Esodati
di Vincenzo Saporito, Coordinatore Commissione Nazionale Esodati

LA FABI AVEVA RAGIONE !

   
  Vincenzo Saporito
   
esodati e fisco
Accolte integralmente le osservazioni della Fabi
sul riscatto dei Fondi Pensione

Nella tarda primavera dello scorso anno la FABI, tramite la propria Commissione Nazionale Esodati, aveva presentato un “interpello” all’Agenzia delle Entrate a livello centrale.
L’interpello altro non è che una procedura, regolata per legge, con cui privati cittadini o, nel nostro caso, un’Organizzazione di rappresentanza collettiva, richiede formalmente al Fisco di esprimere il proprio parere su una situazione o una norma fiscale ritenuta di non chiara interpretazione.
Qual era, nel nostro caso, la materia del contendere ?
La tassazione, a nostro avviso ingiusta, subita dai soli lavoratori del credito sul riscatto del Fondo pensione quando andavano in “Fondo esuberi”.
La questione nasceva da un’interpretazione distorta che le Banche davano di una legge (decreto Legislativo 47/2000).
Quest’ultima disponeva una profonda modifica della tassazione dei Fondi pensione, per la parte maturata a partire dal 1/1/2001.
Ricostruiamo la sola parte che ci riguarda.
Nel nostro settore i Fondi pensione sono presenti nella pressoché totalità delle Aziende.
Orbene i lavoratori, quando cessano la propria attività, nella gran parte dei casi hanno la scelta se - oltre alla pensione INPS - vogliono usufruire di un’ulteriore “rendita” mensile dal proprio Fondo pensione od, in alternativa, “monetizzare” facendosi accreditare subito (“riscattare in capitale” è la terminologia legale) l’intera cifra accantonata sul Fondo.
Quest’ultima scelta è statisticamente quella finora di gran lunga più gradita. Ma, d’altro lato, è proprio quella che la legge di cui sopra aveva teso a scoraggiare.
Si prevedeva infatti che le quote maturate successivamente alla sua entrata in vigore fossero tassate, se “riscattate”, in modo più oneroso rispetto alla scelta della rendita mensile.
La logica di fondo era che, di fronte ad un orizzonte dove l’INPS tendenzialmente riduce le sue prestazioni, si intendeva incoraggiare la formazione di un reddito mensile aggiuntivo alla pensione INPS piuttosto che la formazione di una cifra “una tantum”.
Venivano tuttavia salvaguardati da tale penalizzazione alcuni casi: quelli, cioè, nei quali il lavoratore veniva “espulso”, per così dire, dal ciclo produttivo. Era previsto quindi che non venissero penalizzati i lavoratori licenziati per cause indipendenti dalla volontà delle parti oppure i lavoratori “in mobilità”.
E proprio su questo punto si è creata la materia del contendere. Le banche, per non assumersi responsabilità, nella grande maggioranza dei casi hanno preferito prudenzialmente tassare nel modo peggiore il lavoratore, rifiutando di accettare la tesi per cui gli accordi che portano al “Fondo esuberi” del credito sono del tutto analoghi a quelli che portano alla cosiddetta “mobilità lunga” dei settori coperti (ad esempio l’industria).
Si creava così l’assurdo per cui un lavoratore, con la stessa “storia” lavorativa, se fosse uscito in prepensionamento da un’azienda metalmeccanica (Fabbrica Italiana Automobili Canicattì solo per fare un esempio …) sarebbe stato salvaguardato rispetto alla stessa situazione che si verificasse in un’Azienda di credito (Banca Popolare di Canicattì …) per il solo motivo che i contributi all’INPS erano arrivati da un settore anziché da un altro.
Si capisce che tale situazione era per noi inaccettabile !
Per misurare l’entità della posta in gioco, citiamo soltanto una frase da una fonte non sospetta di particolari simpatie sindacali. “Il Sole 24 Ore” del 4 marzo scorso commenta: “la questione per i dipendenti non è di poco conto in quanto può determinare una variazione di tassazione che in alcuni casi supera i 10 punti percentuali” !
E se negli anni scorsi le cifre in gioco non erano ancora elevate, riguardando il problema le sole quote successive al 1/1/2001, man mano col passare del tempo si parlerà di situazioni che diventeranno ragguardevoli.
Ora, in data 2 marzo 2004, è stata pubblicata la risoluzione del Fisco che accoglie integralmente le osservazioni formulate, che tendevano a salvaguardare le scelte della totalità dei lavoratori aderenti al “Fondo esuberi” (tecnicamente Fondo di solidarietà, di sostegno al reddito e di riconversione professionale).
Le strutture sindacali FABI sono di conseguenza state subito allertate per verificare che i Fondi pensione si adeguino immediatamente.
Possiamo pertanto dire con orgoglio che la FABI aveva ragione!
Ma vinta una battaglia, pure di valore, tante altre ci si prospettano.
Per citarne una sola, la FABI e la sua Commissione Nazionale Esodati sono impegnate in prima linea nella contestazione, mossa all’INPS ed all’A.B.I., sui criteri di calcolo dell’assegno straordinario degli esodati.