editoriale    
Gianfranco Amato
Identità e differenza
di
Gianfranco
Amato

    L’atteggiamento dell'ABI e delle Banche rende tutto più difficile.
Il clima esterno, lo sappiamo, è quanto di più ostile vi possa essere: le congiunture politiche quasi mai favorevoli; l'introduzione di nuova flessibilità; l'incertezza diffusa del futuro rappresentano le linee di una cornice negativa.
Se all'interno di questo perimetro troviamo anche una indisponibilità delle Parti aziendali, allora le possibilità di un rinnovo contrattuale normale diventano più deboli.
Non è accettabile, infatti, che l'ABI sia stata così a lungo tenacemente legata a condizioni pregiudiziali, che hanno fatto perdere tempo ed hanno allontanato il vero confronto sui contenuti contrattuali, sia economici sia normativi.
Così come appare poco comprensibile il comportamento dell'altro tavolo sindacale, fermamente ostinato a fare da solo, pensando, forse, di essere il vero interprete delle esigenze e delle aspettative della categoria. Senza pensare, invece, che la divisione ritarda e indebolisce e che è l'ultima cosa che i lavoratori chiedono al Sindacato.
La FABI, allora, si trova a confronto su versanti plurimi, esterni ed interni, come altre volte è accaduto nel passato, prossimo e remoto.
Il cammino si presenta più lungo e più faticoso di quello che si poteva pensare fino a qualche mese addietro, ma la FABI ha un’esperienza temprata da una lunga storia, che l'ha sempre accolta come protagonista delle più diverse vicende della categoria.
Ed ha con sé una identità inconfondibile, che rappresenta la sua vera forza.