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SERVIZI
BANCARI, AUMENTI SCANDALOSI
I costi
dei vari servizi bancari, come dimostrano i recenti dati ISTAT,
hanno fatto registrare aumenti scandalosi. Per il 2004, la rilevazione
ISTAT li indica nel +7,4 per cento, mentre la remunerazione sui
depositi non supera lo 0,20 - 0,25 per cento. Inoltre, non solo
il servizio bancomat, ma anche quelli relativi al pagamento dei
mutui, delle bollette, alla trimestralità dei conti, ai bonifici
e allo stesso invio della corrispondenza sono stati "ritoccati"
in misura eccessiva da quasi tutte le banche, naturalmente con effetti
negativi sull'andamento del costo della vita; si impongono persino
variazioni contrattuali retroattive; il trasferimento di un conto
da una banca ad un'altra, a dispetto della concorrenza e della libertà
di scelta, è tanto costoso che in pratica costituisce un
impedimento; volendo, poi, trasferire titoli da un istituto di credito
ad un altro si impongono costi superiori ai 1.000 euro. Dulcis
in fundo, la tenuta e la gestione di un conto corrente,
secondo uno studio del World Retail Bank Report
2004, costerebbe per un anno 501 euro.
Per questo, diversi parlamentari di tutte le formazioni politiche
si sono rivolti al Ministro dell’Economia e delle Finanze
per "Ottenere una consistente riduzione dei costi dei servizi
bancari, anche nell'ambito di una più generale politica di
contenimento del costo della vita" ed hanno duramente criticato
"la Banca d'Italia, la cui vigilanza, evidentemente, consiste
semplicemente nel prendere atto di tali aumenti e del collocamento
di titoli obbligazionari, che, come per la Parmalat, Cirio, Giacomelli,
Banca 121 si sono rivelati una vera e propria truffa per i clienti
risparmiatori". •
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IN
10 ANNI RADDOPPIATI PREZZI DI
RISTORANTI, TRATTORIE E PIZZERIE
"In
dieci anni a Roma i prezzi al ristorante, in trattoria e in pizzeria
sono in pratica raddoppiati".
A sostenerlo è l’Aduc che ha condotto un’indagine
sul campo in ristoranti, trattorie e pizzerie della Capitale, "in
un confronto dei costi che può essere preso come indicatore
nazionale".
Sono stati così confrontati i prezzi riportati nella guida
del Gambero Rosso del 1995 e del 2005 (che probabilmente si riferiscono
ai prezzi dell’anno precedente), un periodo abbastanza lungo
da assorbire variazioni stagionali
o annuali dei costi delle
materie prime, di gestione o
dell’effetto euro.
Risultato?Una media di aumento del 98%! "Al consumatore - commenta
l’Aduc in una nota stampa - non possiamo che raccomandare
l’uso dell’unica arma disponibile che ha:
il non acquisto.
Il ristorante e la pizzeria possono essere luoghi di una piacevole
serata con amici e parenti, ma non c’è nessun obbligo
a frequentarli, soprattutto se sono particolarmente cari e se nel
menu c’è la gabella medioevale detta pane e
coperto". •
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FABI ed FNA: Finanziaria
inadeguata "La
manovra finanziaria per il 2005 presenta limiti oggettivi, in quanto
non risponde ai problemi del Paese reale e nasce nelle stanze delle
mediazioni del Governo, piuttosto che attraverso un dibattito con
tutte le Forze sociali.
A fronte di una perdita costante del potere di acquisto delle retribuzioni
e delle pensioni, non si intravede nessuna misura concreta che lasci
prevedere una inversione di tendenza, come se l’impoverimento
del Paese rappresentasse un fatto scontato o di poco conto.
La Finanziaria dà, inoltre, risposte inadeguate sulle questioni
del Mezzogiorno, sulla ricerca e sul piano occupazionale.
Lo stato sociale viene fortemente attaccato da questa manovra governativa
e pesanti sacrifici sono caricati sulle spalle dei Lavoratori e
dei Pensionati.
La FABI e la FNA esprimono il loro giudizio negativo sul complesso
della Finanziaria 2005, in quanto non contribuisce alla risoluzione
dei problemi ed aumenta, invece, le divisioni all’interno
del Paese. •
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“SPESE
SENZA LIMITI
PER GLI ORGANI
COSTITUZIONALI” "La
Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha dichiarato
“inammissibile” l’emendamento presentato
dall’on. Raffaele Costa per porre un freno agli eccessivi
aumenti previsti per il 2005 riguardo la dotazione finanziaria
degli Organi Costituzionali. Il prossimo anno le spese complessive
di Quirinale, Senato, Camera e Corte Costituzionale toccheranno
così quota 1.631 milioni di euro (3.159 miliardi di
lire), con un incremento del 5% rispetto al 2004 (e del 45%
rispetto al 2000), mentre a tutte le altre pubbliche amministrazioni
viene posto il limite del 2%. Secondo la presidenza della
Commissione, “sulla base dei precedenti consolidati,
non si valutano ammissibili emendamenti che incidano sugli
stanziamenti destinati agli Organi costituzionali, in quanto
ritenuti lesivi dell’autonomia finanziaria degli stessi”.
“Nessun precedente consolidato - ha dichiarato Costa
- può giustificare il fatto che aumenti di tale portata
siano sottratti alla valutazione del Parlamento. Le dotazioni
finanziarie di tutte le Amministrazioni dello Stato, in base
alla Costituzione, devono essere determinate, solo ed esclusivamente,
dalle Camere”.
Secondo Costa, invece, “gli organi costituzionali ‘comunicano’
gli stanziamenti necessari al proprio funzionamento ed il
Parlamento è costretto a prenderne atto, senza poter
incidere in alcuna maniera”.
“Ce ne è abbastanza per sollevare la questione
di legittimità costituzionale davanti alla Consulta
- ha aggiunto il parlamentare forzista che, pur apprezzando
“la buona volontà “ del presidente Giorgetti,
ha fatto sapere di non poter accettare “una soluzione
che non consenta al Parlamento di verificare le richieste,
giustificate o meno, da parte di Quirinale, Senato, Camera,
Corte Costituzionale”.
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