Il
giorno 27 gennaio 2004 ha avuto luogo, a Roma, la riunione del COMIDAN
(Comitato Italiano per i Diritti degli Anziani) del quale, com’è
noto, fa parte FABIPensionati.
Nel corso dell’incontro del Comitato, che raggruppa oltre trentacinque
organismi operanti in campo sociale, sindacale e nel Terzo Settore no-profit,
sono stati presi in esame, oltre alla definizione del programma di lavoro
e di attività per il corrente anno, anche vari provvedimenti governativi
e legislativi riguardanti i pensionati e la popolazione anziana.
Ciò con particolare riferimento a Decreti e Disegni di Legge, attualmente
all’esame del Parlamento, afferenti materie dello Stato Sociale
e, segnatamente, quelle socio-previdenziali, sanitarie e delle politiche
sociali.
In tale contesto, FABIPensionati ha indicato la necessità di promuovere
idonee iniziative ed interventi nelle debite sedi governative e parlamentari,
finalizzate alla elaborazione e promozione di adeguate norme legislative
volte alla salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni, delle
prestazioni sanitarie e dei livelli socio-assistenziali di cui alla Legge
n.328/2000.
A tale riguardo sono stati avviati i necessari contatti, con richieste
di incontri con le competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato.
MELFI: “RIFORMA FISCALE PENALIZZA
i pensionati a basso reddito” |
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“Dal
10 gennaio 2003 i nuovi pensionati sono stati gravemente discriminati
dal primo modulo della riforma fiscale che ha mancato di estendere
al trattamento di fine rapporto la clausola di salvaguardia, quel
meccanismo di calcolo che evita gli aggravi rispetto ad un pari reddito
andato in pensione fino al 31 dicembre 2002, che è invece già
valida per i redditi di lavoro ed altri”.
L’ha denunciato il Segretario Nazionale della FABI, Giacomo
Melfi, dimostrando come il risultato di tale omissione sia stata “una
forte ed iniqua penalizzazione economica, soprattutto dei pensionati
a più basso reddito e quindi più deboli, anche a causa
dell’effetto di retroattività insito nei meccanismi pensionistici.
Si parla di un minore introito compreso fra il 15 e il 22,4% all’anno
per ciascun pensionato”.
“Credo pertanto - ha detto Melfi - che il ministro Tremonti,
oltre a diffondere i dati aggiornati di cui è in possesso sul
maggior gettito tributario da trattamento di fine rapporto a causa
della mancata applicazione della “clausola di salvaguardia”,
debba inserire il giusto effetto retroattivo dal lo gennaio 2003”. |
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