di Lodovico Antonini      

Avvertiamo un grande vuoto, mentre esprimiamo il nostro dolore per la morte di Papa Giovanni Paolo II, il cui esempio - in vita e in morte - interroga le menti e i cuori dei grandi e dei piccoli della terra.
Altri, più e meglio di noi diranno e scriveranno di questo pontefice e di questo uomo, che tutti chiamano “Grande”.
Noi, pur impegnati in un’organizzazione aconfessionale, vogliamo ringraziare il Santo Padre per il suo instancabile impegno nell’affermare la dignità del lavoro, non riducibile a mera variabile nel gioco delle leggi economiche, il rispetto dei diritti umani, a partire dal diritto della vita, sia dal punto di vista biologico che da quello economico, la critica rivolta al capitalismo liberista e al collettivismo marxista, l'amore preferenziale per i più deboli, per i poveri e gli emarginati, la protezione delle ragioni della giustizia distributiva, la convalida dell'ipoteca sociale che grava sulla proprietà privata (il diritto della vita prevale per questo sul diritto di proprietà), e l'esortazione a esaminare la convenienza globale di una economia della pace e per la pace.
Karol Wojtyla ha mostrato una speciale ansietà per il destino di un sistema libertario che pretenda di affrancarsi da un sistema di valori e per una globalizzazione che tende a forgiare una economia strutturalmente ineguale nel mondo, causa di conflitti endemici e guerre permanenti.
Per evitare il corto circuito di una visione dei diritti umani assicurata solo ad una minoranza ristretta del mondo, la dottrina papale ha portato l'accento sulla necessità di sviluppare una forte etica della solidarietà, condannando le tentazioni di certa globalizzazione, scaduta a nuova versione del colonialismo.
Non possiamo dimenticare che questo Papa ha lottato con energia senza pari per la diffusione dei diritti umani, a partire dal preliminare diritto alla vita, dunque contro la guerra, la pena di morte, il razzismo, il nazionalismo, la condanna a morte per fame di decine di milioni di uomini e donne. Egli ha lavorato all'espansione della democrazia politica, al dialogo fra le religioni, alla difesa delle ragioni della pace nella giustizia
Karol Wojtyla è Grande, perché ha sempre lavorato in salita, ha osato sfidare il nostro tempo, con i suoi poteri forti ed il suo pensiero unico e ha dato testimonianza senza soste di una forza d’animo invincibile e di una fede incrollabile nei Valori più alti.
Infine, soprattutto negli ultimi anni, Egli non ha temuto di mostrare la sua sofferenza e nonostante i limiti imposti dalla malattia e dalla disabilità ha continuato a servire la Chiesa
e il Mondo con la forza e la determinazione di un eroe.
Lo ringraziamo anche per questo
esempio che ci sprona a ricercare e promuovere nella nostra società, soprattutto a favore dei più deboli, il valore intrinseco della persona.
Come Giovanni Paolo II ci ha
insegnato, l'essere umano deve essere sempre un fine e mai un mezzo, un soggetto e non un oggetto.
Mai una merce di scambio.
Ora, la sua parola – spesso inascoltata – riecheggia nei nostri cuori e ridà
forza al nostro impegno.
Noi tutti ci inchiniamo ad un uomo che esce dalla Storia, ma entra nell’Eternità.

LA SEGRETERIA NAZIONALE FABI