Cristina Attuati
Segretario Generale della Fabi
(Foto di Lodovico Antonini)

 

Importante sessione del Comitato Direttivo Centrale della FABI quella che si è tenuta a Roma prima del periodo estivo.
Preceduta da un comunicazione del Segretario Generale, Cristina Attuati, che informava i massimi Dirigenti del CDC di aver già fissato con ABI l’appuntamento per la firma del CCNL, la riunione si è dimostrata occasione per un dibattito vivace, in cui molte voci i sono levate per sostenere la necessità di un cambiamento di prospettiva politica.
In pratica, dopo la consultazione dei lavoratori seguita alla conclusione del rinnovo contrattuale e dopo la ferma presa di posizione della Fabi, insoddisfatta della parte economica, contraria all’introduzione del precariato in banca e molto critica su diversi punti dell’intesa sottoscritta dalle altre Organizzazioni sindacali, i Dirigenti della FABI hanno raccolto il segnale proveniente dalla base ed hanno deciso di abbandonare le divisioni, “nell’esclusivo interesse dei lavoratori”.
Permangono le valutazioni già espresse su diversi punti del nuovo CCNL, ma la necessità di governare il cambiamento e di gestire tutte le procedure derivanti dal contratto nazionale che – non bisogna dimenticarlo – riguardano aspetti che toccano da vicino le singole realtà aziendali, ha convinto la FABI ad aprire una fase nuova.
Di che si tratta?
Lo ha sintetizzato proprio il Segretario Generale, sia nella sua introduzione ai lavori sia nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa.
“Il senso di responsabilità di un sindacato che, essendo maggioritario nel settore, non può restare fuori dalla porta ma deve partecipare alla gestione di tutte le fasi in cui si sviluppano le trattative, deve prevalere sulle divisioni. Per questo, la FABI ha deciso di sottoscrivere il CCNL. Mi auguro che la nostra firma sia interpretata dalle altre Sigle sindacali come una precisa indicazione della volontà della FABI di superare le differenze e le distinzioni, che pure denotano la ricchezza del dibattito fra i sindacati, e di tornare al tavolo unitario”.
Insomma, la FABI non rinnega le critiche, ma sente il dovere di mettere al centro la “gestione” di tutto ciò che segue il contratto nazionale, per offrire ai lavoratori la più ampia e continuativa tutela.
Inoltre, già si profila all’orizzonte il prossimo rinnovo del CCNL e la FABI vuole, insieme con le altre organizzazioni sindacali, aprire una fase di elaborazione unitaria per migliorare quegli aspetti del contratto che hanno lasciato insoddisfatti i lavoratori.
Realpolitik quella della FABI, dunque.
“Non solo. Pragmatismo e realismo politico certo, ma soprattutto senso di responsabilità” – dice ancora Cristina Attuati – “Il maggior sindacato del credito deve avere una visione strategica di più ampio respiro: guardare avanti per progettare il futuro significa anche fare atti di umiltà e privilegiare l’unità sindacale come strumento indispensabile di crescita”.

 
 
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