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TASSE.
PAGARE TUTTI
PER PAGARE MENO.
La
migliore e più giusta riduzione della pressione fiscale è
quella che si ottiene facendo pagare le tasse a tutti ed equamente,
il che implica una più diffusa e più attenta presenza
sul territorio della pubblica amministrazione.
Ma in questa direzione non sono voluti andare né i governi
di centro-sinistra, né l’attuale.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: da dieci anni a questa
parte i rapporti tra lo Stato e i cittadini sono ripeggiorati e
la delinquenza sta riprendendo vigore benché le forze dell’ordine
stiano arrestando sempre più delinquenti.
Sarebbe meglio impegnarsi per ridurre i margini di intermediazione
e gli eccessivi passaggi tra produttori e consumatori, questo sì
che restituirebbe reddito alle famiglie!
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ENTI
DISCIOLTI, QUANDO SARANNO,
DEFINITIVAMENTE LIQUIDATI?
La
Camera dei Deputati ha approvato con 416 voti a favore su 424 votanti
un emendamento all’art.28 della legge Finanziaria 2005, presentato
dall’on. Raffaele Costa, volto ad instaurare una maggiore
trasparenza nelle liquidazioni degli enti disciolti.
“Molti enti pubblici soppressi sono stati definitivamente
chiusi - ha affermato il parlamentare - ma, secondo quanto riferito
dalla Ragioneria Generale dello Stato, al 15 ottobre 2004 le liquidazioni
ancora aperte risultano essere 170, anche se 124 si riferiscono
ad enti soppressi a seguito dell’istituzione, nel 1978, del
Servizio Sanitario Nazionale”.
Allo stato attuale, delle liquidazioni si interessa a vario titolo
l’Ispettorato Generale per la Liquidazione degli Enti Disciolti
(IGED), nelle more dell’applicazione della legge n.112/2002,
che ha previsto l’affidamento delle liquidazioni ad una società
direttamente o indirettamente controllata dallo Stato. L’emendamento
dell’on. Costa prevede che la società stessa, congiuntamente
al Ministero dell’Economia e delle Finanze, riferisca annualmente
alle Camere sullo stato della liquidazione degli enti pubblici disciolti,
per i quali la liquidazione stessa non sia stata esaurita entro
il 31 dicembre 2005.
Le liquidazioni attualmente in corso si trascinano mediamente da
23 anni e non mancano alcune situazioni davvero paradossali: la
Linee Aeree Transcontinentali Italiane (LATI spa) è stata
posta in liquidazione 48 anni fa e, a quanto risulta, non è
ancora stata definitivamente liquidata. Ma non è che un esempio.
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BCE: NO
ALLE BANCONOTE DA 1 E 2 EURO "La
BCE (Banca Centrale Europea) ha definitivamente respinto l’ipotesi
di immettere sul mercato banconote da 1 Euro e da 2 Euro, quale
forma di naturale contenimento dei prezzi, così come giustamente
richiesto da più parti. Le giustificazioni addotte costituiscono
un’autentica tautologia: secondo la BCE tutti i vantaggi (non
negati) della circolazione delle banconote da 1 e da 2 Euro sarebbero
eliminati dagli svantaggi (non descritti) derivanti dalla immissione
di banconote di piccolo taglio. E così questo organismo mostruoso,
non eletto da alcuno, si è trasformato in autorevolissimo
ente di appoggio della speculazione finanziaria che, quanto meno
in Italia, ha, di fatto, in pochi anni, equiparato la moneta da
1 euro alla vecchia banconota da mille lire, consentendo, soprattutto
sulle modeste e modestissime transazioni commerciali, utili speculativi
letteralmente giganteschi.
Del resto si poteva immaginare sul serio che da una banca derivasse
un freno alla speculazione? •
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SUPER
CONSOB,
a tutela dei risparmiatori
Soddisfazione
per il voto con cui l’aula della Camera ha approvato
la legge comunitaria che recepisce la direttiva europea sul
market abuse, istituendo una superConsob ed inasprendo le
sanzioni per il reato di abusi di mercato, è espressa
dal presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato,
Riccardo Pedrizzi, il quale auspica che “il provvedimento
venga varato al più presto in via definitiva dal Senato”.
“Dare vita ad una superConsob sull’esempio della
superSec creata in America dopo lo scandalo Enron, come abbiamo
proposto - spiega il senatore di AN - è un segnale
forte ai mercati, agli investitori e ai risparmiatori. I recenti
scandali, infatti, hanno fatto emergere l’importanza
di un intervento diretto a rafforzare la normativa ed i poteri
dell’Autorità che sovrintende al mercato finanziario.
È prioritario quindi dotare la Consob di poteri più
penetranti di indagine e sanzionatori”.
“Un altro passo necessario - aggiunge Pedrizzi - dovrà
essere ovviamente l’approvazione (più veloce
possibile) del ddl di riforma a tutela del risparmio e, in
particolare, delle norme sulla governance societaria, sui
paradisi fiscali, sui revisori contabili e per una maggiore
attenzione ai casi di conflitto di interesse tra imprese e
banche, sia per il ruolo di quanti sono contemporaneamente
amministratori e clienti degli istituti di credito, sia nel
collocamento di specifici strumenti finanziari. Cioè
di quelle norme - conclude il senatore - che davvero servono
a tutelare i risparmiatori”.
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ASSALTO
ALLA BNL
E CONNUBIO BANCA-INDUSTRIA
Una
nuova cordata si è costituita per dare l’assalto
alla Banca Nazionale del Lavoro. Per fare sloggiare dal vertice
di questo istituto l’attuale presidente Luigi Abete
e i suoi amici tutti legati, in un modo o nell’altro,
a Luca Montezemolo, rappresentante del nuovo corso del sistema
economico del nostro paese.
La cordata che punta alla BNL è capeggiata dal deputato
europeo dell’UDC, Vito Bonsignore, ed è appoggiata
da un gruppo di imprenditori che fanno capo a Francesco Gaetano
Caltagirone.
L’on. Mario Lettieri, capogruppo della Margherita nella
commissione Finanze, ritiene che non si debba sottovalutare
l’aspetto politico di questa operazione che vede in
campo “imprenditori-banchieri” che controllano
anche altri istituti di credito.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che è in corso l’acquisizione
dell’Antonveneta da parte della Popolare di Lodi con
il consenso del governatore di Banca d’Italia, Antonio
Fazio”.
Questa catena di connessioni, oltre ad avere una valenza economica,
potrebbe avere l’obiettivo di incidere sugli equilibri
politici italiani. In questo contesto, inoltre, dovrebbe essere
capita anche la strategia del gruppo Caltagirone, che prosegue
le sue acquisizioni nel campo dell’editoria.
Tuttavia, non possiamo limitarci ad indicare questi rischi.
Occorre sottolineare anche l’anomalia del tutto italiana
del “crescente ruolo negli istituti bancari di azionisti
imprenditori. I quali, seppur non singolarmente, ma uniti
da un patto, superano il tetto di partecipazione del 15% imposto
a difesa del principio della separatezza fra banca e industria”.
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COSTI DEI
CONTI E DEI SERVIZI BANCARI: INTERVIENE
L’ANTITRUST
L'Antitrust
ha avviato un’indagine conoscitiva sugli ostacoli alla
mobilità dei clienti nell’intermediazione finanziaria.
In particolare, nel mirino dell’Autorità sono
finiti i cosiddetti switching costs, ossia i costi che gli
utenti devono affrontare per la chiusura di conti correnti
o dei contratti di amministrazione e gestione
patrimoniale in genere.
I consumatori per evitare i costi legati all’interruzione
del rapporto con il proprio intermediario finanziario, finiscono
col restare ostaggi dell’impresa presso la quale effettuano
il primo acquisto. Dunque, i costi e la lunghezza dei tempi
di chiusura impediscono una mobilità degli utenti ed
una concorrenza reale e l’Autorità ha finalmente
deciso di chiarire questa anomalia, confermando ancora una
volta il suo ruolo positivo nel favorire la liberalizzazione
del mercato.
Plaudiamo, quindi, a questa iniziativa dell’Antitrust
e ci aspettiamo che presto si arrivi ad un’eliminazione
degli switching costs che tartassano gli utenti italiani e
ad una riduzione dei costi di chiusura dei conti correnti.
Così come già accade per i telefonini, sarebbe
anche auspicabile arrivare alla portabilità del numero
di conto corrente bancario in modo da poter cambiare istituto
conservando i rapporti con le carte di credito. •
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