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"L'obesità
è un eccesso di grasso corporeo che produce conseguenze negative
per la salute.
Questa definizione mi sembra molto appropriata in quanto ha il pregio
di permetterci di parlare in termini di vera e propria malattia.
I fattori che concorrono a determinare questa malattia sono molteplici
.
La responsabilità genetica sembra incidere per il 30% nell’insorgenza
della malattia.
C’è
sicuramente una predisposizione genetica che può rendere un individuo
o i membri di una famiglia più suscettibili a diventare obesi .Questa
maggiore vulnerabilità non è in grado da sola di determinare
la malattia senza il concorso di un determinato ambiente.
I fattori ambientali sembrano , quindi , giocare un ruolo critico nello
sviluppo dell’obesità.
Siccome nelle ultime due decadi la prevalenza dell’obesità
ha subito un’impennata impressionante , è difficile ipotizzare
che i nostri geni siano cambiati in cosi breve tempo .
Sicuramente il cambio di stile di vita , in occidente e nei paesi in via
di sviluppo , ha condizionato comportamenti che hanno determinato un bilancio
energetico positivo .
Ciò può essere dovuto o ad un aumentato introito calorico(eccessiva
assunzione di cibo o molto più spesso assunzione sbilanciata dal
punto di vista qualitativo o disordine alimentare) oppure ad un minor
consumo(eccessiva sedentarietà) o ad entrambe le cause.
Nell’immaginario comune, ferme restando le cause genetiche, si tende
erroneamente ad associare l’ obesità all’eccessiva
quantità di cibo consumata.
Eppure , dati statistici alla mano, l’incidenza della spesa per
alimenti e bevande , rispetto ai consumi totali si è ridotta, negli
ultimi 50 anni , dal 54,2% al 18,5% attuale( abbiamo già ridotto
spontaneamente 400 Kcal al giorno rispetto alla rilevazione del 1984 e
nonostante ciò l’obesità continua a crescere).
Forse è
bene ricordare che un paziente obeso accumula in media circa 20 kg in
10 anni e ciò corrisponde a un eccesso energetico quotidiano di
30 -- 40 Kcal , pari a meno di mezzo panino, in presenza di una attività
fisica scarsa o moderata (camminare o salire le scale per mezz’ora
). Analizzando questi dati , risulta lampante come il vero problema dell’eccesso
di peso vada ricercato maggiormente nella sedentarietà e nelle
errate abitudini alimentari piuttosto che nella quantità di cibo
ingerito.
Perché si configuri l’eccesso ponderale, l’organismo
predisposto geneticamente deve venire a contatto con quello che oggi viene
definito “l’ambiente tossico” occidentale , fatto di
sedentarietà e cibo qualitativamente ricco in grassi e zuccheri
semplici ( i veri nemici invisibili).
L’allarme obesità , recentemente rilanciato dal Ministro
della Sanità Sirchia , arriva direttamente dall’Istituto
auxologico italiano , che ha presentato a Milano i risultati del Quarto
Rapporto sull’obesità in Italia .
Dall’analisi di tale rapporto emerge che in Italia ci sono quattro
milioni di obesi ( pari al 9%) e sedici milioni di soggetti in soprappeso
(pari al 33,9%).
Il dato preoccupante non è tanto il numero dei soggetti colpiti
( infatti nella classifica europea ci piazziamo al quint’ultimo
posto ) quanto la tendenza in continua crescita ( è infatti previsto
un aumento del 25% di obesi nei prossimi anni).
Un altro
dato che deve fare molto riflettere arriva dall’analisi dei dati
riguardanti l’eccesso di peso in età pediatrica ( purtroppo
deteniamo , assieme a Spagna e Grecia , il primato in Europa).
Nel nostro paese , il 30-35% dei bambini presenta un eccesso ponderale
e il 10-12% è francamente obeso, con la maggiore frequenza tra
i 9 e i 13 anni .
Va ricordato che il soprappeso dei bambini , nel 25-50% dei casi , persiste
anche nell’età adulta , e tale percentuale sale fino al 75%
in caso di genitori obesi.
Un altro dato analizzato da questa indagine riguarda le patologie associate
all’obesità , con particolare riferimento alla “Sindrome
Metabolica”, caratterizzata da Obesità Viscerale , Intolleranza
Glucidica o Diabete Mellito di tipo II , Ipertensione Arteriosa,
Insulino-resistenza , Ipertrigliceridemia e bassi livelli di Colesterolo
HDL (colesterolo buono) ed alti livelli di Colesterolo LDL (colesterolo
cattivo o aterogeno).
Il 27,2% degli obesi con età maggiore di 18 anni soffre di Cardiopatia
o di Diabete tipo II
o di Ipertensione Arteriosa. Il 14,8% e’ affetto da due di queste
patologie e il 2% da tutte e tre.
Nei bambini
, la Sindrome Metabolica è cosi presente :
Ipertensione Arteriosa (27%); Iinsulino-Resistenza (64%) ; Dislipidemia
(17%) Intolleranza Glucidica (4,5%) ; Microalbuminuria (16%) : fattore
di rischio per cardiovasculopatie e morte precoce.
L’epidemia obesità , oltre al danno sulla salute con le sue
complicanze , incide anche dal punto di vista economico sulla spesa sanitaria
nazionale.
Dati alla mano , ci costa ben 22,8 miliardi di euro all’anno , di
cui il 64% vengono spesi per ricoveri ospedalieri. Elevati anche i costi
indiretti legati al fatto che il 7,2% degli obesi è costretto a
ridurre la propria attività lavorativa e il 5,5% ad abbandonarla.
Eppure , è già sufficiente una riduzione del 5-10% del peso
corporeo per ridurre le complicanze (eventi cardiovascolari , mortalità
cardiovascolare , mortalità per ogni causa..)
La mortalità per Diabete si riduce di oltre il 30% e quella per
ogni causa negli obesi con Diabete di tipo II del 20%. E si riduce anche
del 58% il rischio di sviluppare diabete di tipo II in soggetti predisposti
.
Di fronte a dati cosi allarmanti , urgono interventi multidisciplinari
di tipo nutrizionale , motorio e psicologico finalizzati alla riduzione
della componente grassa e alla prevenzione delle complicanze associate
all’obesità .
Purtroppo , nella realtà occidentale l’obesità , più
che come malattia è vissuta come un inestetismo e ciò condiziona
in modo concreto il trattamento .
Pensate che solo il 18% degli obesi segue una dieta mirata e l’
8% degli obesi assume farmaci, mentre ben il 15% della popolazione con
problemi di peso fa uso di integratori alimentari . •
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