editoriale    
Gianfranco Amato
Abitualmente difficile
di
Gianfranco
Amato

    L'unica cosa certa, al momento in cui scriviamo, è la ripresa della trattativa con ABI assieme ad un calendario di incontri nel mese di ottobre e nei primi giorni di novembre.
La "ripartenza" interviene dopo l’ottimo risultato delle giornate di sciopero, che hanno visto la partecipazione diffusa e compatta della categoria, evidentemente consapevole della posta in gioco, sia economica sia normativa.
Una novità positiva si può certamente sottolineare: il cambio di metodo da parte di ABI, la quale, fino all'ultimo incontro prima delle ferie estive, aveva sostenuto con forza la necessità di una separazione netta tra la parte economica (riferita puramente all'inflazione) e la parte normativa del contratto (peraltro, come è naturale, alquanto complessa e diversamente articolata).
Questo "cambio" va ascritto, in modo particolare, alle argomentazioni della FABI, che ha saputo dimostrare l'esigenza di mantenere integra la piattaforma rivendicativa in tutte le sue parti, evitando la tecnica dei "compartimenti stagni", buona forse per i sottomarini, ma non certo per le trattative sindacali.
Dunque un primo obiettivo raggiunto, se pure di carattere formale.
Diversa, naturalmente, è la possibilità di centrare gli obiettivi di merito, in modo organico ed equilibrato.
Ma questo appartiene alla dinamica della trattativa ed allo sviluppo che essa subirà nei tempi prossimi.
Ora, il compito che ci attende, pur rientrando nei binari di una certa normalità negoziale, si presenta davvero impegnativo.
Dopo aver rimosso, infatti, gli impedimenti di metodo, inizia una procedura finalmente di merito, che dovrà attraversare tutti i capitoli della parte normativa ed approfondire ogni tipo di disponibilità economica. Solo così potremo misurare la distanza che intercorre tra le richieste sindacali e le reali disponibilità di ABI.
Compito arduo, ma ci siamo abituati.