
Che cosa c’entra
il nostrano “panino” (molto meglio dell’anglosassone
sandwich…) con un problema che assilla la Fabi da quasi due anni,
cioè da quando si è rotto il rapporto che tradizionalmente
univa tutti i sindacati, in nome degli interessi della categoria?
Eppure c’entra!
A Monza, una singolare iniziativa promossa da tutte le Organizzazione
Sindacali della città brianzola - ed entusiasticamente sostenuta
da FABIGiovani – ha ricostituito, almeno per un momento l’unità
perduta.
“Un panino in Piazza”, il nome dato alla manifestazione che
ha portato moltissimi bancari, senza distinzione di fede politica e di
appartenenza sindacale, a consumare insieme il panino della pausa pranzo
in piazza.
Lo scopo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica
intorno al problema del rinnovo di un contratto nazionale fermo da troppo
tempo.
La trattativa, in corso da oltre un anno, è resa ancora più
difficile dalla mancata unità sindacale e dalla contrapposizione
fra le posizioni espresse dalla FABI, il sindacato maggiormente rappresentativo
della categoria, e quelle dei sindacati confederali.
Il valore simbolico dell’incontro dei bancari monzesi, che hanno
raccolto l’invito unitariamente rivolto loro da tutti i Sindacati,
deve suonare come una sollecitazione alle Strutture Nazionali.
“Ricomponete le divisioni e pensate a garantirci un futuro dignitoso”
il messaggio che tutti hanno “sottoscritto”, tra un boccone
di pane e salame ed un bicchiere di vino, pranzando insieme in piazza.
Paola Cogli, Coordinatrice di FABIGiovani, ha così sintetizzato
lo spirito dell’iniziativa: “ È stata un’ occasione
per ribadire ancora una volta che la categoria ha diritto ad un contratto
di lavoro chiaro ed al passo con i tempi e che è dovere di tutte
le Organizzazioni Sindacali rimuovere tutto ciò che ostacola o
rallenta la giusta definizione del CCNL.
Garantire dignità ai lavoratori, salvaguardare il potere d’acquisto
dei salari falcidiati dalla galoppante inflazione reale e valorizzare
la professionalità dei bancari: ecco che cosa si aspettano gli
iscritti di tutte le sigle. Le fumisterie politologiche non riempiono
né il portafoglio, né lo stomaco, né il cuore”.
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