Affidata alla Fabi una ricerca nazionale sull’attività
lavorativa in ambito bancario e sul rischio neurologico – Si tratta
di uno studio dell’organizzazione del lavoro e della tipologia delle
mansioni, che si propone di evidenziare la realtà di questo fenomeno
e fornire specifiche possibilità di intervento
Nel
corso degli ultimi anni il Settore del Credito ha vissuto momenti di grande
trasformazione sia per la qualità e la quantità dei servizi
erogati, sia per quanto si riferisce all’organizzazione stessa del
lavoro.
Per questo la FABI, consapevole che la qualità della vita passa
attraverso una corretta organizzazione del lavoro e che una gestione ottimale
degli ambienti di lavoro richiede competenza e professionalità,
ha avviato una programma di collaborazione con l’ISPESL, Ente che
da sempre occupa un posto di primo piano sulla scena della ricerca e della
verifica in Italia.
Nel 2003 fu firmato tra FABI ed ISPESL uno specifico protocollo di intesa
e di ricerca – firmato dal Presidente Antonio Moccaldi per l’Istituto
e Carlo Giorgetti, Segretario Generale, per la FABI, per monitorare al
meglio la situazione nel Credito, con specifica attenzione agli aspetti
di Formazione ed Informazione, pervenendo infine alla creazione, attraverso
l’erogazione di cinque sessioni di corsi per R.L.S. realizzati con
finanziamento dell’INAIL, di specifici moduli formativi per RLS
del Credito, con una relazione finale curata congiuntamente dal Dr. Carlo
Gentili per l’ISPESL ed il Dr. Loris Brizio per la FABI che è
base per ulteriori affinamenti dei moduli formativi ma anche spaccato
dei problemi specifici della categoria.
Ne parliamo con il Prof. Antonio Moccaldi, Presidente dell’Istituto,
che, molto gentilmente, ha accettato di concederci una parte del suo tempo.
Siamo accompagnati dal Dr. Gerardo Capozza, Capo Ufficio Stampa dell’Istituto.
Il
Prof. Antonio Moccaldi ci accoglie nel suo ufficio in Via Urbana a Roma
ed esordisce con un riconoscimento alla nostra organizzazione:
“Sono lieto che la FABI abbia posto attenzione in modo prioritario
ai temi della sicurezza e della prevenzione, verso i quali sta crescendo,
nel nostro Paese, la sensibilità degli operatori e la cultura della
cittadinanza.”
Qual è il punto più qualificante utile per promuovere
la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro del credito?
“In primo luogo occorre superare la cultura della sanzione, ancora
esistente, con la nuova cultura della prevenzione e ricordare che la salute
non è un bene sostituibile. Anche nel Credito esistono specifiche
patologie che è necessario scoprire, evidenziare e risolvere in
modo preventivo. L’ISPESL si è mosso con determinazione,
perché gli aspetti di prevenzione facciano parte di una cultura
della sicurezza condivisa da tutti, che veda livelli di informazione e
formazione come l'elemento chiave per una adeguata organizzazione. Le
banche, pur nella differenza dimensionale del comparto, sono per noi di
grande interesse”
Perché proprio le banche?
“Perché uniscono l’evidenza delle trasformazioni tecnologiche
(tecnologie nuove, informatica) con le tipiche tensioni operative da stress:
sono un banco prova per patologie e disturbi ancora da conoscere, come
il burn-out ed il mobbing**. Per questo
abbiamo ritenuto di affidare alla FABI, organizzazione maggiormente rappresentativa
del Credito, una ricerca sull’attività lavorativa in ambito
bancario e sul rischio neurologico.”
Di che cosa si tratta, esattamente?
“Essenzialmente di uno studio dell’organizzazione del lavoro
e della tipologia delle mansioni, tale da rendere evidente la realtà
di questo fenomeno e fornire specifiche possibilità di intervento.
E badi bene che i fattori stressogeni sono spesso legati all’uso
improprio di tecnologie o comunque legati ad una scarsa capacità
di integrare le tecnologie –come i Computer-, nell’ambito
dell’organizzazione del lavoro”.
E’ quindi uno studio a tutto campo …
“Certamente! Ed abbiamo anche risposto favorevolmente ad una analoga
richiesta della vostra Federazione per estendere una tale tipologia di
ricerca nell’ambito della Comunità Europea: vi è molto
da imparare in questo senso, ed i paesi dell’Europa Unita non ”girano”,
nel campo della Sicurezza, alla stessa velocità.”
Quali sono gli aspetti che maggiormente le stanno a cuore?
“Io credo che tutti assieme, Università, Enti di ricerca
e parti sociali, dobbiamo concorrere a promuovere in Italia una vera cultura
della sicurezza, che è prima di tutto tutela della salute dell’individuo,
con l’obiettivo di parlare di promozione della salute intesa come
un miglioramento complessivo del benessere anche psicofisico dell’individuo:
tuttavia non può esserci sicurezza senza professionalità
e competenza. Questo è un campo che non ammette incertezze o improvvisazioni.
Per questo l'ISPESL ha sempre privilegiato gli aspetti della ricerca estendendoli
a tutto campo: non solo le macchine, non solo gli ambienti, ma anche gli
aspetti sociali e psicologici, facendoci carico anche delle fasce più
deboli…”
Fasce deboli?
“Si!” - e il Prof. Moccaldi ci lancia un’occhiata significativa
- “Pensate solo ai disabili: non tutte le aziende sono capaci di
differenziare i sistemi di prevenzione e protezione tenendo conto delle
disabilità: non è solo un fatto di barriere architettoniche:
noi vogliamo che l’ambiente di lavoro dei disabili permetta a tutti
loro di essere sullo stesso piano operativo dei normodotati: e per quanto
riguarda l’integrazione operativa, i percorsi professionali, contiamo
sulla Fabi!”
Una parola per concludere…
“Noi crediamo” - conclude sorridendo Antonio Moccaldi accomiatandoci-
“che la scommessa che si chiama responsabilità sociale delle
aziende, passi attraverso ambienti ed organizzazioni di lavoro non soltanto
rispondenti alle norme, ma anche realizzati in modo da garantire quel
benessere psicofisico degli operatori che è base, mi permetta di
ricordarlo, di benessere anche economico per le stesse aziende.”
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