Il
No di Francia e Olanda alla Costituzione Europea è un segnale
d’arresto su cui è doveroso riflettere.
L’Europa non è e non deve essere in discussione, ma forse
questa è l’occasione che aspettavamo per muovere qualche
critica all’altra Europa, quella dei capitali, quella poco concludente,
fatta di burocrati impegnati nelle Commissioni a dirimere sovente su
temi riguardanti grandi manovre finanziarie o questioni di lana caprina,
così distanti dalle esigenze dei cittadini europei.
Mentre tanti problemi sono stati lasciati marcire, come quello dell’indiscriminato
aumento dei prezzi o quello della perequazione della legislazione sociale
ed assistenziale o quello sulla concorrenza dei Paesi orientali (tema
oggi di grande attualità) in Europa ci si diverte a promulgare
editti sulle misure e dimensioni di frutta ed ortaggi.
Ricordiamo solo alcuni dei regolamenti europei che stupiscono e allo
stesso tempo lasciano perplessi.
Come quello a proposito delle banane (Regolamento 2257/’94) che,
secondo l’Europa “vanno commercializzate in mani o frammenti
di mani, a condizione che il peduncolo non sia strappato, bensì
reciso con un taglio netto”; oppure, quello sulle albicocche (Regolamento
851/2000) che “possono comportare difetti nella buccia nei limiti
di 2 cm per i difetti di forma allungata, un cm_ per tutti gli altri
difetti”;
come quello sui piselli (Regolamento 2561/’99) “che devono
essere succosi e sufficientemente consistenti in modo che, premuti tra
due dita, si schiaccino senza dividersi”; come quello sui fagiolini
(regolamento 912/2001) “che devono essere teneri, giovani e diritti
ma possono essere privi del peduncolo solo in 15 su 100, purché
i baccelli rimangano chiusi ed asciutti”.
Diciamo NO a questa Europa: quella che regolamenta persino sui pomodori
con o senza ombelico, quella che si occupa dei peperoni a trottola e
che “vanno misurati all’altezza dell’equatore”,
e poi ancora delle nervature dei sedani, dell’aspetto vetroso
della cicoria, della colorazione dei porri, dei raspi dei grappoli d’uva,
dei ciuffi delle cipolle europee.
Diciamo NO all’Europa che si perde in quisquilie e dimentica le
questioni che più stanno a cuore alla gente, ai lavoratori, ai
giovani.
Diciamo NO all’Europa che non guarda al futuro.
Vogliamo l’Europa dei diritti, delle persone e dei popoli, non
quella delle multinazionali, dei burocrati, dell’assurdo.