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“FARE TESORO DEL MONITO
DI CIAMPI, TUTELANDO
IL RISPARMIO E RIDANDO FIDUCIA AL SISTEMA”
Dopo
i crack Cirio e Parmalat, tutti concordano che occorre accertare
rapidamente le diverse responsabilità per ricreare
nel più breve tempo possibile un clima di fiducia,
fondamentale nel Paese per i risparmiatori e per tutto il
sistema produttivo italiano.
Raccogliendo i moniti del Presidente Carlo Azeglio Ciampi
su questi temi e sulla necessità che le banche non
frenino l’erogazione del credito, soprattutto alle piccole
e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del sistema
produttivo italiano, è intervenuto il Segretario Generale
della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), Carlo
Giorgetti.
“Gli scandali sono gravi e devono indurci a riflessioni
attente e pacate, facendo tesoro anche di queste esperienze
negative. Tuttavia, a nessuno può giovare un clima
di caccia alle streghe o scoperti tentativi di ricerca di
capri espiatori”.
“Al contrario, bisogna che Governo, Parlamento, parti
politiche e sociali, insomma, tutti coloro che hanno responsabilità
pubbliche, si impegnino senza pregiudizi per trovare soluzioni
idonee ai problemi di protezione del risparmio e di rilancio
dell’economia, nell’interesse di tutto il Paese”
– ha continuato Giorgetti.
“La FABI – ha concluso l’esponente sindacale
–oltre che ad una politica di rilancio dell’economia,
ora assai depressa, è molto interessata alla riforma
degli strumenti di tutela del risparmio, al sistema di governance
della finanza, all’introduzione di norme più
severe per le aziende che operano nei cosiddetti paradisi
fiscali e di vincoli cogenti in grado di assicurare la trasparenza
e la separazione tra banche e imprese”. • |
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“INTRODURRE
AGGRAVANTI PER I REATI CONTRO GLI ANZIANI”
"Il
Senato discuta al più presto il ddl per introdurre
come aggravante l’aver commesso un reato contro persona
di età pari o superiore ai 65 anni". Questo è
quanto richiede la Fabi, per bocca del Segretario Nazionale
Giacomo Melfi.
"Questo ddl - precisa Melfi - è nato dalla constatazione
dell’aumento di odiosi reati commessi ai danni delle
persone anziane. Occorre approvarlo al più presto poiché,
pur trattandosi di reati minori ad opera della cosiddetta
microcriminalità, questi sono assai pericolosi per
l’incolumità fisica dei soggetti coinvolti: anziani
spesso soli e senza difese. La nostra società deve
tutelare il diritto dell’anziano a vivere serenamente
nella propria abitazione e a potersi muovere nell’ambito
di una città senza alcun timore". "Riconoscere
come aggravante il fatto di aver compiuto un reato ai danni
di un anziano - conclude Melfi - costituirebbe almeno un deterrente
per chi intende approfittarsi di soggetti deboli". • |
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LA CORTE COSTITUZIONALE:
“GOVERNO E SINDACATI pongano rimedio all’erosione
delle pensioni” La
Corte Costituzionale, con la sentenza precettiva 30/2004,
giudica il governo e i sindacati responsabili del disastro
del sistema pensionistico italiano.
La Corte Costituzionale, dopo aver ricostruito la storia legislativa
della previdenza sociale italiana, ha riconosciuto che il
meccanismo di adeguamento delle pensioni risulta inefficace
in quanto frutto del degrado dei dispositivi previsti periodicamente
nel nostro ordinamento e conseguentemente invita i legislatori
e le parti sociali a modificarlo. In passato, sottolinea la
Corte, con la legge 177/1978 sono già state previste
alcune misure per la concertazione fra sindacati e governo
di un indice per l’adeguamento periodico delle pensioni
che avrebbe garantito l’effettivo aggiornamento degli
importi all’inflazione annuale ma questa legge è
rimasta disattesa. La Corte attribuisce la responsabilità
di questa situazione sia ai sindacati, che non hanno inserito
in nessun negoziato il problema dell’adeguamento delle
pensioni, sia ai legislatori i quali dopo la legge 177/1978
hanno cercato sempre meno di risolvere la questione affidandosi
a leggi ad hoc.
La Consulta sollecita il Parlamento ad individuare un automatismo
che garantisca un reale adeguamento dei trattamenti pensionistici
alle variazioni del costo della vita, tale da assicurare ai
lavoratori e alle loro famiglie mezzi adeguati alla conduzione
di un’esistenza dignitosa in linea con i principi costituzionali
affermati negli articoli 36 e 38.
Le pensioni perdendo di anno in anno il loro valore determinano
parallelamente il decrescere della domanda interna italiana.
La questione dell’adeguamento delle pensioni è,
dunque, particolarmente rilevante dal punto di vista sociale,
ma non solo. Infatti, economicamente parlando, i pensionati
oggi in Italia sono 18.345.493 e rappresentano, quindi, una
fascia della società molto rilevante che, perdendo
il potere d’acquisto per l’inadeguatezza delle
pensioni, crea una situazione di cui risente l’intero
sistema economico. La conservazione del potere d’acquisto
delle pensioni dovrebbe essere un obiettivo in ogni riforma
del sistema pensionistico per garantire la stabilità
dell’economia nazionale, cosa che purtroppo non accade
nel testo della riforma Maroni che ignora la questione, nonostante
la Consulta e alcuni deputati abbiano presentato in Parlamento
proposte per l’inclusione automatica di una clausola
in tutti i contratti pubblici e privati, che renda automatici
gli aumenti percentuali anche per i lavori in quiescenza di
quel settore. E’ stata inoltre proposta, come misura
complementare, la realizzazione di un Fondo in grado di livellare
le pensioni più datate che risultano le più
inadeguate. • |
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CASSAZIONE:
IL PICCOLO AZIONISTA HA RAGIONE |
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La
Suprema Corte dà ragione a un piccolo azionista di
Capitalia, che aveva lanciato accuse in assemblea contro il
presidente del gruppo bancario, Cesare Geronzi, per i suoi
rapporti con Giuseppe Ciarrapico.
Oggetto del contendere i finanziamenti della ex Banca di Roma
alle società di Ciarrapico, finanziamenti contestati
da Francesco Santoro, questo il nome del piccolo azionista
che ha denunciato le “attività di sostegno che
i vertici della Banca di Roma, ricorrendo a false comunicazioni
sociali e fruendo di utili tolleranze in sede di controllo,
avrebbero fornito al gruppo Ciarrapico”.
La sentenza della Suprema Corte ha annullato così un
provvedimento del GIP che nel 2003 aveva respinto l’istanza
presentata da Santoro contro l’archiviazione della denuncia
verso Geronzi.
Adesso gli atti tornano al Tribunale di Roma. L’unico
commento di Capitalia è che “la Cassazione non
è entrata nel merito della vicenda, assicurando a Santoro
solo il diritto al contraddittorio” e che “le
fasi principali della sentenza ricordano quelli utilizzati
dalla Corte di appello di Roma” quando nel 2001 non
condannò Santoro dopo la denuncia per diffamazione
presentata da Geronzi contro le accuse che il piccolo azionista
aveva espresso nelle assemblee. •
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BANCA ETICA
IMPEGNO COMUNE PER CREARE UNA VERA BANCA EUROPEA ALTERNATIVA |
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A
cinque anni dalla sua nascita, Banca Popolare Etica può
ormai dichiarare consolidati i suoi successi in termini di
numero di soci, capitale sociale, raccolta risparmio e numero
di clienti, con interventi che spaziano dal Terzo settore
alla responsabilità sociale d’impresa al microcredito,
dalla dimensione europea all’impegno per lo sviluppo
dei paesi del Sud del mondo.
I numeri parlano chiaro: oltre 23 mila soci, 12 mila conti
correnti, 260 milioni di euro di raccolta diretta e 50 milioni
di raccolta indiretta per Etica Sgr (società di gestione
di risparmio nata per indirizzare gli investimenti finanziari
di famiglie e istituzioni).
"Attraverso la massima trasparenza e la sobrietà
nel suo agire - ha dichiarato il presidente Fabio Salviato
- Banca Etica è espressione di finanza a fine dell’economia,
e non di finanza solo fine a se stessa e causa di errori e
tracolli, come quelli dimostrati dagli ultimi fatti di cronaca".
Banca Etica, in pole position nello speciale elenco che la
Banca Centrale Europea sta compilando e che comprende soltanto
"banche speciali", sul fronte internazionale partecipa
a Febea (Federazione europea banche etiche e alternative)
e a Sefea (il primo consorzio finanziario etico e alternativo
continentale) con l’intento comune di creare quanto
prima una Banca Europea Alternativa.• |
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BANCA
INTESA: ADDIO ALLE ARMI |
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Mai
più finanziamenti al commercio delle armi. L’ha
deciso Banca Intesa, annunciando in una nota stampa la sospensione
di ogni "partecipazione a operazioni finanziarie che
riguardano l’esportazione, l’importazione e transito
di armi e di sistemi di arma".
Il noto istituto di credito vuole così "rispondere
a un’esigenza espressa da ampi e diversificati settori
dell’opinione pubblica, che fanno riferimento a istanze
etiche sia laiche sia religiose" di gruppi pacifisti
e di organizzazioni della finanza etica che hanno promosso
la campagna "Mancaintesa" in collaborazione con
Pax Christi , Beati i Costruttori di Pace , Puntorosso e Manitese.
Banca Intesa, comunque, si riserva di valutare autonomamente
operazioni che, pur rientrando fra quelle previste dalla legge
185, non abbiano caratteristiche tali da essere incoerenti
con lo spirito di ‘banca non-armata’. In questi
casi, le operazioni verranno segnalate sul sito internet dell’istituto.
Gli effetti della decisione di uscire in tempi rapidi dal
settore delle armi si vedranno già quest’anno
e saranno contenuti nella Relazione 2004 del governo sull’attuazione
della legge, che sarà pronta nei primi mesi del 2005.
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