A
chiusura dell’Assemblea del Coordinamento Nazionale dei Quadri Direttivi
della FABI, nel corso della quale sono stati eletti i nuovi organismi che
gestiranno il Coordinamento nel prossimo quadriennio, rivolgiamo alcune
domande a Carmelo Benedetti il quale, come referente della Segreteria Nazionale
per il Coordinamento, ha seguito lo svolgimento dei lavori.
Quali le novità scaturite dall’Assemblea Nazionale
e quali i temi al centro del dibattito dei delegati?
Il dibattito ha toccato un po’ tutti i problemi che oggi vive la
categoria. La novità più importante è rappresentata
dalla composizione del nuovo Esecutivo che, per una serie di motivi concomitanti,
è oggi quasi completamente nuovo. Ritengo che ciò rappresenti
un fatto positivo a conferma della capacità della nostra Organizzazione
di continuare sulla strada del rinnovamento. Auguro buon lavoro al neo
eletto Coordinatore Giuliano De Filippis, e a tutti i componenti l’Esecutivo
e il Direttivo. So, per esperienza personale, quante difficoltà
dovranno affrontare, ma sono certo che saranno in grado di assolvere nel
miglior modo possibile al difficile compito che li attende.
Ritieni che le difficoltà da affrontare saranno nuove e
diverse?
No, penso che nella maggior parte dei casi si ripresenteranno quei problemi
che nello scorso quadriennio sono rimasti irrisolti.
Puoi farcene cenno?
Negli anni scorsi il Coordinamento ha offerto più volte a tutte
le strutture, SAB e organismi aziendali, la propria disponibilità
ad interventi che favorissero il miglioramento dei rapporti con gli iscritti
e dirigenti sindacali appartenenti alla categoria dei Quadri Direttivi.
Purtroppo, nonostante sia ormai dimostrato il fatto che il numero dei
Quadri Direttivi fra i bancari sia in continua crescita e che, quindi,
i Quadri rappresenteranno una importante parte di lavoratori, abbiamo
potuto effettuare pochi interventi rispetto a quelli preventivati, forse
a causa di una ancor insufficiente sensibilità. Tuttavia, sono
certo che i Quadri Direttivi, che in alcune aziende rappresentano oltre
il 40% del personale, troveranno da parte della Fabi l’attenzione
e le tutele che meritano. La Segreteria Nazionale è molto determinata
al riguardo e ha sempre dato il massimo appoggio al Coordinamento, sostenendone
l’attività. Va sottolineato che alcune importanti iniziative,
quali ricerche e convegni, si sono potute effettuare proprio grazie alla
Segreteria Nazionale.
E gli altri problemi, quelli esterni?
Quelli esterni sono i problemi di una categoria profondamente penalizzata
dall’introduzione dell’Area avvenuta con il CCNL del 1999.
Voglio ricordare che il Coordinamento ha effettuato due interessanti indagini,
svolte con l’ausilio di importanti Istituti di Ricerca e con il
coinvolgimento delle Rappresentanze Sindacali Aziendali e dei Relativi
Gestori delle Risorse Umane dei maggiori Gruppi Bancari Italiani, a garanzia
della scientificità delle ricerche e, quindi, dell’attendibilità
dei risultati.
La prima indagine riguardava gli allora Funzionari, Quadri e Quadri Super,
prima della sottoscrizione dell’ultimo CCNL che ha sconvolto le
norme contrattuali con la scomparsa della figura del funzionario e la
nascita di quella del Quadro Direttivo. La seconda indagine, è
stata svolta invece all’indomani della creazione dell’Area.
I risultati della prima indagine, hanno rappresentato una categoria di
lavoratori, preoccupati soprattutto del mantenimento dei livelli occupazionali.
Ricordo che allora non era ancora stato sottoscritto l’accordo per
la creazione del “Fondo di settore di solidarietà e sostegno
al reddito”.
Nella seconda indagine le attenzioni sono state ovviamente rivolte agli
innumerevoli problemi causati dalle norme create per l’introduzione
dell’Area, che le aziende hanno utilizzato nella quasi totalità
dei casi in modo unilaterale.
Ebbene, se la costituzione del “fondo di solidarietà”
ha fornito, nel difficile momento delle ristrutturazioni aziendali, un
importante strumento di tutela dei lavoratori, i problemi rivenienti dall’introduzione
della nuova Area restano e con essi le problematiche che il Coordinamento
dovrà affrontare.
Ci puoi indicare quali sono le più importanti?
Innanzitutto resta ancora irrisolto il problema del riconoscimento effettivo
delle prestazioni eccedenti. Mi riferisco alle prestazioni effettuate
oltre il normale orario di lavoro. Ore che, agli attuali QD1 e QD2, una
volta erano remunerate con il pagamento degli “straordinari”.
Oggi accade che, tranne che nelle rare eccezioni nelle quali vi sono stati
accordi fra sindacato e azienda, il sistema dell’autocertificazione
non funziona.
Inoltre, per ammissione della stessa ABI, l’attuale organizzazione
aziendale non consente la prevista “autogestione dell’orario
di lavoro”. La conseguenza di questo stato di cose è che
il Quadro Direttivo, per le prestazioni eccedenti, non potrà usufruire
né del recupero in permessi retribuiti, né della relativa
retribuzione in ragione delle ore segnalate. È una situazione ormai
insostenibile che dovrà trovare nel prossimo CCNL una soluzione
definitiva.
Altrettanto importante mi pare sia la tutela della qualità del
lavoro del Quadro Direttivo, sia dal punto di vista salariale che professionale.
Sappiamo tutti che, con l’ultimo CCNL, la categoria ha compiuto
enormi sacrifici economici che, se nell’immediato possono apparire
poco evidenti, in prospettiva assumeranno una incidenza sempre maggiore,
soprattutto se, come pare sia intenzione delle aziende, si vorrà
legare sempre più la remunerazione a numerosi fattori, che faranno
diventare la parte flessibile del salario sempre più consistente,
soprattutto per i Quadri.
Perché preoccupa tanto l’allargamento della flessibilità
del salario?
Le nostre ricerche, i cui risultati sono stati analizzati anche da sindacati
e dirigenti aziendali di tre Paesi europei, hanno rilevato che la parte
più consistente del salario variabile è oggi costituita
dal “salario incentivante” che lega al raggiungimento di obiettivi
mediamente un buon 25% del salario del Quadro Direttivo. Di ciò
risente senza dubbio la qualità della prestazione, poiché
non sempre la capacità di “buon venditore” è
legata all’incremento della capacità professionale.
Inoltre si hanno pesanti ripercussioni sul piano dei ritmi e dei tempi
di lavoro, con i colleghi impegnati normalmente oltre il normale orario
di lavoro e, per di più, con l’alea di non vedersi nemmeno
riconosciuta la prestazione effettuata. Occorrono, quindi, norme che garantiscano
l’intervento effettivo del sindacato nell’introduzione dei
sistemi incentivanti che debbono essere trasparenti ed equi, con obiettivi
che tengano conto della professionalità e dei principi etici irrinunciabili
dell’attività del bancario. Perché ciò sia
possibile, è fondamentale che al Quadri Direttivo venga fornita
una seria e continua formazione e la più completa informazione
sui prodotti che è chiamato a collocare.
Insomma, formazione e trasparenza.
Rispetto alla necessità di maggiore professionalità
del Quadro Direttivo, sarà sufficiente garantire più formazione
e trasparenza nella gestione dei Sistemi Incentivanti?
No, certo. Questi sono obiettivi ormai irrinunciabili, ma è essenziale
che nel prossimo CCNL vengano definite regole più chiare anche
sull’utilizzo dei Ruoli Chiave. Nel passato, salvo che in rari casi,
le banche hanno utilizzato con scarsa attenzione questo importante, se
non addirittura fondamentale, strumento contrattuale. Il Ruolo Chiave
deve divenire una effettiva opportunità per la crescita della produttività
aziendale e contemporaneamente uno strumento per il riconoscimento della
professionalità del Quadro Direttivo, soprattutto per i due livelli
più alti dell’Area. Quindi, Ruoli Chiave assegnati in base
alle esigenze aziendali, ma anche alle soggettive capacità professionali
e non, come oggi accade, legati solo alle mansioni tempo per tempo assegnate.
Anche in questo occorre maggiore trasparenza e regole certe per l’assegnazione,
legando il riconoscimento del Ruolo a elementi quali la formazione, la
rotazione e l’affiancamento.
Che
ci dici del recupero salariale, rispetto al quale ci sono molte attese?
Il recupero salariale sarà essenziale per una categoria di lavoratori
che ha pagato pesantemente in tema remunerativo l’introduzione dell’Area.
Ricordiamo la revisione dei parametri retributivi degli ex funzionari,
la riduzione a soli quattro livelli retributivi degli inquadramenti dell’Area
e la forte incertezza della remunerazione delle prestazioni aggiuntive
degli ex Quadri e Quadri Super oggi QD1 e QD2.
Noi abbiamo proposto:
• il raddoppio della forfetizzazione delle prestazioni eccedenti
per i QD1 e QD2;
• una maggior trasparenza nell’assegnazioni dei Ruoli Chiave
con il riconoscimento della effettiva professionalità e della relativa
remunerazione non più di natura esclusivamente indennitaria;
• il riassetto del riconoscimento degli inquadramenti minimi;
• maggiore trasparenza ed equità nell’assegnazione
degli obiettivi legati ai Sistemi Incentivanti;
• l’innalzamento dei parametri retributivi
Queste richieste rappresentano una importante occasione per permettere
al Quadro Direttivo il giusto recupero economico, in ragione delle sempre
maggiori disponibilità e responsabilità a lui richieste.
Di fronte a tutto ciò, quale sarà il compito del Coordinamento
dei Quadri Direttivi della FABI?
Intanto, vorrei ricordare che la FABI è l’unica organizzazione
sindacale del settore ad aver creato un organismo specifico per i problemi
dell’Area, a riprova dell’attenzione che la Segreteria Nazionale
pone ai problemi ed alle specificità dei Quadri.
Poi, penso ad un duplice impegno:
• il primo sarà quello di garantire, attraverso incontri,
interventi e diffusione di comunicazioni, un continuo rapporto fra la
Federazione e le sue strutture periferiche, alle quali appartengono i
dirigenti sindacali e gli iscritti dell’Area dei Quadri Direttivi;
• il secondo, sarà quello di supporto tecnico alla attività
del Comitato Direttivo Centrale e della Segreteria Nazionale, attraverso
la ricerca, lo studio e l’analisi delle problematiche particolari
e specifiche della categoria.
Ciò sarà essenziale, almeno fino a quando non sarà
stato completamente “digerito” il profondo cambiamento introdotto
con il CCNL del luglio 1999.
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