Importante
sessione del Comitato Direttivo Centrale della FABI quella che si è
tenuta a Roma prima del periodo estivo.
Preceduta da un comunicazione del Segretario Generale, Cristina Attuati,
che informava i massimi Dirigenti del CDC di aver già fissato con
ABI l’appuntamento per la firma del CCNL, la riunione si è
dimostrata occasione per un dibattito vivace, in cui molte voci i sono
levate per sostenere la necessità di un cambiamento di prospettiva
politica.
In pratica, dopo la consultazione dei lavoratori seguita alla conclusione
del rinnovo contrattuale e dopo la ferma presa di posizione della Fabi,
insoddisfatta della parte economica, contraria all’introduzione
del precariato in banca e molto critica su diversi punti dell’intesa
sottoscritta dalle altre Organizzazioni sindacali, i Dirigenti della FABI
hanno raccolto il segnale proveniente dalla base ed hanno deciso di abbandonare
le divisioni, “nell’esclusivo interesse dei lavoratori”.
Permangono le valutazioni già espresse su diversi punti del nuovo
CCNL, ma la necessità di governare il cambiamento e di gestire
tutte le procedure derivanti dal contratto nazionale che – non bisogna
dimenticarlo – riguardano aspetti che toccano da vicino le singole
realtà aziendali, ha convinto la FABI ad aprire una fase nuova.
Di che si tratta?
Lo ha sintetizzato proprio il Segretario Generale, sia nella sua introduzione
ai lavori sia nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa.
“Il senso di responsabilità di un sindacato che, essendo
maggioritario nel settore, non può restare fuori dalla porta ma
deve partecipare alla gestione di tutte le fasi in cui si sviluppano le
trattative, deve prevalere sulle divisioni. Per questo, la FABI ha deciso
di sottoscrivere il CCNL. Mi auguro che la nostra firma sia interpretata
dalle altre Sigle sindacali come una precisa indicazione della volontà
della FABI di superare le differenze e le distinzioni, che pure denotano
la ricchezza del dibattito fra i sindacati, e di tornare al tavolo unitario”.
Insomma, la FABI non rinnega le critiche, ma sente il dovere di mettere
al centro la “gestione” di tutto ciò che segue il contratto
nazionale, per offrire ai lavoratori la più ampia e continuativa
tutela.
Inoltre, già si profila all’orizzonte il prossimo rinnovo
del CCNL e la FABI vuole, insieme con le altre organizzazioni sindacali,
aprire una fase di elaborazione unitaria per migliorare quegli aspetti
del contratto che hanno lasciato insoddisfatti i lavoratori.
Realpolitik quella della FABI, dunque.
“Non solo. Pragmatismo e realismo politico certo, ma soprattutto
senso di responsabilità” – dice ancora Cristina Attuati
– “Il maggior sindacato del credito deve avere una visione
strategica di più ampio respiro: guardare avanti per progettare
il futuro significa anche fare atti di umiltà e privilegiare l’unità
sindacale come strumento indispensabile di crescita”.
|
|
|
|