Avvertiamo
un grande vuoto, mentre esprimiamo il nostro dolore per la morte
di Papa Giovanni Paolo II, il cui esempio - in vita e in morte -
interroga le menti e i cuori dei grandi e dei piccoli della terra.
Altri, più e meglio di noi diranno e scriveranno di questo
pontefice e di questo uomo, che tutti chiamano Grande.
Noi, pur impegnati in unorganizzazione aconfessionale, vogliamo
ringraziare il Santo Padre per il suo instancabile impegno nellaffermare
la dignità del lavoro, non riducibile a mera variabile nel
gioco delle leggi economiche, il rispetto dei diritti umani, a partire
dal diritto della vita, sia dal punto di vista biologico che da
quello economico, la critica rivolta al capitalismo liberista e
al collettivismo marxista, l'amore preferenziale per i più
deboli, per i poveri e gli emarginati, la protezione delle ragioni
della giustizia distributiva, la convalida dell'ipoteca sociale
che grava sulla proprietà privata (il diritto della vita
prevale per questo sul diritto di proprietà), e l'esortazione
a esaminare la convenienza globale di una economia della pace e
per la pace.
Karol Wojtyla ha mostrato una speciale ansietà per il destino
di un sistema libertario che pretenda di affrancarsi da un sistema
di valori e per una globalizzazione che tende a forgiare una economia
strutturalmente ineguale nel mondo, causa di conflitti endemici
e guerre permanenti.
Per evitare il corto circuito di una visione dei diritti umani assicurata
solo ad una minoranza ristretta del mondo, la dottrina papale ha
portato l'accento sulla necessità di sviluppare una forte
etica della solidarietà, condannando le tentazioni di certa
globalizzazione, scaduta a nuova versione del colonialismo.
Non possiamo dimenticare che questo Papa ha lottato con energia
senza pari per la diffusione dei diritti umani, a partire dal preliminare
diritto alla vita, dunque contro la guerra, la pena di morte, il
razzismo, il nazionalismo, la condanna a morte per fame di decine
di milioni di uomini e donne. Egli ha lavorato all'espansione della
democrazia politica, al dialogo fra le religioni, alla difesa delle
ragioni della pace nella giustizia
Karol Wojtyla è Grande, perché ha sempre lavorato
in salita, ha osato sfidare il nostro tempo, con i suoi poteri forti
ed il suo pensiero unico e ha dato testimonianza senza soste di
una forza danimo invincibile e di una fede incrollabile nei
Valori più alti.
Infine, soprattutto negli ultimi anni, Egli non ha temuto di mostrare
la sua sofferenza e nonostante i limiti imposti dalla malattia e
dalla disabilità ha continuato a servire la Chiesa
e il Mondo con la forza e la determinazione di un eroe.
Lo ringraziamo anche per questo
esempio che ci sprona a ricercare e promuovere nella nostra società,
soprattutto a favore dei più deboli, il valore intrinseco
della persona.
Come Giovanni Paolo II ci ha
insegnato, l'essere umano deve essere sempre un fine e mai un mezzo,
un soggetto e non un oggetto.
Mai una merce di scambio.
Ora, la sua parola spesso inascoltata riecheggia nei
nostri cuori e ridà
forza al nostro impegno.
Noi tutti ci inchiniamo ad un uomo che esce dalla Storia, ma entra
nellEternità.
LA SEGRETERIA NAZIONALE FABI
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