Stato sociale      
a cura dell’Esecutivo Nazionale FABIPensionati      
Quale WELFARE?  
 
I QUESITI PIÙ RICORRENTI
Ministero del Welfare - News Famiglia
Bonus per il secondo figlio - ex art.21- DL.n.269/03.

   

vi è un gran parlare su come riformare questo importante settore e molti sono i suggerimenti che da più parti sono indirizzati là dove i cambiamenti possono essere attuati, sempre che ci siano la volontà e i mezzi finanziari necessari.
La politica finalizzata al bene comune deve calarsi nella realtà della società per cogliere tutti quei segnali, indici delle difficoltà e del malessere, che non si possono più negare.
Partendo proprio dal quotidiano e dal concreto si evidenziano una convinzione e un allarme.
La convinzione è che il Welfare, nella sua funzionea di tutela e di promozione del bene per ogni singola persona, è la pietra d’angolo dello sviluppo sociale, l’essenza stessa della stabilità.
Questa affermazione,però, cozza contro la tendenza, oggi generalizzata, di un certo modo di far politica e di una sempre più diffusa cultura, che danno, invece, il primato ai processi economici e al mercato.
Noi siamo convinti che le prospettive demografiche e ambientali hanno bisogno sì di una crescita ulteriore del Pil, ma soprattutto che questa crescita porti ad una maggiore equità del benessere e della qualità dei rapporti in una società sempre più multietnica.
La stabilità e la coesione sociale dipendono da un’economia indirizzata non tanto a concentrare, quanto a diffondere il benessere.
Un sistema di garanzie sociali, che alimenti sicurezza rispetto al proprio progetto di vita, che garantisca le persone di fronte alle difficoltà, non è lo strumento più forte a nostra disposizione, per ottenere coesione sociale e quindi fiducia?
Non è forse propria la mancanza di fiducia nel futuro che fa venir meno l’energia di progettare e costruire un nuovo sviluppo, il coraggio di rischiare di più per eliminare errori e arretratezze del sociale, la volontà di invertire la rotta dell’attuale politica di mercatizzazione dei rapporti sociali e dei servizi di assistenza?
Se la convinzione è così chiarita, l’allarme viene dalla riduzione delle risorse a disposizione che sta erodendo la rete delle tutele non solo del bisogno sanitario e assistenziale, ma anche nella dimensione che attiene al patto generazionale.
Oggi molte famiglie, anziani, minori, emarginati, donne trovano sempre meno risposte e sempre maggiori disagi di fronte alle emergenze della vita.
Serve allora considerare il Welfare non come un tema individuale o una spesa da conciliare con l’equilibrio del bilancio pubblico, ma come tema prioritario da assumere culturalmente e politicamente.
Servono forze politiche e sindacali capaci di fare del tema del Welfare il tema conformante della propria proposta politica per il futuro.
All’inizio di questo nuovo anno 2005 i pensionati FABI fanno proprio questo impegno: contribuire alla realizzazione di un Welfare capace di estendere i benefici in misura equa e garantire a tutti i diritti universali.