di Andrea Benedetto Medico, Responsabile A.I.D.A.P.
(Associazione Italiana Disturbi Alimentari e Peso) aidapbs@libero.it
     
 
obesità, l'epidemia del terzo millennio
 
 

"L'obesità è un eccesso di grasso corporeo che produce conseguenze negative per la salute.
Questa definizione mi sembra molto appropriata in quanto ha il pregio di permetterci di parlare in termini di vera e propria malattia.
I fattori che concorrono a determinare questa malattia sono molteplici .
La responsabilità genetica sembra incidere per il 30% nell’insorgenza della malattia.
C’è sicuramente una predisposizione genetica che può rendere un individuo o i membri di una famiglia più suscettibili a diventare obesi .Questa maggiore vulnerabilità non è in grado da sola di determinare la malattia senza il concorso di un determinato ambiente.
I fattori ambientali sembrano , quindi , giocare un ruolo critico nello sviluppo dell’obesità.
Siccome nelle ultime due decadi la prevalenza dell’obesità ha subito un’impennata impressionante , è difficile ipotizzare che i nostri geni siano cambiati in cosi breve tempo .
Sicuramente il cambio di stile di vita , in occidente e nei paesi in via di sviluppo , ha condizionato comportamenti che hanno determinato un bilancio energetico positivo .
Ciò può essere dovuto o ad un aumentato introito calorico(eccessiva assunzione di cibo o molto più spesso assunzione sbilanciata dal punto di vista qualitativo o disordine alimentare) oppure ad un minor consumo(eccessiva sedentarietà) o ad entrambe le cause.
Nell’immaginario comune, ferme restando le cause genetiche, si tende erroneamente ad associare l’ obesità all’eccessiva quantità di cibo consumata.
Eppure , dati statistici alla mano, l’incidenza della spesa per alimenti e bevande , rispetto ai consumi totali si è ridotta, negli ultimi 50 anni , dal 54,2% al 18,5% attuale( abbiamo già ridotto spontaneamente 400 Kcal al giorno rispetto alla rilevazione del 1984 e nonostante ciò l’obesità continua a crescere).
Forse è bene ricordare che un paziente obeso accumula in media circa 20 kg in 10 anni e ciò corrisponde a un eccesso energetico quotidiano di 30 -- 40 Kcal , pari a meno di mezzo panino, in presenza di una attività fisica scarsa o moderata (camminare o salire le scale per mezz’ora ). Analizzando questi dati , risulta lampante come il vero problema dell’eccesso di peso vada ricercato maggiormente nella sedentarietà e nelle errate abitudini alimentari piuttosto che nella quantità di cibo ingerito.
Perché si configuri l’eccesso ponderale, l’organismo predisposto geneticamente deve venire a contatto con quello che oggi viene definito “l’ambiente tossico” occidentale , fatto di sedentarietà e cibo qualitativamente ricco in grassi e zuccheri semplici ( i veri nemici invisibili).
L’allarme obesità , recentemente rilanciato dal Ministro della Sanità Sirchia , arriva direttamente dall’Istituto auxologico italiano , che ha presentato a Milano i risultati del Quarto Rapporto sull’obesità in Italia .
Dall’analisi di tale rapporto emerge che in Italia ci sono quattro milioni di obesi ( pari al 9%) e sedici milioni di soggetti in soprappeso (pari al 33,9%).
Il dato preoccupante non è tanto il numero dei soggetti colpiti ( infatti nella classifica europea ci piazziamo al quint’ultimo posto ) quanto la tendenza in continua crescita ( è infatti previsto un aumento del 25% di obesi nei prossimi anni).
Un altro dato che deve fare molto riflettere arriva dall’analisi dei dati riguardanti l’eccesso di peso in età pediatrica ( purtroppo deteniamo , assieme a Spagna e Grecia , il primato in Europa).
Nel nostro paese , il 30-35% dei bambini presenta un eccesso ponderale e il 10-12% è francamente obeso, con la maggiore frequenza tra i 9 e i 13 anni .
Va ricordato che il soprappeso dei bambini , nel 25-50% dei casi , persiste anche nell’età adulta , e tale percentuale sale fino al 75% in caso di genitori obesi.
Un altro dato analizzato da questa indagine riguarda le patologie associate all’obesità , con particolare riferimento alla “Sindrome Metabolica”, caratterizzata da Obesità Viscerale , Intolleranza Glucidica o Diabete Mellito di tipo II , Ipertensione Arteriosa,
Insulino-resistenza , Ipertrigliceridemia e bassi livelli di Colesterolo HDL (colesterolo buono) ed alti livelli di Colesterolo LDL (colesterolo cattivo o aterogeno).
Il 27,2% degli obesi con età maggiore di 18 anni soffre di Cardiopatia o di Diabete tipo II
o di Ipertensione Arteriosa. Il 14,8% e’ affetto da due di queste patologie e il 2% da tutte e tre.
Nei bambini , la Sindrome Metabolica è cosi presente :
Ipertensione Arteriosa (27%); Iinsulino-Resistenza (64%) ; Dislipidemia (17%) Intolleranza Glucidica (4,5%) ; Microalbuminuria (16%) : fattore di rischio per cardiovasculopatie e morte precoce.
L’epidemia obesità , oltre al danno sulla salute con le sue complicanze , incide anche dal punto di vista economico sulla spesa sanitaria nazionale.
Dati alla mano , ci costa ben 22,8 miliardi di euro all’anno , di cui il 64% vengono spesi per ricoveri ospedalieri. Elevati anche i costi indiretti legati al fatto che il 7,2% degli obesi è costretto a ridurre la propria attività lavorativa e il 5,5% ad abbandonarla.
Eppure , è già sufficiente una riduzione del 5-10% del peso corporeo per ridurre le complicanze (eventi cardiovascolari , mortalità cardiovascolare , mortalità per ogni causa..)
La mortalità per Diabete si riduce di oltre il 30% e quella per ogni causa negli obesi con Diabete di tipo II del 20%. E si riduce anche del 58% il rischio di sviluppare diabete di tipo II in soggetti predisposti .
Di fronte a dati cosi allarmanti , urgono interventi multidisciplinari di tipo nutrizionale , motorio e psicologico finalizzati alla riduzione della componente grassa e alla prevenzione delle complicanze associate all’obesità .
Purtroppo , nella realtà occidentale l’obesità , più che come malattia è vissuta come un inestetismo e ciò condiziona in modo concreto il trattamento .
Pensate che solo il 18% degli obesi segue una dieta mirata e l’ 8% degli obesi assume farmaci, mentre ben il 15% della popolazione con problemi di peso fa uso di integratori alimentari . •

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