestigiose collezioni d’arte rinascimentale,
il monumento sarà di nuovo visitabile dopo un vasto intervento
di restauro.
Gli allestimenti del nuovo percorso di visita, che comprende oltre 50
sale e alla cui sceneggiatura ha lavorato un prestigioso comitato scientifico,
sono stati affidati all’architetto Gae Aulenti, che lo ha concepito
come “un racconto da visitare”.
Ripercorrendo la storia dell’edificio, trasformato nei secoli da
fortezza militare a palazzo e residenza dei duchi, si potrà attraversare
la storia di Ferrara, dal Trecento fino alle vicende contemporanee, e
soprattutto la meravigliosa stagione rinascimentale, fiorita intorno ad
una delle più illuminate e cosmopolite corti d’Europa.
Il Rinascimento e la Corte
Nell’occasione sarà aperto al pubblico fino al 13 giugno
2004 uno straordinario evento espositivo che permetterà di ammirare,
grazie a eccezionali prestiti concessi dai più importanti musei
del mondo, una vasta rassegna della produzione artistica del Rinascimento
ferrarese, in gran parte dispersa a partire dalla fine del XVI secolo.
Arricchita da nuovi importanti prestiti, giunge infatti a Ferrara la mostra
allestita al Palais des Beaux Arts di Bruxelles come evento di apertura
delle manifestazioni di Europalia. Il progetto espositivo intende presentare
una ricognizione della civiltà ferrarese del Rinascimento sotto
il profilo delle arti, dell’architettura, della letteratura, in
modo da restituire un possibile quadro storico unitario. Saranno esposte
più di 200 opere: dipinti, sculture, ceramiche, documenti storici
e letterari, manoscritti miniati. Saranno in mostra alcuni dei maggiori
capolavori di Cosmè Tura, Francesco del Cossa e Ercole de’
Roberti, insieme a opere eccelse di Donatello, Mantenga, Tiziano, Mazzolino,
Dosso Dossi, Garofalo,
Girolamo da Carpi, Bastianino.
Il visitatore potrà percorrere la vicenda delle origini del casato
riconoscendovi un mecenatismo precoce, già maturo al tempo di Leonello,
la magnificenza di Borso, la progettualità architettonica di Ercole
I, il rinnovato mecenatismo di Alfonso I, fino al declino, la cui eco
artistica, amplificata dalla fortuna dei poemi cavallereschi dell’Ariosto
e del Tasso, non si placa nemmeno dopo il fatidico 1598, quando Ferrara
venne forzatamente devoluta nelle mani del papa Clemente VIII e le sue
meravigliose collezioni d’arte furono destinate ad una colossale
dispersione.
I camerini di alabastro
Accanto alla mostra sul Rinascimento e la Corte, una vera e propria “mostra
nella mostra” sarà inoltre dedicata al favoloso appartamento
privato di Alfonso I d’Este. Sarà possibile ammirare per
la prima volta riuniti i 34 rilievi in marmo che decoravano lo studiolo
del Duca, conservati per la maggior parte al Museo dell’Ermitage
di San Pietroburgo e in misura minore al Louvre e nella collezione del
Principe del Lichtenstein.
Eseguiti
da Antonio Lombardo tra il 1507 e il 1515 e finora mai oggetto di un esauriente
esame da parte degli storici dell’arte, i rilievi permetteranno
di ricreare la raffinata atmosfera della famosa Via Coperta che congiunge
il Castello con il Palazzo Ducale. In origine queste opere contribuivano
infatti a scandire un’incredibile sequenza di decorazioni e dipinti,
ispirati al tema dei Baccanali, commissionati tra gli altri a Bellini,
Tiziano e Dosso Dossi, per celebrare la formazione umanistica del principe
e accostarlo addirittura alle divinità olimpiche.
Ai marmi dei Camerini, che diedero vita ad un genere di scultura del tutto
nuovo, costituendo un unicum nella decorazione di studioli in genere affrescati
o decorati in legno, saranno accostate altre opere del Lombardo e della
sua bottega, per valutarne il ruolo fondamentale nella storia della scultura
del Nord Italia.
La Pinacoteca Nazionale e le collezioni museali
L’evento
sarà arricchita da una straordinaria “sezione” di approfondimento.
A Palazzo dei Diamanti, con lo stesso biglietto della mostra, si potranno
ammirare le collezioni permanenti della Pinacoteca Nazionale, che rappresentano
la più vasta raccolta di opere estensi nonostante la dispersione
e che saranno per l’occasione presentate in un percorso di visita
coordinato, che completerà il racconto del Rinascimento ferrarese
che sarà allestito in Castello.
L’inscindibile rapporto tra l’evento temporaneo e il patrimonio
artistico permanente di Ferrara sarà ulteriormente valorizzato
con la proposta di itinerari di visita nella città che coinvolgeranno
altri siti e monumenti a partire dagli affreschi di Palazzo Schifanoia
e dalle ante d’organo di Cosmè Tura nel Museo della Cattedrale.
Orari:
Tutti i giorni (compreso lunedì e festivi) 9,00 – 20,00
(ultimo ingresso alle ore 18,30)
venerdì, sabato e domenica 9,00 – 22,00 (ultimo ingresso
alle ore 20,30)
Modalità di visita:
Il percorso di visita comprende le sale del Castello con il nuovo
allestimento e successivamente, al piano nobile, le mostre Il Rinascimento
e la Corte e infine I camerini di alabastro.
Biglietti:
(comprensivi di servizio guardaroba e audioguide) intero euro 10,00;
ridotto euro 8,50 per minori di 18 e maggiori di 65 anni, gruppi di
almeno 12 persone, titolari di apposite convenzioni o coupon. Gratuito
per minori di 6 anni, disabili con accompagnatore.
Informazioni, prenotazioni e visite guidate:
Tel 02/43353522; servizi@civita.it |
Montagna,
arte scienza mito
MART, Rovereto (Tn), fino
al 17 aprile 2004
Una
straordinaria mostra dove sarà possibile ripercorrere attraverso
l’opera di artisti e scienziati la storia di un grande mito:
quello della Montagna.
a Sei secoli di arte e scienza a confronto, dal Cinquecento ad oggi,
in un percorso articolato nelle 35 stanze del MART. Oltre 400 opere
– tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, libri rari, modelli,
strumenti scientifici originali, oggetti di curiosità –
condurranno il visitatore alla scoperta di quelle verità
scientifiche che hanno trasformato l’orrore per queste inspiegabili
“deformazioni” della terra in un fenomeno positivo dell’evoluzione
naturale. Nello stesso tempo mostreranno come gli artisti hanno
via via rappresentato questo tema. Si spazia da Dürer a Friedrich,
da Cézanne a Warhol, da Goethe a Humboldt e De Saussure,
da Galileo fino alle più recenti teorie scientifiche, grazie
ai prestiti ottenuti dai musei di tutto il mondo: dal Louvre di
Parigi alla Tate Modern di Londra, dal British Museum alla National
Gallery di Washington, dall’Hermitage di San Pietroburgo alla
Nasjonalgaleriet di Oslo, dallo Staatliche Museen di Berlino allo
Stedelijk Museum di Amsterdam, dal Museo del Prado di Madrid alla
Guggenheim Collection di New York, dalla Galleria degli Uffizi a
quella di Arte Moderna di Milano.
a il MART, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento
e Rovereto, inaugurato il 15 dicembre 2002, è stato progettato
dall’architetto Mario Botta, autore, tra l’altro, del
Museum of Modern Art di San Francisco. Vi si accede da un corridoio,
inserito tra due nobili palazzi del rinascimentale Corso Bettini,
che porta ad una piazza centrale coperta da una gran cupola di vetro
e acciaio che, come una moderna agorà, può ospitare
1200 persone.
Grazie alla convenzione
recentemente stipulata dal Centro Servizi Nazionale,
per l’intero anno 2004 gli iscritti alla FABI,
presentando la tessera sociale valida per l’anno in corso,
potranno individualmente accedere a tutte le mostre temporanee e
alla collezione permanente del MART pagando il biglietto a tariffa
ridotta. Le strutture territoriali dell’Organizzazione
interessate a promuovere tra i propri associati visite di gruppo
al MART (min. 20 – max 30 partecipanti) per il servizio guida
pagheranno 45,00 anziché 60,00 Euro.
Per ogni informazione rivolgersi al CSF Trento (Antonio
Cossu - 0461.261040) |
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