a cura del Coordinamento Nazionale FABIGiovani
(con la supervisione dell’Ufficio Legale)
     
   
“Vi ho cercato, adesso voi siete venuti da me e per questo vi ringrazio...”. Quasi un sospiro, che da quel letto di sofferenza si dilatava come un soffio potente per tutti i cieli della terra. Ovunque ci siano giovani
cui affidare la speranza di giustizia,
di solidarietà, di pace come condizione dignitosa
di vita per tutta l’umanità.
Fin dai primi incontri, noi giovani abbiamo inteso vibrare nella sua parola quell’onesta volontà di orientare ai grandi princìpi di cui tutti abbiamo primario bisogno. Abbiamo visto in lui l’adulto che si è fatto carico di trasmettere i valori su cui poggia l’intero ciclo esistenziale.
Ora, noi giovani ci sentiamo tutti un po’ orfani.
Karol Wojtyla è stato il difensore della pace. Il più grande. Il più umile. Il più deciso e il più sincero.
In un tempo in cui l’ingiustizia si è fatta sempre più grande e la guerra più estesa, Giovanni Paolo II ha strenuamente difeso la pace come principio, come obiettivo e come mezzo.
Lo ha fatto difendendo la vita, i diritti e la dignità umana, sempre, comunque e dovunque.
Lo ha fatto respingendo ogni ricorso alla violenza e scongiurando uno scontro di civiltà.
Lo ha fatto opponendosi a tutti i pesanti tentativi di legittimare la guerra di cui ha proclamato non solo l’immoralità ma anche l’inutilità:
“la guerra non è mai inevitabile. Con la guerra
tutto è perduto. Con la pace tutto è possibile”.
Lo ha fatto ribadendo il primato del
diritto sulla forza.
Lo ha fatto proclamando ad Assisi, insieme ai rappresentanti di tutte le religioni, “Mai più guerra. Mai più terrorismo. Mai più violenza”.
Giovanni Paolo II, il difensore della pace, ci è sempre stato vicino.
Anche quando ci precedeva per le strade del mondo non ci ha mai mancato di un pensiero. Impossibile contare tutte le volte che ci ha sostenuto.
Con Lui noi giovani abbiamo imparato che costruire un mondo nuovo e in pace è un imperativo morale permanente e una responsabilità di tutti.
Con Lui abbiamo imparato a vincere la paura
e lo sgomento che ci assale quando facciamo
i conti con la sofferenza, l’indifferenza
e i pericoli che ci circondano.
A Lui rinnoviamo la nostra promessa di impegno umile e determinato: affronteremo il tempo presente e quelli che verranno un po’ più soli, ma attingendo senza stancarci ai suoi messaggi, ai suoi insegnamenti e alle sue splendide lezioni di vita.
Addio, indimenticabile amico Karol.
Coordinamento Nazionale FABIGiovani