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Questo
il titolo della tavola rotonda che si terrà in apertura della Conferenza
di organizzazione.
Un inizio volutamente forte per una Conferenza diversa rispetto a quelle
che hanno visto in passato impegnata la FABI. Una tavola rotonda che vedrà
autorevoli partecipanti del mondo politico, delle imprese e naturalmente
del sindacato. Senza dubbio, si tratterà non solo di un momento
di confronto, fra tesi, fra filosofie, fra identità diverse, ma
di un’occasione offerta alla FABI di dimostrare, non solo con le
parole, ma nei fatti, come questa Organizzazione sia pienamente inserita
nel contesto del sistema Paese.
Da sempre siamo aperti al dialogo, all’ascolto,
alla costruzione di percorsi possibili. La nostra disponibilità
significa apertura all’esterno, significa anche che
l’autonomia della FABI rappresenta
un valore, non certo un bastone
dietro al quale
trincerarsi.
Ecco allora che, anziché progettare una Conferenza tutta tesa a
consolidare alcune nostre certezze, abbiamo
preferito come
Segreteria Nazionale, in uno con il Comitato
Direttivo Centrale, percorrere nuove strade, forse meno agevoli, ma sicuramente
proiettate al futuro.
Non
può esistere, nel futuro che ipotizziamo,
uno sviluppo che prescinda dall’armonizzazione
fra finanza e settori produttivi. Non vi è dubbio che, centrali,
per l’economia del paese, saranno le banche. Banche che proprio
per la loro stessa funzione, devono godere però della fiducia del
mercato. Recenti casi, purtroppo, denunciano paurosi limiti di sistema,
limiti che occorre sanare. Il grande risiko bancario è spesso un
pauroso gioco al massacro che finisce per coinvolgere negativamente i
lavoratori e la collettività.
Non è un caso che questo messaggio di riposizionamento e di riscoperta
dell’eticità del mondo della finanza parta proprio dalla
FABI,il sindacato più rappresentativo del settore che sin dal 1948
è un punto di riferimento centrale nel sistema del credito.
Questo argomento è del tutto rilevante per la FABI che si è
battuta, nel recente passato, per realizzare accordi sulla responsabilità
sociale dell’impresa bancaria ed affinché tali accordi risultassero
tutelanti per tutti gli stakeholders.
La tavola rotonda fornirà il suo contributo al superamento delle
resistenze e delle differenze, ma un contributo determinante dovranno
fornirlo poi i gruppi politici e le associazioni, fra le parti, affinché
le leggi in tema di risparmio siano chiare, e per rendere finalmente la
Banca d’Italia una Istituzione veramente super-partes, con compiti
precisi ed autonoma dai partiti e dalle banche che la stessa dovrebbe
controllare.

Un contributo per il ruolo che ci compete,
dovremo svolgerlo anche noi della FABI.
L’ Italia ha bisogno di rigenerarsi, di credere in una possibilità
di sviluppo che dia corpo alle speranze dei giovani; che fornisca certezze
a chi vede prossimo il traguardo della pensione. Non vi è più
spazio per il pressappochismo e per le analisi buone per vivere alla giornata,
occorre una programmazione, fondata su valori consolidati e sull’etica
del lavoro e della gestione della cosa pubblica.
Utopie? Tutt’altro.
Il mondo è forgiato di pragmatismo, ma ci si eleva dalla mediocrità
proprio grazie alla volontà che ciascuno di noi sa esprimere.
Tradurre la bellezza dei sogni in realtà è possibile!
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