editoriale    
Gianfranco Amato
obiettivamente diversi
di
Gianfranco
Amato

   

Nella consuetudine, il periodo estivo "sospende" i conflitti, le tensioni, i grandi confronti sindacali; non del tutto, ma certamente in larga misura.
Firmato e "superato" il contratto ABI - nella prospettiva di predisporre una piattaforma adeguata e auspicabilmente unitaria - restano ancora aperte le trattative con Ascotributi e con Federcasse, dove, se pure in tavoli separati, la dinamica del confronto vive un clima diverso.
Si tratta di negoziati che possono, e devono, trovare conclusione prima della pausa delle ferie oppure saranno inevitabilmente sospesi e rimandati all'autunno, con tutte le conseguenze che tale evenienza porterà con sé.
Ma l'agire del sindacato, della Fabi per quello che ci riguarda, non si esaurisce con le trattative nazionali.
Vi è infatti una serie interminabile di confronti nelle Aziende, nei Gruppi e sul territorio, che da sola impegna a fondo, nel tempo, la vita dell'Organizzazione.
I contratti integrativi, soprattutto, ma anche, ovviamente, tutti gli altri momenti di incontro tra le parti, intesi ad affrontare e risolvere i problemi, pressoché quotidiani, che interessano le condizioni di lavoro dei bancari.
Infine, come già detto autorevolmente nei numeri precedenti della nostra rivista, la Conferenza di Organizzazione nel prossimo autunno.
Appuntamento di grande rilievo e ottima occasione per riflettere in profondità sulla struttura e sui meccanismi di funzionamento del nostro sindacato, ma non solo.
Anche sul contesto sociale ed economico e sulle prospettive che interessano la categoria ed il settore del credito.
Un contesto che non è certo favorevole, se mai lo è stato, per chi è chiamato a difendere gli interessi dei lavoratori dagli attacchi che provengono da tutte le parti.
Non ci stancheremo di ripetere, visto anche il modo in cui sta mutando lo scenario nel nostro settore, che occorre mettere al primo posto la battaglia contro le diverse e sempre più pericolose forme di precarietà.