di Arturo      
Più valore alla professionalità
     
Carmelo Benedetti,
Segretario Nazionale
Fabi

(Foto di Lodovico Antonini)
   
     
“Bisogna risolvere il problema
delle
prestazioni eccedenti
e poi dare tutela alla qualità del lavoro dei Quadri
direttivi
sia dal
punto
di vista
salariale
sia dal punto
di vista professio-nale"
 
     
“I sistemi incentivanti devono
essere trasparenti
ed equi, con obiettivi che tengano
conto della professiona-lità e dei principi etici irrinunciabili dell’attività
del bancario”
     
Giuliano
De Filippis,
Resp.
’Esecutivo Nazionale Quadri
Direttivi
     
   

Carmelo Benedetti, Segretario Nazionale FabiA chiusura dell’Assemblea del Coordinamento Nazionale dei Quadri Direttivi della FABI, nel corso della quale sono stati eletti i nuovi organismi che gestiranno il Coordinamento nel prossimo quadriennio, rivolgiamo alcune domande a Carmelo Benedetti il quale, come referente della Segreteria Nazionale per il Coordinamento, ha seguito lo svolgimento dei lavori.

Quali le novità scaturite dall’Assemblea Nazionale e quali i temi al centro del dibattito dei delegati?
Il dibattito ha toccato un po’ tutti i problemi che oggi vive la categoria. La novità più importante è rappresentata dalla composizione del nuovo Esecutivo che, per una serie di motivi concomitanti, è oggi quasi completamente nuovo. Ritengo che ciò rappresenti un fatto positivo a conferma della capacità della nostra Organizzazione di continuare sulla strada del rinnovamento. Auguro buon lavoro al neo eletto Coordinatore Giuliano De Filippis, e a tutti i componenti l’Esecutivo e il Direttivo. So, per esperienza personale, quante difficoltà dovranno affrontare, ma sono certo che saranno in grado di assolvere nel miglior modo possibile al difficile compito che li attende.
Ritieni che le difficoltà da affrontare saranno nuove e diverse?
No, penso che nella maggior parte dei casi si ripresenteranno quei problemi che nello scorso quadriennio sono rimasti irrisolti.

Puoi farcene cenno?
Negli anni scorsi il Coordinamento ha offerto più volte a tutte le strutture, SAB e organismi aziendali, la propria disponibilità ad interventi che favorissero il miglioramento dei rapporti con gli iscritti e dirigenti sindacali appartenenti alla categoria dei Quadri Direttivi. Purtroppo, nonostante sia ormai dimostrato il fatto che il numero dei Quadri Direttivi fra i bancari sia in continua crescita e che, quindi, i Quadri rappresenteranno una importante parte di lavoratori, abbiamo potuto effettuare pochi interventi rispetto a quelli preventivati, forse a causa di una ancor insufficiente sensibilità. Tuttavia, sono certo che i Quadri Direttivi, che in alcune aziende rappresentano oltre il 40% del personale, troveranno da parte della Fabi l’attenzione e le tutele che meritano. La Segreteria Nazionale è molto determinata al riguardo e ha sempre dato il massimo appoggio al Coordinamento, sostenendone l’attività. Va sottolineato che alcune importanti iniziative, quali ricerche e convegni, si sono potute effettuare proprio grazie alla Segreteria Nazionale.

E gli altri problemi, quelli esterni?
Quelli esterni sono i problemi di una categoria profondamente penalizzata dall’introduzione dell’Area avvenuta con il CCNL del 1999.
Voglio ricordare che il Coordinamento ha effettuato due interessanti indagini, svolte con l’ausilio di importanti Istituti di Ricerca e con il coinvolgimento delle Rappresentanze Sindacali Aziendali e dei Relativi Gestori delle Risorse Umane dei maggiori Gruppi Bancari Italiani, a garanzia della scientificità delle ricerche e, quindi, dell’attendibilità dei risultati.
La prima indagine riguardava gli allora Funzionari, Quadri e Quadri Super, prima della sottoscrizione dell’ultimo CCNL che ha sconvolto le norme contrattuali con la scomparsa della figura del funzionario e la nascita di quella del Quadro Direttivo. La seconda indagine, è stata svolta invece all’indomani della creazione dell’Area.
I risultati della prima indagine, hanno rappresentato una categoria di lavoratori, preoccupati soprattutto del mantenimento dei livelli occupazionali. Ricordo che allora non era ancora stato sottoscritto l’accordo per la creazione del “Fondo di settore di solidarietà e sostegno al reddito”.
Nella seconda indagine le attenzioni sono state ovviamente rivolte agli innumerevoli problemi causati dalle norme create per l’introduzione dell’Area, che le aziende hanno utilizzato nella quasi totalità dei casi in modo unilaterale.
Ebbene, se la costituzione del “fondo di solidarietà” ha fornito, nel difficile momento delle ristrutturazioni aziendali, un importante strumento di tutela dei lavoratori, i problemi rivenienti dall’introduzione della nuova Area restano e con essi le problematiche che il Coordinamento dovrà affrontare.

Ci puoi indicare quali sono le più importanti?
Innanzitutto resta ancora irrisolto il problema del riconoscimento effettivo delle prestazioni eccedenti. Mi riferisco alle prestazioni effettuate oltre il normale orario di lavoro. Ore che, agli attuali QD1 e QD2, una volta erano remunerate con il pagamento degli “straordinari”. Oggi accade che, tranne che nelle rare eccezioni nelle quali vi sono stati accordi fra sindacato e azienda, il sistema dell’autocertificazione non funziona.
Inoltre, per ammissione della stessa ABI, l’attuale organizzazione aziendale non consente la prevista “autogestione dell’orario di lavoro”. La conseguenza di questo stato di cose è che il Quadro Direttivo, per le prestazioni eccedenti, non potrà usufruire né del recupero in permessi retribuiti, né della relativa retribuzione in ragione delle ore segnalate. È una situazione ormai insostenibile che dovrà trovare nel prossimo CCNL una soluzione definitiva.
Altrettanto importante mi pare sia la tutela della qualità del lavoro del Quadro Direttivo, sia dal punto di vista salariale che professionale. Sappiamo tutti che, con l’ultimo CCNL, la categoria ha compiuto enormi sacrifici economici che, se nell’immediato possono apparire poco evidenti, in prospettiva assumeranno una incidenza sempre maggiore, soprattutto se, come pare sia intenzione delle aziende, si vorrà legare sempre più la remunerazione a numerosi fattori, che faranno diventare la parte flessibile del salario sempre più consistente, soprattutto per i Quadri.

Perché preoccupa tanto l’allargamento della flessibilità del salario?
Le nostre ricerche, i cui risultati sono stati analizzati anche da sindacati e dirigenti aziendali di tre Paesi europei, hanno rilevato che la parte più consistente del salario variabile è oggi costituita dal “salario incentivante” che lega al raggiungimento di obiettivi mediamente un buon 25% del salario del Quadro Direttivo. Di ciò risente senza dubbio la qualità della prestazione, poiché non sempre la capacità di “buon venditore” è legata all’incremento della capacità professionale.
Inoltre si hanno pesanti ripercussioni sul piano dei ritmi e dei tempi di lavoro, con i colleghi impegnati normalmente oltre il normale orario di lavoro e, per di più, con l’alea di non vedersi nemmeno riconosciuta la prestazione effettuata. Occorrono, quindi, norme che garantiscano l’intervento effettivo del sindacato nell’introduzione dei sistemi incentivanti che debbono essere trasparenti ed equi, con obiettivi che tengano conto della professionalità e dei principi etici irrinunciabili dell’attività del bancario. Perché ciò sia possibile, è fondamentale che al Quadri Direttivo venga fornita una seria e continua formazione e la più completa informazione sui prodotti che è chiamato a collocare.
Insomma, formazione e trasparenza.

Rispetto alla necessità di maggiore professionalità del Quadro Direttivo, sarà sufficiente garantire più formazione e trasparenza nella gestione dei Sistemi Incentivanti?
No, certo. Questi sono obiettivi ormai irrinunciabili, ma è essenziale che nel prossimo CCNL vengano definite regole più chiare anche sull’utilizzo dei Ruoli Chiave. Nel passato, salvo che in rari casi, le banche hanno utilizzato con scarsa attenzione questo importante, se non addirittura fondamentale, strumento contrattuale. Il Ruolo Chiave deve divenire una effettiva opportunità per la crescita della produttività aziendale e contemporaneamente uno strumento per il riconoscimento della professionalità del Quadro Direttivo, soprattutto per i due livelli più alti dell’Area. Quindi, Ruoli Chiave assegnati in base alle esigenze aziendali, ma anche alle soggettive capacità professionali e non, come oggi accade, legati solo alle mansioni tempo per tempo assegnate. Anche in questo occorre maggiore trasparenza e regole certe per l’assegnazione, legando il riconoscimento del Ruolo a elementi quali la formazione, la rotazione e l’affiancamento.

Giuliano De Filippis, Responsabile dell'Esecutivo Nazionale Quadri DirettiviChe ci dici del recupero salariale, rispetto al quale ci sono molte attese?
Il recupero salariale sarà essenziale per una categoria di lavoratori che ha pagato pesantemente in tema remunerativo l’introduzione dell’Area. Ricordiamo la revisione dei parametri retributivi degli ex funzionari, la riduzione a soli quattro livelli retributivi degli inquadramenti dell’Area e la forte incertezza della remunerazione delle prestazioni aggiuntive degli ex Quadri e Quadri Super oggi QD1 e QD2.
Noi abbiamo proposto:
• il raddoppio della forfetizzazione delle prestazioni eccedenti per i QD1 e QD2;
• una maggior trasparenza nell’assegnazioni dei Ruoli Chiave con il riconoscimento della effettiva professionalità e della relativa remunerazione non più di natura esclusivamente indennitaria;
• il riassetto del riconoscimento degli inquadramenti minimi;
• maggiore trasparenza ed equità nell’assegnazione degli obiettivi legati ai Sistemi Incentivanti;
• l’innalzamento dei parametri retributivi
Queste richieste rappresentano una importante occasione per permettere al Quadro Direttivo il giusto recupero economico, in ragione delle sempre maggiori disponibilità e responsabilità a lui richieste.

Di fronte a tutto ciò, quale sarà il compito del Coordinamento dei Quadri Direttivi della FABI?
Intanto, vorrei ricordare che la FABI è l’unica organizzazione sindacale del settore ad aver creato un organismo specifico per i problemi dell’Area, a riprova dell’attenzione che la Segreteria Nazionale pone ai problemi ed alle specificità dei Quadri.
Poi, penso ad un duplice impegno:
• il primo sarà quello di garantire, attraverso incontri, interventi e diffusione di comunicazioni, un continuo rapporto fra la Federazione e le sue strutture periferiche, alle quali appartengono i dirigenti sindacali e gli iscritti dell’Area dei Quadri Direttivi;
• il secondo, sarà quello di supporto tecnico alla attività del Comitato Direttivo Centrale e della Segreteria Nazionale, attraverso la ricerca, lo studio e l’analisi delle problematiche particolari e specifiche della categoria.
Ciò sarà essenziale, almeno fino a quando non sarà stato completamente “digerito” il profondo cambiamento introdotto con il CCNL del luglio 1999.