di Lodovico Antonini      
 
  Carlo Giorgetii, Segretario  Generale Fabi “FARE TESORO DEL MONITO
DI CIAMPI, TUTELANDO
IL RISPARMIO E RIDANDO FIDUCIA AL SISTEMA

Dopo i crack Cirio e Parmalat, tutti concordano che occorre accertare rapidamente le diverse responsabilità per ricreare nel più breve tempo possibile un clima di fiducia, fondamentale nel Paese per i risparmiatori e per tutto il sistema produttivo italiano.
Raccogliendo i moniti del Presidente Carlo Azeglio Ciampi su questi temi e sulla necessità che le banche non frenino l’erogazione del credito, soprattutto alle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del sistema produttivo italiano, è intervenuto il Segretario Generale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), Carlo Giorgetti.
“Gli scandali sono gravi e devono indurci a riflessioni attente e pacate, facendo tesoro anche di queste esperienze negative. Tuttavia, a nessuno può giovare un clima di caccia alle streghe o scoperti tentativi di ricerca di capri espiatori”.
“Al contrario, bisogna che Governo, Parlamento, parti politiche e sociali, insomma, tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche, si impegnino senza pregiudizi per trovare soluzioni idonee ai problemi di protezione del risparmio e di rilancio dell’economia, nell’interesse di tutto il Paese” – ha continuato Giorgetti.
“La FABI – ha concluso l’esponente sindacale –oltre che ad una politica di rilancio dell’economia, ora assai depressa, è molto interessata alla riforma degli strumenti di tutela del risparmio, al sistema di governance della finanza, all’introduzione di norme più severe per le aziende che operano nei cosiddetti paradisi fiscali e di vincoli cogenti in grado di assicurare la trasparenza e la separazione tra banche e imprese”.

 

 
  Giacomo Melfi, Segretario Nazionale Fabi “INTRODURRE
AGGRAVANTI PER I REATI CONTRO GLI ANZIANI”

"Il Senato discuta al più presto il ddl per introdurre come aggravante l’aver commesso un reato contro persona di età pari o superiore ai 65 anni". Questo è quanto richiede la Fabi, per bocca del Segretario Nazionale Giacomo Melfi.
"Questo ddl - precisa Melfi - è nato dalla constatazione dell’aumento di odiosi reati commessi ai danni delle persone anziane. Occorre approvarlo al più presto poiché, pur trattandosi di reati minori ad opera della cosiddetta microcriminalità, questi sono assai pericolosi per l’incolumità fisica dei soggetti coinvolti: anziani spesso soli e senza difese. La nostra società deve tutelare il diritto dell’anziano a vivere serenamente nella propria abitazione e a potersi muovere nell’ambito di una città senza alcun timore". "Riconoscere come aggravante il fatto di aver compiuto un reato ai danni di un anziano - conclude Melfi - costituirebbe almeno un deterrente per chi intende approfittarsi di soggetti deboli".

 

 
  Carlo Giorgetii, Segretario  Generale Fabi LA CORTE COSTITUZIONALE:
“GOVERNO E SINDACATI pongano rimedio all’erosione delle pensioni”

La Corte Costituzionale, con la sentenza precettiva 30/2004, giudica il governo e i sindacati responsabili del disastro del sistema pensionistico italiano.
La Corte Costituzionale, dopo aver ricostruito la storia legislativa della previdenza sociale italiana, ha riconosciuto che il meccanismo di adeguamento delle pensioni risulta inefficace in quanto frutto del degrado dei dispositivi previsti periodicamente nel nostro ordinamento e conseguentemente invita i legislatori e le parti sociali a modificarlo. In passato, sottolinea la Corte, con la legge 177/1978 sono già state previste alcune misure per la concertazione fra sindacati e governo di un indice per l’adeguamento periodico delle pensioni che avrebbe garantito l’effettivo aggiornamento degli importi all’inflazione annuale ma questa legge è rimasta disattesa. La Corte attribuisce la responsabilità di questa situazione sia ai sindacati, che non hanno inserito in nessun negoziato il problema dell’adeguamento delle pensioni, sia ai legislatori i quali dopo la legge 177/1978 hanno cercato sempre meno di risolvere la questione affidandosi a leggi ad hoc.
La Consulta sollecita il Parlamento ad individuare un automatismo che garantisca un reale adeguamento dei trattamenti pensionistici alle variazioni del costo della vita, tale da assicurare ai lavoratori e alle loro famiglie mezzi adeguati alla conduzione di un’esistenza dignitosa in linea con i principi costituzionali affermati negli articoli 36 e 38.
Le pensioni perdendo di anno in anno il loro valore determinano parallelamente il decrescere della domanda interna italiana. La questione dell’adeguamento delle pensioni è, dunque, particolarmente rilevante dal punto di vista sociale, ma non solo. Infatti, economicamente parlando, i pensionati oggi in Italia sono 18.345.493 e rappresentano, quindi, una fascia della società molto rilevante che, perdendo il potere d’acquisto per l’inadeguatezza delle pensioni, crea una situazione di cui risente l’intero sistema economico. La conservazione del potere d’acquisto delle pensioni dovrebbe essere un obiettivo in ogni riforma del sistema pensionistico per garantire la stabilità dell’economia nazionale, cosa che purtroppo non accade nel testo della riforma Maroni che ignora la questione, nonostante la Consulta e alcuni deputati abbiano presentato in Parlamento proposte per l’inclusione automatica di una clausola in tutti i contratti pubblici e privati, che renda automatici gli aumenti percentuali anche per i lavori in quiescenza di quel settore. E’ stata inoltre proposta, come misura complementare, la realizzazione di un Fondo in grado di livellare le pensioni più datate che risultano le più inadeguate.

 

 
  CASSAZIONE:
IL PICCOLO AZIONISTA HA RAGIONE
 
 

La Suprema Corte dà ragione a un piccolo azionista di Capitalia, che aveva lanciato accuse in assemblea contro il presidente del gruppo bancario, Cesare Geronzi, per i suoi rapporti con Giuseppe Ciarrapico.
Oggetto del contendere i finanziamenti della ex Banca di Roma alle società di Ciarrapico, finanziamenti contestati da Francesco Santoro, questo il nome del piccolo azionista che ha denunciato le “attività di sostegno che i vertici della Banca di Roma, ricorrendo a false comunicazioni sociali e fruendo di utili tolleranze in sede di controllo, avrebbero fornito al gruppo Ciarrapico”.
La sentenza della Suprema Corte ha annullato così un provvedimento del GIP che nel 2003 aveva respinto l’istanza presentata da Santoro contro l’archiviazione della denuncia verso Geronzi.
Adesso gli atti tornano al Tribunale di Roma. L’unico commento di Capitalia è che “la Cassazione non è entrata nel merito della vicenda, assicurando a Santoro solo il diritto al contraddittorio” e che “le fasi principali della sentenza ricordano quelli utilizzati dalla Corte di appello di Roma” quando nel 2001 non condannò Santoro dopo la denuncia per diffamazione presentata da Geronzi contro le accuse che il piccolo azionista aveva espresso nelle assemblee.

 

TiroAssegno

 
  BANCA ETICA
IMPEGNO COMUNE PER CREARE UNA VERA BANCA EUROPEA ALTERNATIVA
 

A cinque anni dalla sua nascita, Banca Popolare Etica può ormai dichiarare consolidati i suoi successi in termini di numero di soci, capitale sociale, raccolta risparmio e numero di clienti, con interventi che spaziano dal Terzo settore alla responsabilità sociale d’impresa al microcredito, dalla dimensione europea all’impegno per lo sviluppo dei paesi del Sud del mondo.
I numeri parlano chiaro: oltre 23 mila soci, 12 mila conti correnti, 260 milioni di euro di raccolta diretta e 50 milioni di raccolta indiretta per Etica Sgr (società di gestione di risparmio nata per indirizzare gli investimenti finanziari di famiglie e istituzioni).
"Attraverso la massima trasparenza e la sobrietà nel suo agire - ha dichiarato il presidente Fabio Salviato - Banca Etica è espressione di finanza a fine dell’economia, e non di finanza solo fine a se stessa e causa di errori e tracolli, come quelli dimostrati dagli ultimi fatti di cronaca".
Banca Etica, in pole position nello speciale elenco che la Banca Centrale Europea sta compilando e che comprende soltanto "banche speciali", sul fronte internazionale partecipa a Febea (Federazione europea banche etiche e alternative) e a Sefea (il primo consorzio finanziario etico e alternativo continentale) con l’intento comune di creare quanto prima una Banca Europea Alternativa.

 
BANCA INTESA: ADDIO ALLE ARMI

Mai più finanziamenti al commercio delle armi. L’ha deciso Banca Intesa, annunciando in una nota stampa la sospensione di ogni "partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano l’esportazione, l’importazione e transito di armi e di sistemi di arma".
Il noto istituto di credito vuole così "rispondere a un’esigenza espressa da ampi e diversificati settori dell’opinione pubblica, che fanno riferimento a istanze etiche sia laiche sia religiose" di gruppi pacifisti e di organizzazioni della finanza etica che hanno promosso la campagna "Mancaintesa" in collaborazione con Pax Christi , Beati i Costruttori di Pace , Puntorosso e Manitese.
Banca Intesa, comunque, si riserva di valutare autonomamente operazioni che, pur rientrando fra quelle previste dalla legge 185, non abbiano caratteristiche tali da essere incoerenti con lo spirito di ‘banca non-armata’. In questi casi, le operazioni verranno segnalate sul sito internet dell’istituto. Gli effetti della decisione di uscire in tempi rapidi dal settore delle armi si vedranno già quest’anno e saranno contenuti nella Relazione 2004 del governo sull’attuazione della legge, che sarà pronta nei primi mesi del 2005.