esattoriali      
di Giacomo Melfi, Segretario Nazionale Fabi      
Occasione per gli Iscritti Fabi - Manuale di Diritto e Tecnica della Riscossione Coattiva dei Tributi  
 
Giacomo Melfi
Segretario Nazionale
Fabi
(Foto di Lodovico Antonini)
 
   

Non so se, quando queste note verranno pubblicate, il CCNL di settore sarà stato già sottoscritto. È necessario comunque che il personale della riscossione abbia una panoramica di quanto è successo in questi ultimi mesi.
La conclusione del CCNL del credito ha dato il via, come sempre è accaduto da venti anni a questa parte, al rinnovo dell’analogo strumento contrattuale per gli esattoriali. Alcune novità, tuttavia, vanno esaminate, iniziando il nostro percorso dall’improvvida lettera in cui i Segretari Generali delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL del credito, invitavano le aziende associate a riconoscere i medesimi aumenti contrattuali al personale della riscossione dipendente da società a prevalente partecipazione bancaria. Appello sino ad oggi caduto nel vuoto e inopinatamente non indirizzato all’agente contrattuale principale e cioè Ascotributi. Nessuna piattaforma è stata presentata dai colleghi delle altre organizzazioni sindacali, come se il settore fosse stato privato di alcune sue specificità.
Ma allora, se questo fosse vero, perché non includerlo nel contratto del credito destinando ad esso “specifiche regolamentazioni”, così come la FABI richiedeva?
A questo vuoto abbiamo ritenuto di ovviare con la presentazione di alcune linee guida per riaffermare un’autonomia categoriale non in discussione.
Tutto doveva svolgersi, quindi, in maniera automatica. Ma dietro l’angolo erano presenti alcune novità!
La proprietà del 98% del sistema esattoriale (le banche) denunciava l’impossibilità di onorare gli impegni economici degli aumenti contrattuali, in assenza di una revisione del sistema dei compensi considerata attualmente insufficiente.
Appare strano, tuttavia, che le società di riscossione facenti parte dei grandi gruppi bancari partecipino agli utili consolidati di gruppo con percentuali di una certa concretezza e sicuramente non di tipo marginale.
Si è assistito, quindi, ad una specie di rincorsa fra gli attori del settore e l’amministrazione finanziaria, sfociata in un provvedimento sulla finanza locale all’esame del Parlamento, in cui vengono rivisti i compensi in favore delle società concessionarie, per importi di assoluto rilievo (si parla di 485 milioni di Euro) con cui si dovrebbe far fronte agli aumenti contrattuali.
Ma solo a quelli?
Da un primo esame la cifra appare sovrabbondante ed è singolare, comunque, che gli aumenti contrattuali vengano legati ad un provvedimento di Governo!
La storia si complica nel momento in cui si fa una riflessione sulla proroga prevista per legge del sistema della riscossione al 31.12.2006. Entro tale data siamo convinti non si riuscirà ad attuare alcuna riforma e non per mancanza di volontà (o forse sì!?), ma per mancanza dei tempi istituzionali che dovremmo in qualche modo coniugare con gli appuntamenti elettorali del prossimo anno. Tutto ciò non consentirà al sistema di ripartire con regole e certezze nuove, ma si continuerà a mantenere in vita l’attuale. Ci pare, quindi, inevitabile che, al di la degli aumenti contrattuali, il residuo dello stanziamento pubblico debba essere destinato al mantenimento di un sufficiente grado di operatività del sistema.
Sarà così ? Oppure le ingenti somme stanziate verranno inghiottite, come sempre, a “titolo risarcitorio” dai concessionari ?
A rendere ancora più confuso il panorama sicuramente contribuisce l’operato dell’Agenzia delle Entrate che, con una pletora di provvedimenti a volte discordanti tra di loro, non favorisce la operatività e il recupero di funzionalità del sistema esattoriale. Prova ne sia, e citiamo un solo esempio, la contrastata normativa sui fermi amministrativi.
Ci attende, quindi, al di la della conclusione contrattuale, un periodo di forte attenzione sul sistema e sulla formazione degli strumenti legislativi che, secondo quanto espresso dal Governo, dovranno riportare il sistema stesso sotto una governance pubblica. In particolare dovremo concentrare la nostra attenzione sulle forme giuridico istituzionali con cui il sistema muterà, sulla difesa, per quanto ovvio dei livelli occupazionali, su un progetto concreto e credibile di riprofessionalizzazione degli addetti al settore.
Non poco quindi.
Procederemo sicuramente, in stretto contatto con le istituzioni a monitorare tutti i mutamenti del settore nell’ottica che sopra abbiamo espresso e stiano tranquilli i colleghi che la nostra sarà un’attenzione vera e non una commissione paritetica che, come tutti sanno, serve esclusivamente da palestra oratoria e non per prendere decisioni concrete.