Pensioni      
a cura dell’Esecutivo Nazionale FABIPensionati      
Alle donne solo il 44% dell'importo complessivo delle pensioni  
 
   

Le donne rappresentano ben il 53,4% del totale dei pensionati italiani, ma percepiscono il 44% dei redditi pensionistici. E’ quanto emerge dalla ricerca “Donne e previdenza”, elaborata dal CNEL, sulla base dei dati forniti dal Casellario centrale pensionati, al 31 dicembre 2001, e di quelli singolarmente rilevati da INPS, INPDAP e ENPALS.
L’importo medio annuo di una prestazione previdenziale se per gli uomini risulta di 13.446 euro, per le donne scende addirittura a 9.368, con una differenza più accentuata al centro-nord rispetto al sud.
“Abbiamo ritenuto cosa utile - ha dichiarato Francesca Santoro, vicepresidente del CNEL e coordinatrice del Gruppo di lavoro intercommissioni sulle Pari Opportunità - che, nel vivo di un acceso confronto sul tema delle pensioni, si riuscisse finalmente a fornire uno spaccato oggettivo, freddo, del trattamento previdenziale delle donne del nostro Paese. Purtroppo, il panorama che si è delineato è quello di un Paese in cui le donne italiane, pur essendo la maggioranza dei pensionati, percepiscono pensioni mediamente e significativamente più basse degli uomini. Da questa ricerca emerge, infatti, un rapporto inverso tra il numero delle pensionate e l’importo pensionistico complessivo, con l’indicazione di un’anzianità contributiva delle donne che solo nell’1,2% dei casi riescono ad arrivare a 40 anni di contributi; mentre il 9,9% arriva ad un’anzianità di 35 anni e ben il 52% resta al di sotto dei 20 anni contributi”.
“È comunque innegabile - prosegue Santoro - che le attuali pensionate mostrino un basso livello di scolarizzazione, come pure il fatto che le nuove generazioni femminili abbiano titoli di studio più elevati. Ma è altrettanto innegabile che le pensionate di domani raccoglieranno i frutti di un mondo del lavoro post-fordista, che, sul tema continuità e della tutela dei diritti appare più fragile e precario rispetto al passato.
Molto si giocherà sulle politiche di crescita di cui questo Paese si doterà, su un tipo di competitività incentrato sulla qualità dei prodotti e delle risorse umane, sull’istituzione di fondi di previdenza complementare, nonché su un progetto di welfare più inclusivo”.
“Pertanto - ha conluso - auspico che chiunque si accinga a mettere mano al sistema previdenziale del Paese ponga seria attenzione al verosimile rischio di creare ulteriori e preoccupanti sacche di povertà soprattutto tra le donne, peggiorando condizioni di vita già disagevoli”.