Che
il tema del convegno promosso dal Sab di Verona Quale legge sulla
tutela del risparmio? fosse di grande attualità non cera
il benché minimo dubbio, anche perché la legge è
in votazione proprio in questo periodo.
Che la risposta della città di Verona a tale iniziativa fosse di
così grande presenza e intensità, non molti probabilmente
cavrebbero scommesso.
La prestigiosa cornice della sala convegni della centralissima e storica
Gran Guardia di Verona era praticamente gremita, grande il dispiegamento
dei media, folta la presenza delle autorità, politici, sindacalisti,
banchieri, molti i colleghi e molti anche i semplici risparmiatori curiosi
di conoscere il destino dei propri bond argentini, Cirio o Parmalat.
Ma andiamo con ordine.
Ad aprire i lavori ci ha pensato il segretario provinciale del Sab di
Verona, Marco Muratore, che ha ricordato, nel presentare lospite
più atteso, lOn. Bruno Tabacci, Presidente della Commissione
per le attività produttive, quali grandi aspettative vi siano dietro
la votazione del disegno di legge sulla tutela del risparmio.
Attese, ha sottolineato Muratore nel suo intervento, che provengono
dai diversi soggetti toccati dallargomento. In primis le imprese
che dopo i recenti crac finanziari non riescono più a raccogliere
i finanziamenti attraverso prestiti obbligazionari.
Anche i risparmiatori, ha evidenziato ancora il segretario del
sab di Verona, il cui grado di fiducia verso le banche non ha mai raggiunto
livelli così bassi, sono in attesa di un provvedimento esemplare.
Soprattutto però, ha sottolineato Marco Muratore, sono i
lavoratori bancari, la cui credibilità e professionalità
viene quotidianamente messa in discussione, presi come sono tra lincudine
delle aziende di credito protese al raggiungimento degli obiettivi, e
il martello dei clienti, che pretendono prodotti finanziari adeguati ai
loro bisogni, ad avere bisogno di norme adeguate a queste delicate esigenze.
A prendere la parola è stato poi il sindaco di Verona, lAvv.
Paolo Zanotto, che ha voluto ringraziare e complimentarsi con la Fabi
Verona per aver messo a fuoco un tema così sentito.

La
fiducia dei cittadini nel risparmio, nel sistema bancario, ha dichiarato
il sindaco di Verona, è un elemento centrale della nostra società.
Avere una nuova legge sulla tutela del risparmio che difenda alla radice
la credibilità degli operatori finanziari in materia, è
fondamentale. Ben venga presto una nuova normativa, ha concluso Zanotto,
che metta alle spalle gli spiacevoli episodi di questi anni, e che ponga
in essere tutti gli strumenti difensivi e di controllo necessari .
LAvv. Stefano Fanini direttore dellufficio legale del Codacons
del Veneto, una delle più importanti associazioni dei consumatori,
ha focalizzato il suo intervento sulla crisi del risparmio, e sulla conseguente
difficoltà negli investimenti.
La crisi del risparmio ha varie origini, ha esordito lAvv.
Fanini, in questa fase sono soprattutto i costi eccessivi dei vari prodotti
ed anche il problema dellanatocismo a mettere in ansia i consumatori.
Ammesso che ora si riesca a risparmiare, ha proseguito lavvocato
del Codacons, il problema successivo degli investimenti diventa ancor
più pressante. Basta scorrere i vari crac: bond Argentina, crisi
dei gruppi Cirio e Parmalat, crisi Finmatica, prodotti finanziari ambigui
come My Way
e For You.
Nel caso dei bond argentini, ha evidenziato Fanini, i risparmiatori
si sentono doppiamente beffati: prima dalle banche che li hanno collocati
e ora dal governo argentino che cerca di sanare il default con una proposta
irrisoria alla quale sconsigliamo vivamente di aderire. Noi chiediamo
invece che siano le banche a far fronte ai risparmiatori e rivalersi poi
nei confronti del governo argentino.
Qui, come nei casi Cirio e Parmalat, ha sottolineato lavvocato
veronese, mi riesce difficile credere, anche in virtù dei rapporti
della Guardia di Finanza, che le varie aziende di credito non fossero
a conoscenza della situazione di estrema gravità in cui versavano
i due gruppi e che, soprattutto, non si sia provveduto ad informarne i
risparmiatori.
My Way e For You sono stati collocati ai risparmiatori attraverso
pubblicità ingannevole (così ha sentenziato lAutorithy),
i prodotti sono stati proposti in modo fuorviante, ha precisato Fanini.
La legge sulla tutela del risparmio, ha concluso Fanini, pone sul
tavolo alcune novità interessanti, sfoltimento delle autorità
che vigilano sul risparmio ed invece un rafforzamento dei loro poteri
E stato poi il turno dellospite di riguardo del convegno lOn.
Bruno Tabacci che ha ulteriormente sottolineato limportanza dell
iniziativa della Fabi-Verona.
Per entrare subito nel vivo della discussione, ha esordito Tabacci,
sarebbe interessante conoscere, nel caso dei bond argentini, quando le
banche hanno acquistato questi titoli e a che prezzi, e quando li hanno
collocati e a che prezzi. E da tempo che rifletto su questi temi
e che mi pongo lobiettivo di metter in atto meccanismi di controllo
che possano evitare episodi come questo. E poi da sottolineare che
a fronte di un importante indebitamento dellintero sistema produttivo
italiano si è determinata una situazione particolare. Il sistema
bancario è diventato il perno dellintero panorama economico.
Le banche sono divenute oramai il più alto livello di potere esprimibile.
Aziende come Fiat, Telecom, Autostrade sono di fatto controllate dalle
banche. La vicenda Parmalat dove tutti i tipi di controllo sono saltati
è poi emblematica. Questa legge sulla tutela del risparmio cerca
di porre qualche rimedio. Per quanto mi riguarda già il testo di
legge del 5 maggio del 2004 poteva tranquillamente essere approvato. Quel
che è certo è che questa legge a parole tutti la vogliono,
nei fatti sono in parecchi a contrastarla. Gli imprenditori perché
non vogliono troppi orpelli: gli azionisti di riferimento non gradiscono
intralci dai consiglieri di minoranza. Poi ci sono gli imprenditori che
entrano nei consigli delle banche per attingere al credito più
che per fare investimenti. Le società di revisione erano funzionali
alla gestione della contabilità. Le autorità di controllo
indipendenti piuttosto che esercitare una funzione di difesa della stabilità
sono divenute, come il caso della Banca dItalia, capi-sistema. Quando
ho sollevato il problema del mandato a termine del Governatore il senso
era questo. Ora che le banche sono tutte private, malgrado lo statuto
della banca dItalia fissi nel limite del 60% il possesso delle azioni
della banca dItalia da parte di strutture bancarie pubbliche, in
realtà sono tutte private e quindi lazionariato della banca
dItalia è in grado di influire sulla nomina del Governatore
che è poi il controllore delle banche stesse. Per essere esplicativi,
Bazoli a capo di Banca Intesa è con il suo 27% il primo azionista
di Banca dItalia. Cè la necessità di fare chiarezza.
Qualcuno è arrivato perfino a dire che questi crac hanno visto
anche la responsabilità di qualche sportellista che magari spinto
da contratti eccessivamente incentivanti ha collocato prodotti con poca
coscienza. Certo è che quando le banche entrano perfino nei giornali
è evidente che lo fanno perché vogliono che i giornali scrivano
quello che le banche vogliono. E un sistema che si fa sempre più
fatica ad arginare, perché ha determinato un assetto di potere
che incide anche sulla stessa formazione della volontà politica,
e quindi anche sugli stessi lavori parlamentari. Non dimentichiamo che
Tremonti ha dovuto lasciare il suo incarico proprio per questi argomenti.
E dallo scorso maggio che il testo è pronto. Noi vogliamo
un sistema bancario trasparente dove le autorità di controllo devono
essere indipendenti. I dati dello scorso ottobre dicono che il risparmio
si è alquanto appesantito. Dobbiamo al più presto approvare
la legge per ripristinare la fiducia. Il sistema bancario oggi è
giunto allultimo scalino della credibilità, addirittura al
di sotto del sistema politico, e se è arrivato a questo punto vuol
dire che la situazione è veramente molto grave.
Gianfranco Amato, segretario generale aggiunto della Fabi, ha poi condotto
il dibattito verso un approfondimento delle cause che hanno generato i
recenti fenomeni.

Il
nuovo tessuto economico, ha esordito Amato, si basa su di un sistema prevalentemente
finanziario.Questo tipo di economia tende sempre più ad avere il
sopravvento sulla politica. Vi sono poi sempre più intersezioni
e interscambi tra imprenditori e banchieri nei vari e reciproci consigli
damministrazione. Questo genera conflitto e/o coincidenza dinteressi.
Un grande imprenditore, magari fortemente indebitato, che siede in un
consiglio damministrazione di una banca è evidente a quali
conseguenze può portare. E poi in atto, argomento che riguarda
più da vicino e direttamente i lavoratori del credito, da tempo
un progressivo spostamento da salario fisso a un salario variabile. Questi
sistemi incentivanti determinano nei manager delle aziende delle pressioni
commerciali nei confronti degli addetti alla consulenza, al fine di raggiungere
i famosi budget, che a sua volta scatenano percentuali di retribuzione.
Noi come sindacato abbiamo più volte ribadito che vorremmo concordare
con le aziende i criteri, definire loggettività dellattribuzione
del salario variabile. Le aziende più volte ci hanno detto di no.
Noi, ci dicono le aziende, non concordiamo con voi alcun tipo di criterio.
La discrezionalità è tutta nostra. Al lavoratore non resta
che vendere quello che lazienda gli fa vendere. Certo che non si
può come è già accaduto criminalizzare il singolo
lavoratore.
Serve quindi una rete normativa migliore, anche se non sufficiente. Le
aziende bancarie hanno anche a disposizione un capitale intellettuale:
i dipendenti e i clienti. Questo capitale, soprattutto i clienti, meglio
denominato asset intangibile, si è di fatto quasi irrimediabilmente
incrinato. Le banche, o meglio i loro dirigenti, in questo hanno le loro
responsabilità. La Fabi chiede un controllo scrupoloso delle informazioni
che vengono fornite ai risparmiatori.Ora il prospetto informativo che
viene fornito ai risparmiatori è eccessivamente tecnico. Bisogna
individuare poi le effettive responsabilità. Il dipendente bancario
non può rifiutarsi di eseguire un ordine, almeno che non sia illegittimo.
Viene poco evidenziato il ruolo dei massimi vertici, che spesso parlano
di finanza etica e di fedeltà, e magari, pur essendo già
lautamente pagati, spesso a fronte di nuove proposte economiche lasciano
una banca per unaltra. Serve rigore e trasparenza delle responsabilità.
Qui si deve esistere veramente letica: letica della responsabilità.