L'esperienza,
purtroppo, ci ha insegnato che, quando si effettua l’armonizzazione
di trattamenti fra diverse realtà, la conclusione risulta spesso
al di sotto delle attese, traducendosi in un adeguamento al basso delle
condizioni complessive.
È quanto avvenuto con la sottoscrizione dell’accordo per il
rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro riguardante l’omogeneizzazione
della normativa dell’Area dei Quadri Direttivi.
A conferma di ciò, l’Abi, in un editoriale indirizzato alle
associate, afferma che: “in tema di Quadri Direttivi, l’avvenuta
armonizzazione della categoria realizza la sua valorizzazione, incrementando
la flessibilità di utilizzo, all’interno di soluzioni equilibrate
che hanno tenuto conto delle compatibilità economiche”.
La soddisfazione, da parte dell’associazione datoriale, è incontestabile,
dal momento che:
• in tema di flessibilità,
il nuovo istituto contrattuale prevede l’estensione del concetto di
orario indefinito, proprio fino a ieri della categoria dei QD3 e QD4, ai
due livelli inferiori, per i quali il contratto scaduto fissava una prestazione
contenuta entro il massimo di 10 ore mensili oltre l’orario di lavoro
previsto per le Aree professionali;
• la conclusione contrattuale non
prevede alcunché, in tema di riconoscimento delle professionalità
espresse, soprattutto riguardo all’assegnazione dei Ruoli Chiave;
mentre, al contempo, sempre in nome della flessibilità, si estende,
in modo disinvolto, il concetto di fungibilità, ora pressoché
completa all’interno dell’Area;
• infine, questi argomenti, insieme
ad altri minori, sono stati affrontati e risolti tenendo sempre conto delle
compatibilità economiche, il che significa che tutto quanto poteva
rappresentare un costo per le aziende, è stato escluso dall’armonizzazione
(vedi buoni pasto ai QD3 e QD4 o polizza sanitaria estesa ai QD1 e QD2).
POCHI VANTAGGI E MOLTE PENALIZZAZIONI
Tuttavia, per rendere più comprensibile l’analisi dei pro
e dei contro contenuti nella soluzione contrattuale, vale la pena di addentrarsi,
se pur brevemente, in un accordo che, nel nome della armonizzazione, ha
finito per consegnare definitivamente la categoria dei Quadri Direttivi
nelle mani delle aziende, attraverso pochi vantaggi, e molte penalizzazioni.
Ecco le prove:
• in tema di reperibilità
sono fortemente penalizzati i QD3 e QD4. Oggi l’azienda, a differenza
del passato, può loro richiedere (se svolgono particolari servizi)
la reperibilità senza alcuna condizione, remunerandola in una misura
inferiore di circa la metà rispetto al passato;
• per le missioni, il nuovo contratto
premia i QD1 e QD2 che, per effetto della omogeneizzazione, vedono elevata
la misura della diaria; ma per i QD3 e QD4, vi è una forte penalizzazione,
dal momento che per loro la diaria, a differenza del passato, scatterà
dopo il 4° giorno di missione nel mese, regolando le prime quattro
giornate a piè di lista;
• il giusto riconoscimento delle
professionalità espresse era per il sindacato un obiettivo fra
i più importanti contenuti in piattaforma.
In tale contesto, va ricordato che, i Ruoli Chiave rappresentavano, e
purtroppo continuano a rappresentare, l’unica possibilità
di avanzamento economico degli appartenenti all’Area.
Si chiedevano
criteri certi e contrattati per la loro assegnazione, con la trasformazione
della remunerazione prevista, in riconoscimento fisso, quale compenso
alla professionalità acquisita e garantita, e non come misura indennitaria
legata alla mansione, magari momentaneamente affidata.
La conclusione appare quindi del tutto insufficiente, soprattutto perché
viene sancito il principio della natura indennitaria della ricompensa,
anche se, dopo 12 mesi nella mansione affidata, essa diviene permanente
e riassorbibile.
Inoltre, l’estensione dell’istituto della fungibilità,
quasi totale all’interno della categoria, finisce col mortificare
le possibili aspettative di avanzamento professionale dei livelli inferiori,
costretti invece ad assumere sempre maggiori responsabilità non
dovute dalle previsioni del livello di appartenenza;
• il massimo della soddisfazione
per l’accordo raggiunto, tuttavia ABI lo manifesta nei confronti
del tema della prestazione lavorativa. L’associazione datoriale
dice che: “il superamento dell’autocertificazione prevista
per i QD1 e QD2, farà valere, come per i QD3 e QD4, la formula
della “apposita erogazione”, che lascia all’azienda
la valutazione circa la corresponsione della stessa”. Se ciò
non bastasse, nella nota di ABI, si enfatizza un altro aspetto ritenuto
di “rilevante interesse”, cioè la disposizione che
fa decadere tutti gli accordi finora sottoscritti al riguardo in sede
aziendale.
La eliminazione di qualsiasi concetto di orario di lavoro per i due livelli
inferiori dell'Area, è ricompensata attraverso l’incremento
della scala parametrale che garantisce una quarantina di euro mensili.
Inoltre è assurdo che, in tema di auto gestione dell’orario,
si riproponga, quasi fosse una fotocopia, solo l’accordo sottoscritto
il 16 ottobre 2002 fra OO.SS. e ABI, nel quale le parti, pur sottolineando
l’importanza dell’argomento, concordano che, a causa della
particolare organizzazione del lavoro nel settore, vi è l’impossibilità
reale del suo utilizzo. ABI si limita, per renderlo fruibile, a suggerire
genericamente alle aziende, l’adozione di modifiche organizzative;
• l’armonizzazione della
normativa dei trasferimenti prevede dei benefici economici ma in compenso
riduce il diritto al consenso per i QD1 e i QD2 ;
• infine, tenendo come al solito
conto delle compatibilità economiche, si è costruita anche
la nuova tabella parametrale, nella quale, come già detto, una
quarantina di euro mensili, “ripagano” i due livelli inferiori
della categoria dei quadri direttivi della eliminazione di fatto del concetto
di orario di lavoro. Anche nella piattaforma presentata da Fabi, Dircredito
e Sinfub, si intendeva trovare la soluzione al problema di una giusta
remunerazione della prestazione lavorativa, attraverso l’innalzamento
della scala parametrale dei QD1 e QD2, ma per farlo si prevedeva un raddoppio
del precedente importo forfettario (vedi tabella 1):
Dalle cifre si può meglio comprendere come, solo gli importi richiesti
avrebbero potuto sanare in forma esaustiva gli effetti causati dall’armonizzazione,
che oggi viceversa, a fronte di qualche decina di euro, priva i 2 livelli
più bassi di un orario
di lavoro certo.
CONCLUSIONI
Si era partiti con una piattaforma costruita da Fabi, Dircredito e Sinfub
nella quale, la collaborazione fra le tre organizzazioni sindacali, che
rappresentano la maggior parte dei Quadri Direttivi del settore, aveva
garantito una particolare attenzione alle problematiche di una categoria
di lavoratori che, più di ogni altra, era stata penalizzata dal
precedente contratto, sottoscritto in una situazione di assoluta precarietà
per il comparto del credito.
Si sperava che i nuovi patti di lavoro, stipulati in un settore tornato
alla normalità, potessero, anche attraverso l’armonizzazione
della categoria dei Quadri Direttivi, risolvere i problemi causati dall’introduzione
nel precedente contratto
della nuova Area.
Eravamo certi che ad un’equa armonizzazione fossero interessate
anche le aziende (si trattava pur sempre della categoria più professionalizzata,
alle cui sorti dovrebbero essere sensibili entrambe le parti).
Si è, invece, proceduto come al solito, badando quasi esclusivamente
ai costi, ignorando - nella pretesa di rispetto delle compatibilità
economiche - le aspettative di coloro che in azienda offrono professionalità,
disponibilità
e assunzione di responsabilità sempre maggiori.
Il risultato è quello di aver creato una sola categoria dei quadri
mortificata ed evidentemente, da oggi in poi, sempre più scarsamente
motivata.
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