Nel credito cooperativo gli
iscritti alla Fabi sono passati in un quadriennio da 8.400 a oltre 10.000.
Un bilancio positivo, dunque, ma si traduce tutto in numeri?
"Certo che no, anche se esprime un gradimento e una fiducia dei lavoratori
del settore nella nostra organizzazione. Sono stati quattro anni intensi
che hanno visto la Fabi consolidare il proprio ruolo di leader tra le
organizzazioni sindacali in misura evidente nel settore delle Bcc. Ciò
è avvenuto anche in forza del notevole impegno profuso nella fase
contrattuale, sia a livello nazionale che in fase di contrattazione di
secondo livello, e della più efficace organizzazione del lavoro
all'interno dell'esecutivo".
Parliamo del contratto in vigore. Quali sono state le maggiori
novità introdotte?
"Innanzitutto l'unificazione dei due contratti, quello dei funzionari
con quello delle aree professionali, che segna una vera svolta nella contrattazione
nel sistema creditizio. In secondo luogo l'istituzione del cosiddetto
'fondo per gli esuberi' che si è rivelato uno strumento assai efficace.
Trattandosi di novità rilevanti, la trattativa non è stata
delle più facili e anche la controparte si è mostrata lenta
a recepire alcuni passaggi che hanno determinato una dilatazione dei tempi.
Ma anche l'organizzazione del lavoro all'interno dell'esecutivo
ha giocato un suo ruolo. In che senso?
"Abbiamo creato delle commissioni di approfondimento su specifiche
aree tematiche, per fornire ai lavoratori risposte puntuali ai loro quesiti
su tutti gli aspetti contrattuali, legali, fiscali a cominciare dagli
elementi più innovativi. Commissioni che si sono riunite con una
certa frequenza.
Va detto pure che l'incremento numerico degli iscritti è anche
frutto dello sviluppo della presenza della Fabi nelle zone in cui l'organizzazione
era più debole".
Per il prossimo futuro su che cosa sarà impegnato l'esecutivo?
"Il principale impegno che ci attende è il rinnovo
del contratto nazionale. Puntiamo a introdurre correttivi ad alcuni istituti
contrattuali per agevolarne l'applicazione, come nel caso della banca
- ore, della formazione e della contrattazione di secondo livello. Inoltre
dovremo valorizzare maggiormente le specificità e le peculiarità
del nostro settore che renderà necessario un affrancamento delle
Bcc dal contratto ABI".
Federcasse agevolerà questa vostra impostazione?
"I rapporti con Federcasse si sono deteriorati per la miopia che
ha dimostrato nell'affrontare alcuni nodi. Basti dire che la Fabi è
stata costretta a intentare causa nei confronti della Federazione per
la violazione di una norma statutaria relativa alla cassa mutua nazionale.
L'atteggiamento non collaborativo di Federcasse nei confronti della Fabi
non ha riscontro nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali, per
cui ritengo indispensabile un ulteriore sforzo per ristabilire condizioni
paritarie nelle relazioni sindacali e un sereno confronto con la controparte
nel reciproco interesse dei lavoratori soprattutto".
Dopo i casi Argentina, Cirio e Parmalat il clima nelle banche
si è di molto appesantito. La fiducia dei risparmiatori è
stata minata, le aziende di credito sono messe sotto accusa e i lavoratori
del settore sono i primi a risentire di questa mutata atmosfera. Al riguardo,
la situazione nelle Bcc come si presenta?
"Per quanto siano state coinvolte in misura minore, rispetto al resto
del sistema, anche le Bcc stanno facendo i conti con tali vicende.
Va comunque ribadito che non bisogna confondere la responsabilità
delle aziende con quelle dei lavoratori del credito, che su indicazioni
fornite dalle direzioni generali, hanno dato corso alla vendita di prodotti
finanziari che si sono dimostrati non qualificati.
Comunque, se le aziende bancarie si sentono parti lese, rispetto ai tracolli
di Cirio e Parmalat, i lavoratori del credito lo sono certamente di più
e devono pertanto essere tutelati dalle banche stesse.
In ogni caso vanno riviste le regole, sia da parte degli istituti che
da parte della autorità di vigilanza, ed in particolare si dovrà
porre un freno alla commistione di ruoli talvolta esasperata tra Banca
ed Industria che già in passato era stata causa di forti squilibri
nel sistema.
RINNOVATI GLI ORGANISMI DEL COORDINAMENTO
NAZIONALE DELLE BANCHE
DI CREDITO COOPERATIVO
ESECUTIVO
NAZIONALE |
PEDOTH WERNER |
Bolzano, Coordinatore |
ARENA GIUSEPPE |
Milano |
BRUSCHINI LUIGI |
Vicenza |
CICCONI PAOLO |
Fermo |
DEBIASI GIOVANNI |
Trento |
GULLO GIULIANO CLAUDIO |
Cosenza |
MAZZOLDI PIERGIUSEPPE |
Brescia |
PALMIOTTI MICHELE |
Monza |
PANICO ALESSANDRA |
Udine |
TASSI STEFANO |
Firenze |
VIOLINI ALESSANDRO |
Roma |
|
 |
COMITATO
DIRETTIVO |
ARENA GIUSEPPE |
Milano |
AZZOLIN DELFO |
Vicenza |
BIASIN PAOLO |
Brescia |
BONELLI ANDREA |
Roma |
BORELLI FABIO |
Bergamo |
BRUSCHINI LUIGI |
Vicenza |
CAGLIO ANGELO |
Monza |
CARNIO GIANPAOLO |
Treviso |
CASTELLI MARIO |
Bergamo |
CAUMO MICHAEL |
Bolzano |
CICCONI PAOLO |
Fermo |
DEBIASI GIOVANNI |
Trento |
FLEISCHMANN JOSEF |
Bolzano |
GABBATORE ROBERTO |
Padova |
GIRGENTI LUCIO |
Bologna |
GUARNERI VINCENZO |
Caltanissetta |
GUERRA RAFFAELE |
Cuneo |
GULLO GIULIANO CLAUDIO |
Cosenza |
LO GIUDICE PATRIZIA |
Venezia |
LORENZI MARCO |
Brescia |
MAZZOLDI PIERGIUSEPPE |
Brescia |
NUVOLARI ALBERTO |
Mantova |
PALMIOTTI MICHELE |
Monza |
PANICO ALESSANDRA |
Udine |
PEDOTH WERNER |
Bolzano |
PICCINI DANIELA |
Firenze |
PIGNALOSA FRANCESCO |
Taranto |
PREZIOSO DOMENICO |
Salerno |
TASSI STEFANO |
Firenze |
VIOLINI ALESSANDRO |
Roma |
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