di Domenico Secondulfo
Docente di Sociologia Generale e di Sociologia dei Processi Culturali Università di Verona
   
Questioni di stile
   
   
   
 
 

In tutte le società animali, sia quelle complesse che quelle a struttura semplice, quando aumenta la densità territoriale, oppure quando c'è un calo delle risorse disponibili, la normale risposta collettiva è un aumento dell’aggressività; si tratta di un comportamento perfettamente naturale e che soltanto l'autocontrollo e l'estetica delle relazioni che caratterizza, o dovrebbe caratterizzare, gli esseri umani, costruttori di cultura, riesce ad evitare quando questo accade a noi. Nelle nostre città, da qualche tempo a questa parte, ambedue queste funzioni, diciamo così "naturali", dell'aggressività stanno velocemente aumentando, con l'impoverimento di vasti strati della popolazione, ed in particolare dei ceti medi urbani, e con la montante congestione del traffico e dell'inquinamento delle nostre sfortunate città. La somma di questi elementi, aggiunta anche ad altri fattori di stress, non può che far aumentare il malessere urbano e l'aggressività, che sempre di più si respirano anche nella quotidianità della vita cittadina, ma è un fenomeno, a questo punto, anche abbastanza normale; la novità interessante è che questo parallelogramma di forze ha prodotto un oggetto-culto di consumo, il cui carico comunicativo e simbolico è talmente alto da aver generato un feroce dibattito attorno alla liceità della sua esistenza, e da aver stimolato perfino iniziative di legge per limitarne l'utilizzo e l'esibizione nei centri storici cittadini.
Stiamo parlando dei famosi SUV, da noi meglio noti come "gipponi".
Questo particolare tipo di merce contiene al suo interno due delle caratteristiche essenziali necessarie per il cosiddetto "sciupio vistoso", uno stile di consumo che viene particolarmente utilizzato nelle strategie di differenziazione sociale, tutte le volte che è necessario marcare con forza una superiorità ed un’inferiorità sociale. Queste caratteristiche sono da un lato la distruzione anti economica di beni e di ricchezza, e dall'altro l'esibizione di potenza e dominio.
Ma come hanno fatto queste, che in fondo sono soltanto automobili, ad incorporare così bene queste antipatiche forme di comunicazione sociale, sino a diventare oggetto di invidia e di riprovazione, mostrando così di aver colto esattamente del segno? Per quanto riguarda lo sciupio vistoso, gli alti consumi e l'ingombro di spazio collettivo, possono facilmente simboleggiare il privilegio di accesso ai beni comuni determinato dalla ricchezza dei proprietari; per quanto riguarda l'alto consumo, notiamo che, al di là della realtà, è soprattutto la mole della macchina a simboleggiare questo tipo di spreco, credo che anche molte altre macchine consumino molta più benzina di quanto sarebbe necessario per spostarsi, ma la loro linea e la loro mole aerodinamica non sottolineano con particolare forza e rozzezza questa loro caratteristica, mascherando sotto l'estetica e lo charme la differenza di forza sociale simboleggiata.
Una Ferrari credo costi e consumi molto di più di un gippone, e credo inquini anche di più, ma il suo fascino e la sua estetica, nonché la sua mole fortemente abbassata, possono generare invidia ma non l'aggressività generata dai gipponi. Probabilmente, sotto l'aspetto del consumo, è anche la mole e l'altezza di queste macchine a simboleggiare con particolare violenza lo spreco vistoso, in termini di carburante, di volume occupato, e di spazio comune occupato, rappresentato da questo veicolo.
Che viene quindi ad intrecciarsi con la seconda caratteristica essenziale dello sciupio vistoso, cioè l'esibizione di potenza e dominio.
Da questo punto di vista, questi veicoli colgono sicuramente nel segno e fanno con grande successo il proprio dovere, suscitando infatti sdegno ed opposizione. Anche in questo caso la mole e soprattutto la maggior altezza rispetto alle altre automobili è un elemento fondamentale a livello simbolico, e questo aspetto di dominio collegato con l'aggressività, è forse il più curato nell’estetica e nella realizzazione di questa auto: non si tratta soltanto di una auto più alta e più grossa delle altre, ma anche di una auto con le gomme più alte e più grosse, con il cofano più alto e con i paraurti aggressivi, rinforzati, sporgenti a sottolinearne la aggressività e la forza. Tratti essenzialmente simbolici ed estetici, considerando che nel tragitto casa-lavoro-casa è piuttosto improbabile, dentro le nostre città, dover guadare fiumi, percorre strade sterrate e anguste, urtare contro le rocce o similia, ed è proprio la manifesta inutilità di queste caratteristiche a sottolinearne ed amplificarne il contenuto simbolico e comunicativo, sempre nel senso del famoso ”sciupio vistoso” di cui parlavamo poc'anzi.
Possiamo quindi dire che si tratta di una auto che, dal punto di vista estetico e culturale, interpreta in maniera perfetta l'aumento di stress e di aggressività che caratterizza, in questa fase di impoverimento e di aumento delle differenze sociali, il nostro già caotico e stressante traffico urbano, mandando un messaggio di intimidazione oltre che di spreco e ricchezza, ed è proprio per questo che suscita non soltanto invidia ma anche riprovazione ed aggressività. Se confrontiamo questo tipo di oggetto-simbolo con un altro oggetto-simbolo tipico dell’esibizione di potere e ricchezza: la pelliccia, notiamo che al gippone si aggiunge un elemento che alla pelliccia manca, quello dell'aggressività e della minaccia verso gli altri. Del resto l'automobile è un oggetto pensato non soltanto per essere mostrato, ma per essere usato in un ambiente densamente popolato di oggetti simili, le altre automobili, con le quali deve entrare in competizione per l'utilizzo degli spazi comuni. È proprio questo il nocciolo del messaggio simbolico: nella lotta e nella competizione per l'uso degli spazi pubblici comuni, delle strade, dei parcheggi, degli incroci, delle precedenze, della stessa aria, questo è un oggetto grosso ed aggressivo.
E lo è in modo semplice, elementare e diretto, fondando il suo messaggio sopra le due caratteristiche-chiave dell'aggressività e del dominio nel mondo animale ed umano: la mole e l'altezza rispetto agli altri, alto e grosso sono da sempre nel mondo animale ed umano sinonimi di pericoloso.
Ben se ne sono accorti i venditori ed i costruttori, che dopo lunghe e risibili campagne pubblicitarie fondate sulla vita all'aria aperta, sulla necessità di superare guadi, ostacoli e tutte quelle altre difficoltà che, come tutti ben sanno, si annidano nella quotidianità delle nostre strade cittadine, sono passati direttamente al messaggio basato sul dominio, caratterizzando queste auto come ciò che da "la possibilità di dominare la strada dall'alto".
Se pensiamo alla città ed al traffico come ad una gabbia di topi, uno stretto sull'altro, stressati ed aggressivi, questi sono topi più grossi ed aggressivi degli altri, non possiamo pretendere che stiano simpatici.