LA FABI di BANKITALIA A CONGRESSO
 
 

 

Angelo Maranesi
Segretario Coordinatore Nazionale Bankitalia

 
Giuseppe Ferrazza
Segretario Nazionale Vice Coordinatore Bankitalia
 
 

Si è svolto a Roma, presso l’Hotel Universo, il 7° Congresso della FABI R.S.A. BANCA D’ITALIA.
Senza alcun dubbio, al di là della consueta importanza che un simile appuntamento riveste per qualunque Organizzazione Sindacale, questo Congresso ha segnato un punto di svolta e di consolidamento definitivo per una FABI al centro del complesso momento politico della Banca centrale.
Innanzitutto, si deve sottolineare, all’apertura dei lavori, la presenza di tutti i Segretari Responsabili delle sette Organizzazioni Sindacali della Banca d’Italia, a conferma del solido prestigio acquisito sul campo e della capacità di confronto con l’intero panorama sindacale interno.
Alla presenza di esponenti della Federazione, sia della Segreteria nazionale che della Segreteria Provinciale di Roma, il Segretario Coordinatore Angelo Maranesi ha illustrato la Relazione sui quattro anni precedenti, fornendo a tutti i Delegati una dettagliata ed ampia base di discussione per la verifica di quanto realizzato sia sul fronte contrattuale interno, sia nell’ambito della partecipazione alla vita ed alla gestione degli Organismi interni (C.r.a.l. Banca d’Italia, Cassa Sovvenzioni, Cassa mutua interna), sia nell’ambito dell’ormai annosa vicenda giudiziaria contro il Direttorio sul tema della contrattualizzazione del rapporto di lavoro.
L’attacco sferrato dal Coordinatore sulla situazione contrattuale è stato durissimo, senza timori reverenziali nei confronti dei Segretari delle altre Organizzazioni presenti in sala, specialmente nei confronti di coloro che siedono al tavolo maggioritario e che hanno sottoscritto sin qui tutti gli accordi proposti dalla Banca d’Italia.
Forte e circostanziata è stata la denuncia sulla precarietà crescente del rapporto di lavoro che ha messo in evidenza come da sempre, grazie alla complicità dei firmatari interni all’Istituto di Emissione, tutto trova origine proprio in Banca d’Italia, quasi fosse un laboratorio sperimentale alle dipendenze del Governatore Fazio, per essere esportato poi nel sistema creditizio nazionale.
Gli ultimi accordi interni, quelli cosiddetti “ponte” del 2002, hanno ad esempio frantumato tutte le professionalità della compagine “operativa” della Banca d’Italia, ponendo il personale all’interno di un contenitore unico, definito nella Relazione un “frullatore”, senza più limiti all’utilizzo, con selvaggia flessibilità funzionale a tutto vantaggio dell’Amministrazione.
Frustrazione delle professionalità ed assenza totale di incentivi sia sotto il profilo di carriera che quello economico sono stati i principali capi d’accusa.
Bloccato l’esodo pensionistico, così come avvenuto nel resto del paese, fallita da oltre quindici anni la riforma delle carriere, ridotti solo al calcolo di T.I.P. e T.I.R. gli aumenti economici, con il contratto che scadrà a fine del 2005 ancora in alto mare, la FABI ha denunciato tra la compagine del personale il più elevato tasso di disaffezione e di distacco nei confronti della Banca d’Italia.
Ma un ruolo chiave la FABI lo ha soprattutto svolto in occasione della disdetta unilaterale del contratto da parte della Banca d’Italia avvenuta nel luglio del 2003.
Pur in presenza di Organizzazioni numericamente più elevate, firmatarie dei contratti “capestro” sopra indicati, la FABI, Sindacato di minoranza, non ha esitato ad intraprendere da sola lo scontro con i vertici dell’Istituto, rifiutando il dialogo con quell’Azienda arrogante che aveva calpestato i più elementari principi che regolano il rapporto di lavoro.
Per prima la FABI ha trascinato la Banca in tribunale, costringendo tutti gli altri ad intraprendere lo stesso percorso.
Dopo due tappe brillantemente superate davanti al Giudice del Lavoro di Roma, con doppia condanna della Banca d’Italia, di fronte alla caparbia insistenza dell’Azienda che disponeva un ulteriore ricorso in Tribunale, in vista del grave pericolo della totale destabilizzazione delle regole negoziali da parte dei vertici, si è quindi costituito un fronte unitario tra le Organizzazioni Sindacali presenti nell’Istituto sullo specifico tema della contrattualizzazione. A tal fine, pur se con un anno di ritardo rispetto alla FABI, anche gli altri Sindacati si sono “auto-sospesi” da qualsiasi forma di negoziazione con l’Azienda.
Il 7° Congresso della FABI della Banca d’Italia ha assunto come slogan “…dentro il futuro, per vincere insieme la sfida del cambiamento”.
Davanti ai tanti cambiamenti avvenuti in Italia ed in Europa, davanti alle continue trasformazioni in atto sia nel sistema politico che in quello più specifico del mondo bancario, la FABI non poteva che dichiarare aperta ed accettata la sfida “dentro” il futuro, un futuro già iniziato. Per realizzare questo impegno, la Relazione del Segretario Coordinatore non poteva che rivolgere un invito direttamente ai giovani, attualmente disorientati e sfiduciati, a credere in questa FABI, nelle sue costanti iniziative messe in atto per rendere la Banca d’Italia al passo con i tempi, scrollandosi di dosso “il vecchio” che ancora condiziona l’Istituto ed il vertice che lo governa.
Il Congresso, approvando all’unanimità la Relazione, ha quindi deliberato iniziative di rilancio anche per i più giovani, con l’impegno a riaprire una trattativa serrata con la Banca, al più presto, sul fondo Complementare che regola la previdenza per gli assunti dopo il 1993. Grande rilievo, inoltre sarà dato al tema abitativo, che dopo la precarietà del lavoro e della futura copertura previdenziale, rappresenta per i più giovani il terzo problema, non certo per importanza, che rende più nebuloso il loro futuro.
Sempre sul tema abitativo, il Congresso ha rilanciato la parallela sfida sulla trasparenza della gestione del patrimonio immobiliare che la Banca possiede a garanzia e copertura delle pensioni passate e future riservate agli assunti prima del 1993.
Grazie alla collaborazione della Segreteria Provinciale FABI di Roma, a corollario del Congresso si è svolto presso il teatro Eliseo di Roma un convegno sul mobbing.
Fondamentale e di eccellente qualità è stato il supporto fornito dal Prof. E. Monaco dell’Università La Sapienza di Roma. Il Professore, titolare di cattedra della Medicina del lavoro, ha anche partecipato all’apertura dei lavori del Congresso, fornendo ai Delegati una sintesi del Convegno stesso.
La FABI, per prima in Banca d’Italia, ha posto l’accento attraverso il convegno sul tema del mobbing, assumendo al Congresso l’impegno a regolamentare con l’Azienda, così come già avvenuto in altre realtà lavorative, questo fenomeno già diffuso nel mondo del lavoro e che crea non poche difficoltà e sofferenze nel vivere quotidiano dei dipendenti.
Gli oltre sessanta Delegati hanno infine espletato le consuete formalità congressuali.
Dopo un dibattito serrato, che ha tratto spunti dalla Relazione del Coordinatore Angelo Maranesi, dagli interventi dei Segretari nazionali e Provinciali della Federazione e da quanto affermato dai Segretari responsabili delle altre Organizzazioni Sindacali presenti all’apertura, il Congresso ha deliberato, in linea con i nuovi ed onerosi impegni assunti nei confronti dei lavoratori della Banca d’Italia, di allargare il numero dei componenti del Direttivo Nazionale a trenta e di strutturare a sette elementi la nuova Segreteria Nazionale.
Il 7° Congresso nazionale della FABI R.S.A. Banca d’Italia ha espresso all’unanimità, per bocca del Segretario Coordinatore riconfermato alla guida per i prossimi quattro anni, piena consapevolezza della maturità e dell’efficacia sindacale raggiunta. Con umiltà ma anche con determinazione si dovrà adesso “concretizzare” quella crescita già avviatasi nei giorni antecedenti il Congresso, affinché dopo aver centrato il primo obiettivo, quello della permanenza dell’Organizzazione in Banca d’Italia, si possano ora raggiungere posizioni e numeri all’altezza della grande FABI, il primo Sindacato del credito.

Angelo Maranesi
Segretario Coordinatore FABI Banca d’Italia

 
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