tuttocontratto
 

Questo contratto non s'ha da fare
 
Carmelo Benedetti
(Segretario Nazionale Fabi) mentre tiene la relazione introduttiva ai lavori
del Consiglio Nazionale
 

 

 

Tutti gli organismi statutari della FABI hanno largamente approvato la decisione della Segreteria Nazionale di non firmare il rinnovo del CCNL Abi.
L’indomani della firma apposta da Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca, Falcri, Federdirigenti, rincorsi poi dal Sinfub, sull’accordo proposto dalle banche, la Segreteria Nazionale della FABi ha convocato una riunione del Comitato Direttivo Centrale e, a distanza di un giorno, il Consiglio Nazionale della Federazione.
All’ordine del giorno, ovviamente, l’insolita situazione venutasi a creare con la firma di un rinnovo contrattuale da parte delle altre Sigle, con l’esclusione della FABI, il maggior sindacato di categoria.
Mai era avvenuto prima che la FABI, sigla storica cui si deve la firma del primo CCNL di settore e poi di tutti i contratti nazionale ed aziendali che si sono succeduti dal 1948 ad oggi, fosse relegata al secondo tavolo di trattativa e si trovasse, alla fine, a non poter condividere la decisione di firmare un accordo importante come quello che licenzia il nuovo Contratto Nazionale.
"Decisione sofferta, ma inevitabile" – dice la relazione della Segreteria al Consiglio Nazionale – "Non potevamo sottoscrivere un accordo che, di fatto, non sono in linea col mandato ricevuto dai lavoratori nelle assemblee e ribadito dagli stessi con gli scioperi d’autunno".
Carmelo Benedetti, che parla dal podio a nome di tutto il vertice dell’Organizzazione, ha un tono sereno, ma deciso.
"Nelle stanze di Palazzo Altieri, sede di ABI, uno dei più grandi capisaldi del potere del nostro Paese, i principi solidaristici e di mutuo soccorso vengono considerati purtroppo, né più né meno, che idee marziane. I dipendenti rappresentano solo voci di costo da tagliare per allettare gli investimenti. Raggiungere obiettivi immediati sembra l’unico imperativo. La programmazione a medio e lungo periodo: un’inutile perdita di tempo. Per non parlare infine delle inefficienze del sistema, e del grande risiko del credito, peraltro ancora pienamente in corso, che produce cambiamenti, spesso repentini, con perdita di professionalità per i dipendenti, e ricadute, anche sotto il profilo psicologico".
I mali endemici del settore avrebbe dovuto indurre tutti i sindacati a fare muro, a fare barriera, indirizzando unitariamente le relazioni sindacali in altro modo.
Invece, si sono preferite le logiche degli steccati, seguendo una politica dissennata di divisioni artificiose, prendendo a pretesto fumisterie politologiche per escludere la FABI.
"Il risultato è sotto gli occhi di tutti".
Vani sono risultati tutti i tentativi della FABI di convincere i vecchi alleati di sempre a riprendere un cammino unitario, per battere le banche, ma inutilmente.
"Così si è arrivati alla conclusione di una vertenza partita male: conclusione gradita a taluno. Criticata da noi. Non vi sono problemi di legittimità. Legittima è una posizione…legittima l’altra".
Carmelo Benedetti ha poi illustrato nel dettaglio i contenuti dell’accordo con Abi, motivando minuziosamente la posizione della FABi e le ragioni del suo NO all’intesa.
Ne è seguito un nutrito e vivace dibattito, cui sono intervenute molte decine degli oltre 400 Delegati provenienti da tutte le realtà territoriali e aziendali sparse nella penisola.
Come già era accaduto nella riunione del Comitato Direttivo Centrale, sono state espresse anche alcune perplessità ed alcune preoccupazione, tuttavia, unanime è stato il sostegno alla Segreteria Nazionale.
La conclusione è ben sintetizzata dalle mozioni conclusive del CDC e del Consiglio Nazionale: la FABI non firmerà e si rivolgerà ai Lavoratori, che hanno il diritto-dovere di esprimersi democraticamente e di decidere sul loro futuro.
Il Segretario Generale, Cristina Attuati, non ha dubbi "Una grande organizzazione ha il compito di trattare e di fare contratti. Tuttavia, riteniamo che non vi sia nessuna vocazione rinunciataria da parte della FABI nella sua scelta di non firmare il rinnovo contrattuale.
La nostra capacità negoziale verrà comunque sempre espressa in tutte le aziende nell'interesse dei lavoratori che ci onoriamo di rappresentare".

MOZIONE CONCLUSIVA 109° CONSIGLIO NAZIONALE
"Troppe criticità. Niente firma, ma si ritorni al tavolo unitario"
Il 109° CONSIGLIO NAZIONALE individua numerose criticità nell'ipotesi di accordo di rinnovo del CCNL, proposta da ABI e sottoscritta da altre Organizzazioni sindacali, con riferimento sia alla parte economica sia a quella normativa.
L'incremento retributivo risulta insufficiente non recuperando appieno l'inflazione del periodo di riferimento; non in linea, quindi, con le richieste di un significativo recupero salariale contenute nelle piattaforme rivendicative. Non vi è alcun riconoscimento ai sacrifici compiuti dai lavoratori per il risanamento ormai avvenuto del settore.
Le modifiche normative appaiono minimali mantenendo sostanzialmente invariato un sistema di regole che necessitava invece di una profonda rivisitazione e che rimane comunque lontano dalle proposte avanzate dalla FABI e dalle altre Organizzazioni sindacali.
Gli stessi Quadri Direttivi vedono ancora una volta disatteso il necessario riconoscimento della loro professionalità ed, in alcuni casi, le previsioni dell'ipotesi di accordo peggiorano la situazione esistente.
L'introduzione della Legge 30, ed in modo particolare la fattispecie dell'apprendistato applicata senza alcuna limitazione percentuale, favorisce la "precarizzazione" del lavoro in un settore dove, invece, è possibile incrementare l'occupazione con contratti a tempo indeterminato.
Il 109° CONSIGLIO NAZIONALE condivide pertanto l'operato della Segreteria Nazionale che ha ritenuto di non firmare l'ipotesi di accordo il 12 febbraio scorso.
Il 109° CONSIGLIO NAZIONALE reputa che il referendum rappresenti un elemento forte di democrazia per consentire a tutti i bancari di potersi esprimere compiutamente; al contempo ritiene indispensabile informare rapidamente i lavoratori rappresentando con serenità ed equilibrio la posizione della FABI nelle assemblee.
Il 109° CONSIGLIO NAZIONALE ribadisce che
l'unità sindacale rappresenta un valore imprescindibile. Invita, pertanto, la Segreteria Nazionale a perseguire l'obiettivo di una ricomposizione del tavolo sindacale sulla base di un progetto condiviso a tutela dei lavoratori e per il rilancio della contrattazione nel settore del credito.

Banche di Credito Cooperativo
Il 109° C.N. auspica un rapido avvio della trattativa per il rinnovo del CCNL al fine di conseguire un risultato economico e normativo coerente con le richieste contenute nella piattaforma e adeguato alle attese della categoria.

Esattoriali
Il 109° C.N., preso atto della risposta negativa dell'ABI, ribadisce la storica appartenenza dei lavoratori esattoriali al settore finanziario.
Il CONSIGLIO NAZIONALE invita il Coordinamento di settore a predisporre, in tempi rapidi, una piattaforma rivendicativa.
Ordine del giorno n. 1
Condanna di Bankitalia e solidarietà ai Lavoratori
Il 109° C.N. della FABI esprime ferma condanna nei confronti delle azioni intraprese dalla Banca d'Italia contro i lavoratori dell'Istituto.
Ritiene illegittimo il tentativo di far venire meno il fondamentale presidio della cornice negoziale del contratto di lavoro, tendente ad aprire un pericoloso varco non solo in Azienda ma in tutto il comparto del pubblico impiego, del settore del credito e del restante mondo del lavoro.
Esprime solidarietà ai lavoratori da ieri in sciopero per la democratica difesa di presidi e valori irrinunciabili.
Ordine del giorno n. 2
Pieno appoggio ai Colleghi della Comit che difendono
il Fondo Pensioni

Il 109° C.N., rilevando la fondamentale importanza che ricopre la previdenza integrativa, anche a seguito della recente riforma pensionistica, esprime la massima solidarietà a tutti gli iscritti in servizio e in quiescenza del fondo pensioni per il personale della Banca Commerciale Italiana.
Auspica una positiva conclusione del confronto in atto, al fine di ripristinare la piena e legittima funzione dello stesso.