Si è svolto a Roma, presso l’Hotel Universo,
il 7° Congresso della FABI R.S.A. BANCA D’ITALIA.
Senza alcun dubbio, al di là della consueta importanza che un simile
appuntamento riveste per qualunque Organizzazione Sindacale, questo Congresso
ha segnato un punto di svolta e di consolidamento definitivo per una FABI
al centro del complesso momento politico della Banca centrale.
Innanzitutto, si deve sottolineare, all’apertura dei lavori, la
presenza di tutti i Segretari Responsabili delle sette Organizzazioni
Sindacali della Banca d’Italia, a conferma del solido prestigio
acquisito sul campo e della capacità di confronto con l’intero
panorama sindacale interno.
Alla presenza
di esponenti della Federazione, sia della Segreteria nazionale che della
Segreteria Provinciale di Roma, il Segretario Coordinatore Angelo Maranesi
ha illustrato la Relazione sui quattro anni precedenti, fornendo a tutti
i Delegati una dettagliata ed ampia base di discussione per la verifica
di quanto realizzato sia sul fronte contrattuale interno, sia nell’ambito
della partecipazione alla vita ed alla gestione degli Organismi interni
(C.r.a.l. Banca d’Italia, Cassa Sovvenzioni, Cassa mutua interna),
sia nell’ambito dell’ormai annosa vicenda giudiziaria contro
il Direttorio sul tema della contrattualizzazione del rapporto di lavoro.
L’attacco sferrato dal Coordinatore sulla situazione contrattuale
è stato durissimo, senza timori reverenziali nei confronti dei
Segretari delle altre Organizzazioni presenti in sala, specialmente nei
confronti di coloro che siedono al tavolo maggioritario e che hanno sottoscritto
sin qui tutti gli accordi proposti dalla Banca d’Italia.
Forte e circostanziata è stata la denuncia sulla precarietà
crescente del rapporto di lavoro che ha messo in evidenza come da sempre,
grazie alla complicità dei firmatari interni all’Istituto
di Emissione, tutto trova origine proprio in Banca d’Italia, quasi
fosse un laboratorio sperimentale alle dipendenze del Governatore Fazio,
per essere esportato poi nel sistema creditizio nazionale.
Gli ultimi accordi interni, quelli cosiddetti “ponte” del
2002, hanno ad esempio frantumato tutte le professionalità della
compagine “operativa” della Banca d’Italia, ponendo
il personale all’interno di un contenitore unico, definito nella
Relazione un “frullatore”, senza più limiti all’utilizzo,
con selvaggia flessibilità funzionale a tutto vantaggio dell’Amministrazione.
Frustrazione delle professionalità ed assenza totale di incentivi
sia sotto il profilo di carriera che quello economico sono stati i principali
capi d’accusa.
Bloccato l’esodo pensionistico, così come avvenuto nel resto
del paese, fallita da oltre quindici anni la riforma delle carriere, ridotti
solo al calcolo di T.I.P. e T.I.R. gli aumenti economici, con il contratto
che scadrà a fine del 2005 ancora in alto mare, la FABI ha denunciato
tra la compagine del personale il più elevato tasso di disaffezione
e di distacco nei confronti della Banca d’Italia.
Ma un ruolo chiave la FABI lo ha soprattutto svolto in occasione della
disdetta unilaterale del contratto da parte della Banca d’Italia
avvenuta nel luglio del 2003.
Pur in presenza
di Organizzazioni numericamente più elevate, firmatarie dei contratti
“capestro” sopra indicati, la FABI, Sindacato di minoranza,
non ha esitato ad intraprendere da sola lo scontro con i vertici dell’Istituto,
rifiutando il dialogo con quell’Azienda arrogante che aveva calpestato
i più elementari principi che regolano il rapporto di lavoro.
Per prima la FABI ha trascinato la Banca in tribunale, costringendo tutti
gli altri ad intraprendere lo stesso percorso.
Dopo due tappe brillantemente superate davanti al Giudice del Lavoro di
Roma, con doppia condanna della Banca d’Italia, di fronte alla caparbia
insistenza dell’Azienda che disponeva un ulteriore ricorso in Tribunale,
in vista del grave pericolo della totale destabilizzazione delle regole
negoziali da parte dei vertici, si è quindi costituito un fronte
unitario tra le Organizzazioni Sindacali presenti nell’Istituto
sullo specifico tema della contrattualizzazione. A tal fine, pur se con
un anno di ritardo rispetto alla FABI, anche gli altri Sindacati si sono
“auto-sospesi” da qualsiasi forma di negoziazione con l’Azienda.
Il 7° Congresso della FABI della Banca d’Italia ha assunto come
slogan “…dentro il futuro, per vincere insieme la sfida del
cambiamento”.
Davanti ai tanti cambiamenti avvenuti in Italia ed in Europa, davanti
alle continue trasformazioni in atto sia nel sistema politico che in quello
più specifico del mondo bancario, la FABI non poteva che dichiarare
aperta ed accettata la sfida “dentro” il futuro, un futuro
già iniziato. Per realizzare questo impegno, la Relazione del Segretario
Coordinatore non poteva che rivolgere un invito direttamente ai giovani,
attualmente disorientati e sfiduciati, a credere in questa FABI, nelle
sue costanti iniziative messe in atto per rendere la Banca d’Italia
al passo con i tempi, scrollandosi di dosso “il vecchio” che
ancora condiziona l’Istituto ed il vertice che lo governa.
Il Congresso,
approvando all’unanimità la Relazione, ha quindi deliberato
iniziative di rilancio anche per i più giovani, con l’impegno
a riaprire una trattativa serrata con la Banca, al più presto,
sul fondo Complementare che regola la previdenza per gli assunti dopo
il 1993. Grande rilievo, inoltre sarà dato al tema abitativo, che
dopo la precarietà del lavoro e della futura copertura previdenziale,
rappresenta per i più giovani il terzo problema, non certo per
importanza, che rende più nebuloso il loro futuro.
Sempre sul tema abitativo, il Congresso ha rilanciato la parallela sfida
sulla trasparenza della gestione del patrimonio immobiliare che la Banca
possiede a garanzia e copertura delle pensioni passate e future riservate
agli assunti prima del 1993.
Grazie alla collaborazione della Segreteria Provinciale FABI di Roma,
a corollario del Congresso si è svolto presso il teatro Eliseo
di Roma un convegno sul mobbing.
Fondamentale e di eccellente qualità è stato il supporto
fornito dal Prof. E. Monaco dell’Università La Sapienza di
Roma. Il Professore, titolare di cattedra della Medicina del lavoro, ha
anche partecipato all’apertura dei lavori del Congresso, fornendo
ai Delegati una sintesi del Convegno stesso.
La FABI, per prima in Banca d’Italia, ha posto l’accento attraverso
il convegno sul tema del mobbing, assumendo al Congresso l’impegno
a regolamentare con l’Azienda, così come già avvenuto
in altre realtà lavorative, questo fenomeno già diffuso
nel mondo del lavoro e che crea non poche difficoltà e sofferenze
nel vivere quotidiano dei dipendenti.
Gli oltre sessanta Delegati hanno infine espletato le consuete formalità
congressuali.
Dopo un dibattito serrato, che ha tratto spunti dalla Relazione del Coordinatore
Angelo Maranesi, dagli interventi dei Segretari nazionali e Provinciali
della Federazione e da quanto affermato dai Segretari responsabili delle
altre Organizzazioni Sindacali presenti all’apertura, il Congresso
ha deliberato, in linea con i nuovi ed onerosi impegni assunti nei confronti
dei lavoratori della Banca d’Italia, di allargare il numero dei
componenti del Direttivo Nazionale a trenta e di strutturare a sette elementi
la nuova Segreteria Nazionale.
Il 7° Congresso nazionale della FABI R.S.A. Banca d’Italia ha
espresso all’unanimità, per bocca del Segretario Coordinatore
riconfermato alla guida per i prossimi quattro anni, piena consapevolezza
della maturità e dell’efficacia sindacale raggiunta. Con
umiltà ma anche con determinazione si dovrà adesso “concretizzare”
quella crescita già avviatasi nei giorni antecedenti il Congresso,
affinché dopo aver centrato il primo obiettivo, quello della permanenza
dell’Organizzazione in Banca d’Italia, si possano ora raggiungere
posizioni e numeri all’altezza della grande FABI, il primo Sindacato
del credito.
Angelo Maranesi
Segretario Coordinatore FABI Banca d’Italia |
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