L'ennesima delusione
per tutti, lavoratori dipendenti e aziende.
Questa e la palpabile sensazione che si ha dopo il provvedimento, inserito
nella Finanziaria 2005,che proroga la scadenza degli attuali rapporti
di concessione sino al 31|12 del prossimo anno.
Continua quindi l’incertezza, alimentata anche da alcune dichiarazioni
del Ministro Siniscalco, su come lo stato provvederà, in un prossimo
futuro, a riscuotere le
imposte.
Si continuerà con l’attuale sistema, oppure verrà
perseguita l’idea di riportare il tutto in mano pubblica?
Nessuno, allo stato. può avere certezze: l’unico elemento
che è ad oggi certo è l’estrema confusione che regna
nel settore.
Già da tempo la Segreteria Nazionale ed il Coordinamento Esattoriali
della FABI hanno espresso il loro pensiero sia in sede istituzionale sia
nei confronti delle Associazioni Datoriali.
Tuttavia, ci pare questo il momento adatto per riaffermare le nostre convinzioni.
È indubbio che il settore , per il 96% circa controllato dagli
istituti di credito, viva da parecchi anni uno stato di profondo malessere
a cui bisogna ovviare, anzitutto, con una concreta ed incisiva attività
legislativa che consenta, in breve tempo, la elaborazione di un Testo
Unico delle Imposte in cui siano coordinate le varie disposizioni legislative.
Ciò consentirebbe chiarezza e omogeneità di comportamenti
nell’attività di riscossione, nonché un’auspicabile
operazione di trasparenza nei confronti dei cittadini, non più
costretti a rincorrere una pletora di provvedimenti molto spesso slegati
fra di loro, se non addirittura contradditori.
Una scelta definitiva e tempestiva va inoltre fatta sul soggetto o sui
soggetti che dovranno gestire il sistema.
Società
pubblica o regime in concessione ???
Allo stato, possiamo riaffermare la nostra contrarietà alla proposta
di legge Tremonti, fortunatamente bloccata in Commissione sotto l’incalzare
di numerose perplessità avanzate dalle parti sociali e, con particolare
vigore, dalla FABI.
Poche e fumose le garanzie per i lavoratori, molte, invece, le agevolazioni
per gli attuali proprietari del sistema che avrebbero potuto avvalersi
di un condono “tombale “sulle somme in contestazione e non
versate all’erario per importi ingentissimi .
Una decisione va presa comunque in tempi rapidi.
A chi giova una proroga sino al 31|12|05 ? A nessuno.
Sicuramente non ai lavoratori, investiti sempre più da procedure
di espulsione dal sistema per accedere alle provvidenze del Fondo esuberi;
sicuramente non alle società di riscossione che, fra l’altro,
avranno l’alibi di provvedere ad una pura sopravvivenza del settore,
risparmiando investimenti in formazione ed in riconversione organizzativa
.
Sicuramente non all’Esecutivo, ove non abbia intenzione di darsi
tempi diversi da quelli della politica.
Non sfugge, infatti, a nessuno che nella Primavera del 2006 verranno celebrate
le elezioni politiche con gli inevitabili “rallentamenti”
dell’attività corrente.
Nel frattempo, si continuerà a vivacchiare con sempre più
alte lamentazioni da parte delle aziende e con un continuo assalto alle
provvidenze del Fondo Esuberi per la parte speciale, per inseguire l’ormai
consolidato e perverso obiettivo di registrare a bilancio utili più
o meno accettabili, agendo solo sui costi del personale.
Come al solito, si cerca di risparmiare sulla pelle dei lavoratori !!!
L’impegno della FABI per questi ultimi mesi dell’anno e per
il 2005 dovrà essere quello di una pressare Governo, Parlamento
e Associazioni datoriali, affinché si giunga, per il sistema, ad
una concreta svolta, che consenta il superamento dell’attuale sfavorevole
congiuntura con i suoi elevati costi sociali.
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