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In
tutte le società animali, sia quelle complesse che quelle a struttura
semplice, quando aumenta la densità territoriale, oppure quando
c'è un calo delle risorse disponibili, la normale risposta collettiva
è un aumento dell’aggressività; si tratta di un comportamento
perfettamente naturale e che soltanto l'autocontrollo e l'estetica delle
relazioni che caratterizza, o dovrebbe caratterizzare, gli esseri umani,
costruttori di cultura, riesce ad evitare quando questo accade a noi.
Nelle nostre città, da qualche tempo a questa parte, ambedue queste
funzioni, diciamo così "naturali", dell'aggressività
stanno velocemente aumentando, con l'impoverimento di vasti strati della
popolazione, ed in particolare dei ceti medi urbani, e con la montante
congestione del traffico e dell'inquinamento delle nostre sfortunate città.
La somma di questi elementi, aggiunta anche ad altri fattori di stress,
non può che far aumentare il malessere urbano e l'aggressività,
che sempre di più si respirano anche nella quotidianità
della vita cittadina, ma è un fenomeno, a questo punto, anche abbastanza
normale; la novità interessante è che questo parallelogramma
di forze ha prodotto un oggetto-culto di consumo, il cui carico comunicativo
e simbolico è talmente alto da aver generato un feroce dibattito
attorno alla liceità della sua esistenza, e da aver stimolato perfino
iniziative di legge per limitarne l'utilizzo e l'esibizione nei centri
storici cittadini.
Stiamo parlando dei famosi SUV, da noi meglio noti come "gipponi".
Questo particolare tipo di merce contiene al suo interno due delle caratteristiche
essenziali necessarie per il cosiddetto "sciupio vistoso", uno
stile di consumo che viene particolarmente utilizzato nelle strategie
di differenziazione sociale, tutte le volte che è necessario marcare
con forza una superiorità ed un’inferiorità sociale.
Queste caratteristiche sono da un lato la distruzione anti economica di
beni e di ricchezza, e dall'altro l'esibizione di potenza e dominio.
Ma come hanno fatto queste, che in fondo sono soltanto automobili, ad
incorporare così bene queste antipatiche forme di comunicazione
sociale, sino a diventare oggetto di invidia e di riprovazione, mostrando
così di aver colto esattamente del segno? Per quanto riguarda lo
sciupio vistoso, gli alti consumi e l'ingombro di spazio collettivo, possono
facilmente simboleggiare il privilegio di accesso ai beni comuni determinato
dalla ricchezza dei proprietari; per quanto riguarda l'alto consumo, notiamo
che, al di là della realtà, è soprattutto la mole
della macchina a simboleggiare questo tipo di spreco, credo che anche
molte altre macchine consumino molta più benzina di quanto sarebbe
necessario per spostarsi, ma la loro linea e la loro mole aerodinamica
non sottolineano con particolare forza e rozzezza questa loro caratteristica,
mascherando sotto l'estetica e lo charme la differenza di forza sociale
simboleggiata.
Una Ferrari credo costi e consumi molto di più di un gippone, e
credo inquini anche di più, ma il suo fascino e la sua estetica,
nonché la sua mole fortemente abbassata, possono generare invidia
ma non l'aggressività generata dai gipponi. Probabilmente, sotto
l'aspetto del consumo, è anche la mole e l'altezza di queste macchine
a simboleggiare con particolare violenza lo spreco vistoso, in termini
di carburante, di volume occupato, e di spazio comune occupato, rappresentato
da questo veicolo.
Che viene quindi ad intrecciarsi con la seconda caratteristica essenziale
dello sciupio vistoso, cioè l'esibizione di potenza e dominio.
Da questo punto di vista, questi veicoli colgono sicuramente nel segno
e fanno con grande successo il proprio dovere, suscitando infatti sdegno
ed opposizione. Anche in questo caso la mole e soprattutto la maggior
altezza rispetto alle altre automobili è un elemento fondamentale
a livello simbolico, e questo aspetto di dominio collegato con l'aggressività,
è forse il più curato nell’estetica e nella realizzazione
di questa auto: non si tratta soltanto di una auto più alta e più
grossa delle altre, ma anche di una auto con le gomme più alte
e più grosse, con il cofano più alto e con i paraurti aggressivi,
rinforzati, sporgenti a sottolinearne
la aggressività e la forza. Tratti essenzialmente simbolici ed
estetici, considerando che nel tragitto casa-lavoro-casa è piuttosto
improbabile, dentro le nostre città, dover guadare fiumi, percorre
strade sterrate e anguste, urtare contro le rocce o similia, ed è
proprio la manifesta inutilità di queste caratteristiche a sottolinearne
ed amplificarne il contenuto simbolico e comunicativo, sempre nel senso
del famoso ”sciupio vistoso” di cui parlavamo poc'anzi.
Possiamo quindi dire che si tratta di una auto che, dal punto di vista
estetico e culturale, interpreta in maniera perfetta l'aumento di stress
e di aggressività che caratterizza, in questa fase di impoverimento
e di aumento delle differenze sociali, il nostro già caotico e
stressante traffico urbano, mandando un messaggio di intimidazione oltre
che di spreco e ricchezza, ed è proprio per questo che suscita
non soltanto invidia ma anche riprovazione ed aggressività. Se
confrontiamo questo tipo di oggetto-simbolo con un altro oggetto-simbolo
tipico dell’esibizione di potere e ricchezza: la pelliccia, notiamo
che al gippone si aggiunge un elemento che alla pelliccia manca, quello
dell'aggressività e della minaccia verso gli altri. Del resto l'automobile
è un oggetto pensato non soltanto per essere mostrato, ma per essere
usato in un ambiente densamente popolato di oggetti simili, le altre automobili,
con le quali deve entrare in competizione per l'utilizzo degli spazi comuni.
È proprio questo il nocciolo del messaggio simbolico: nella lotta
e nella competizione per l'uso degli spazi pubblici comuni, delle strade,
dei parcheggi, degli incroci, delle precedenze, della stessa aria, questo
è un oggetto grosso ed aggressivo.
E lo è in modo semplice, elementare e diretto, fondando il suo
messaggio sopra le due caratteristiche-chiave dell'aggressività
e del dominio nel mondo animale ed umano: la mole e l'altezza rispetto
agli altri, alto e grosso sono da sempre nel mondo animale ed umano sinonimi
di pericoloso.
Ben se ne sono accorti i venditori ed i costruttori, che dopo lunghe e
risibili campagne pubblicitarie fondate sulla vita all'aria aperta, sulla
necessità di superare guadi, ostacoli e tutte quelle altre difficoltà
che, come tutti ben sanno, si annidano nella quotidianità delle
nostre strade cittadine, sono passati direttamente al messaggio basato
sul dominio, caratterizzando queste auto come ciò che da "la
possibilità di dominare la strada dall'alto".
Se pensiamo alla città ed al traffico come ad una gabbia di topi,
uno stretto sull'altro, stressati ed aggressivi, questi sono topi più
grossi ed aggressivi degli altri, non possiamo pretendere che stiano simpatici.
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