Si
è recentemente riunito a Rimini il Coordinamento Nazionale di FABI
PENSIONATI, uno degli appuntamenti “canonici” di questa categoria
di iscritti, per una verifica dell’attività fin qui svolta
e per la programmazione degli impegni per il secondo semestre del corrente
anno.
L’occasione ha offerto la possibilità di un’ampia riflessione
su punti essenziali quali:
• Il recupero del potere d’acquisto delle pensioni;
• L’individuazione di un paniere minimo di beni e servizi
essenziali da tutelare integralmente contro il caro vita;
• L’istituzione di un Fondo di solidarietà verso le
persone non auto sufficienti.
Il dibattito ha anche individuato nelle Regioni, negli
Enti e Amministrazioni locali gli organismi più idonei per sviluppare
una sempre più crescente sensibilità sociale in campi essenziali
come sono quelli della sanità, dell’assistenza, della fiscalità,
delle tariffe dei servizi.
Sono campi questi che attengono alle condizioni esistenziali dei ceti
più deboli, degli anziani innanzi tutto.
Alla nostra Federazione è stata indirizzata l’esortazione
di attivarsi per aderire con puntualità a tutte le iniziative che
saranno di volta in volta proposte dal “popolo anziano”, parte
considerevole della fisiologia democratica della società.
Alcuni interventi hanno denunciato una profonda discrasia nel rapporto
tra etica ed economia, rifiutando la scomposizione antropologica che ci
vuole o consumatori o produttori, mai persone nella loro interezza.
Poiché, è stato affermato, il fine ultimo dell’economia
deve essere il bene comune e una convivenza sociale pacifica, serena e
gioiosa è possibile solo con una vera politica di giustizia distributiva,
anche la FABI è chiamata a scendere in trincea, intendendo per
trincea il coraggio di dichiarare ad alta voce, gridando se necessario,
le proprie convinzioni e le proprie proposte.
Quale migliore occasione, allora, della Conferenza di Organizzazione per
affrontare anche i problemi propri dello Stato Sociale, il calo dei consumi,
il rischio di indigenza e la condizione di precarietà in cui rischiano
di trovarsi le fasce più deboli della nostra società, la
dilagante cultura che non considera più la persona il punto di
riferimento su cui misurare lo spessore e i valori etici dell’agire.
Su questi argomenti i pensionati Fabi daranno il loro contributo, perché
è il loro spazio, perché si considerino, in particolare,
le loro condizioni di vita, perché, senza più contratti
di lavoro da rinnovare, la difesa del potere d’acquisto delle pensioni
dipende dalla soluzione di questi problemi.
Il “nuovo percorso “ della FABI si costruirà anche
con il contributo dei Pensionati, che desiderano essere utili e per questo
si stanno preparando, con impegno e umiltà, consapevoli del ruolo
che può essere loro riservato.
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