Non
so se, quando queste note verranno pubblicate, il CCNL di settore sarà
stato già sottoscritto. È necessario comunque che il personale
della riscossione abbia una panoramica di quanto è successo in
questi ultimi mesi.
La conclusione del CCNL del credito ha dato il via, come sempre è
accaduto da venti anni a questa parte, al rinnovo dell’analogo strumento
contrattuale per gli esattoriali. Alcune novità, tuttavia, vanno
esaminate, iniziando il nostro percorso dall’improvvida lettera
in cui i Segretari Generali delle organizzazioni sindacali firmatarie
del CCNL del credito, invitavano le aziende associate a riconoscere i
medesimi aumenti contrattuali al personale della riscossione dipendente
da società a prevalente partecipazione bancaria. Appello sino ad
oggi caduto nel vuoto e inopinatamente non indirizzato all’agente
contrattuale principale e cioè Ascotributi. Nessuna piattaforma
è stata presentata dai colleghi delle altre organizzazioni sindacali,
come se il settore fosse stato privato di alcune sue specificità.
Ma allora, se questo fosse vero, perché non includerlo nel contratto
del credito destinando ad esso “specifiche regolamentazioni”,
così come la FABI richiedeva?
A questo vuoto abbiamo ritenuto di ovviare con la presentazione di alcune
linee guida per riaffermare un’autonomia categoriale non in discussione.
Tutto doveva svolgersi, quindi, in maniera automatica. Ma dietro l’angolo
erano presenti alcune novità!
La proprietà del 98% del sistema esattoriale (le banche) denunciava
l’impossibilità di onorare gli impegni economici degli aumenti
contrattuali, in assenza di una revisione del sistema dei compensi considerata
attualmente insufficiente.
Appare strano, tuttavia, che le società di riscossione facenti
parte dei grandi gruppi bancari partecipino agli utili consolidati di
gruppo con percentuali di una certa concretezza e sicuramente non di tipo
marginale.
Si è assistito, quindi, ad una specie di rincorsa fra gli attori
del settore e l’amministrazione finanziaria, sfociata in un provvedimento
sulla finanza locale all’esame del Parlamento, in cui vengono rivisti
i compensi in favore delle società concessionarie, per importi
di assoluto rilievo (si parla di 485 milioni di Euro) con cui si dovrebbe
far fronte agli aumenti contrattuali.
Ma solo a quelli?
Da un primo esame la cifra appare sovrabbondante ed è singolare,
comunque, che gli aumenti contrattuali vengano legati ad un provvedimento
di Governo!
La storia si complica nel momento in cui si fa una riflessione sulla proroga
prevista per legge del sistema della riscossione al 31.12.2006. Entro
tale data siamo convinti non si riuscirà ad attuare alcuna riforma
e non per mancanza di volontà (o forse sì!?), ma per mancanza
dei tempi istituzionali che dovremmo in qualche modo coniugare con gli
appuntamenti elettorali del prossimo anno. Tutto ciò non consentirà
al sistema di ripartire con regole e certezze nuove, ma si continuerà
a mantenere in vita l’attuale. Ci pare, quindi, inevitabile che,
al di la degli aumenti contrattuali, il residuo dello stanziamento pubblico
debba essere destinato al mantenimento di un sufficiente grado di operatività
del sistema.
Sarà così ? Oppure le ingenti somme stanziate verranno inghiottite,
come sempre, a “titolo risarcitorio” dai concessionari ?
A rendere ancora più confuso il panorama sicuramente contribuisce
l’operato dell’Agenzia delle Entrate che, con una pletora
di provvedimenti a volte discordanti tra di loro, non favorisce la operatività
e il recupero di funzionalità del sistema esattoriale. Prova ne
sia, e citiamo un solo esempio, la contrastata normativa sui fermi amministrativi.
Ci attende, quindi, al di la della conclusione contrattuale, un periodo
di forte attenzione sul sistema e sulla formazione degli strumenti legislativi
che, secondo quanto espresso dal Governo, dovranno riportare il sistema
stesso sotto una governance pubblica. In particolare dovremo concentrare
la nostra attenzione sulle forme giuridico istituzionali con cui il sistema
muterà, sulla difesa, per quanto ovvio dei livelli occupazionali,
su un progetto concreto e credibile di riprofessionalizzazione degli addetti
al settore.
Non poco quindi.
Procederemo sicuramente, in stretto contatto con le istituzioni a monitorare
tutti i mutamenti del settore nell’ottica che sopra abbiamo espresso
e stiano tranquilli i colleghi che la nostra sarà un’attenzione
vera e non una commissione paritetica che, come tutti sanno, serve esclusivamente
da palestra oratoria e non per prendere decisioni concrete.
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