UNI,
nata cinque anni fa dall’unione di grandi organizzazioni internazionali,
ha celebrato a Chicago, dal 22 al 25 agosto, il suo secondo congresso
mondiale: 704 delegati e 375 osservatori provenienti da 122 Paesi in rappresentanza
di 422 Sindacati dei cinque continenti.
Un delegato dello Sri - Lanka ringrazia per la solidarietà e gli
aiuti inviati dai colleghi di tutto il mondo alle popolazioni colpite
dallo Tsunami. Geller, delegato del Sindacato Israeliano, denuncia che
gli enti locali da mesi sono senza stipendio per motivi di bilancio statale;
nelle travagliate vicende di Israele, il problema dei lavoratori senza
stipendio passa quasi sotto silenzio. Un delegato Giapponese interviene
sulla privatizzazione delle Poste; nei piccoli centri del Sol Levante
l’ufficio postale sarebbe sostituito da una saltuaria presenza di
DHL. Mohamed Shafi, dalla Malesia, descrive i contraccolpi di uno sviluppo
disordinato determinato da grandi multinazionali che offrono lavori temporanei
e sottopagati, soffocando però ogni tentativo di creare una economia
del territorio.
Voci, persone, fatti all’apparenza diversi, riuniti nel più
grande congresso mondiale dei Sindacati del terziario; è la sfida
di UNI, il sindacato mondiale dei servizi, che, attraverso progressive
alleanze e aggregazioni, è riuscito nell’impresa di raccogliere
i sindacati di occidente ed oriente, del nord e del sud del Mondo, attorno
a temi fondamentali, per affrontare uniti l’arroganza dei grandi
poteri economico-finanziari ed i problemi che la globalizzazione impone
al mondo del lavoro, non più negoziabili nel solo ambito aziendale
o nazionale.
La FABI fa parte di UNI dalla fondazione ed era presente al World Congress
di Chicago, con la delegazione guidata dal Segretario Generale Cristina
Attuati, in rappresentanza dei bancari Italiani ed Europei.
In apertura dei lavori, ha salutato i delegati il Senatore John Edwards,
vice di Kerry nella corsa per le presidenziali USA. Figlio di operai,
ricorda le lotte sindacali che elessero Chicago come capitale delle grandi
sfide per i diritti del lavoro fra XIX e XX secolo. Edwards ha invitato
i delegati a visitare il luogo dei tragici fatti di Haymarket, a breve
distanza dal luogo del congresso, ove nel maggio del 1886, nel corso di
una manifestazione sindacale per le otto ore di lavoro, una bomba collocata
da provocatori causò 11 vittime ed una brutale repressione culminata
in una serie di ingiustificate condanne fra i leader dei movimenti per
i diritti dei lavoratori. In memoria di questi fatti, dal 1889 in tutto
il mondo si celebra il 1° maggio come giornata del Lavoro.
Joe Hansen, Presidente di UNI e leader del grande sindacato statunitense
UFCW, presiede la grande assemblea con autorevolezza e rispetto delle
tante istanze, idee e proposte che si alternano sul palco degli interventi,
riflesse dai due maxischermi per essere visibili da ogni angolo dell’immensa
sala presso le rive del lago Michigan.
I grandi temi delle assise riguardano l’obiettivo dei sindacati
mondiali di garantire lavoro e salari dignitosi in tutti i Paesi, fermare
la corsa indiscriminata al profitto da parte delle aziende multinazionali,
unire le forze solidali per fronteggiare le emergenze sanitarie che colpiscono
intere generazioni di lavoratori, particolarmente in Africa.
Uno degli argomenti principalmente dibattuti e che ci riguardano più
da vicino è quello dell’Outsourcing (lavorazioni che escono
dalle aziende verso altri paesi con minori costi del lavoro) e dell’Outshoring
(le aziende stesse che si trasferiscono in regioni prive di regole e contratti
a tutela dei lavoratori). Una nota positiva che riguarda alcune banche,
i progetti di micro-credito, realizzati in collaborazione con i sindacati
e le associazioni internazionali, per avviare iniziative economiche in
paesi a forte ritardo strutturale.
Ma l’attenzione dei sindacati di tutti i settori è rivolta
alle “zone franche” create dai governi dei paesi in via di
sviluppo per attrarre investimenti, all’interno delle quali è
impedito ai sindacati di intervenire a difesa delle più elementari
norme di sicurezza e di tutela dei lavoratori, una realtà che dovrà
cambiare con le lotte e lo sviluppo delle tematiche relative alla responsabilità
sociale delle aziende. Il dramma dell’Africa è introdotto
da uno sconvolgente rapporto redatto dai sindacati Europei: l’Aids
falcidia intere generazioni di lavoratori, allontanando ogni speranza
di sviluppo, fra mancanza di medicinali ed il periodico divampare di scontri
etnici.
La vertenza “simbolo” del Congresso è la durissima
lotta nei confronti di Wal Mart, la maggiore azienda statunitense, con
fatturato pari al 2% del pil USA. Sede in Arkansas ed interessi in ogni
parte del mondo, Wal Mart vuole soffocare sul nascere ogni rivendicazione
sindacale dei propri dipendenti. Quando le intimidazioni non bastano a
scoraggiare l’azione sindacale, laddove nascono rivendicazioni da
parte dei lavoratori, l’azienda chiude i supermercati piuttosto
che aprire le trattative; non a caso a Chicago, la città più
sindacalizzata d’America, non sono presenti negozi Wal Mart. Non
solo i lavoratori ma l’intero territorio, pagano a caro prezzo la
presenza di Wal Mart attraverso lo strangolamento delle piccole / medie
aziende locali, potenziali concorrenti.
UNI controbatte a questi atteggiamenti con una campagna martellante, invitando
i lavoratori / consumatori e l’intera Società civile a boicottare
quest’azienda, e sollecitando i potenti Fondi pensione ad escludere
dal proprio portafoglio le azioni del gruppo Wal Mart. Una lotta che comincia
a produrre qualche risultato: nell’ultimo giorno del Congresso giunge
la notizia che dalla sede centrale Wal-Mart di Bentonville, l’amministratore
delegato Lee Scott ha, per la prima volta, accettato un incontro con il
Segretario Generale di Uni, Philip Jennings.
Philip, un grande amico della Fabi, è ancora nella nostra memoria
per il suo appassionato intervento al nostro congresso di Sorrento. Da
allora ha attraversato una drammatica esperienza personale: ha lottato
contro un cancro alla gola e ne è uscito, ancora una volta, vincente.
La sua riconferma a Segretario Generale di Uni è avvenuta con la
calorosa acclamazione del World Congress. La voce di Philip è ancora
quella di prima, solo i suoi interventi sono un po’ più brevi,
perché non deve affaticare le corde vocali. “Facevi interventi
più lunghi di Fidel Castro!…” lo rimbrotta scherzosamente
il vice segretario Bowyer. Fuori dall’ufficialità è
il solito Phil, sempre disponibile per ogni delegato che abbia un problema
da sottoporgli. Con noi della Fabi ricorda la bellezza di Sorrento e l’attenzione
del nostro Congresso per le tematiche internazionali.
Un tema alquanto dibattuto è quello della Cina: sintetizzato da
un delegato Inglese: “Non possiamo accettare che la Cina sia ammessa
nel "World Trade Organisation”, che possa attirare massicci
investimenti dai nostri Paesi, mentre opprime i lavoratori cinesi con
leggi restrittive sui diritti del lavoro." I grandi accordi-quadro
su scala mondiale che UNI sta predisponendo potranno tracciare linee guida
il più possibile omogenee ed estendere a nuovi paesi i diritti
fondamentali del lavoro. Apripista, in tema di accordi sindacali globali,
il Settore postale, con l’elaborazione di un Accordo Quadro mondiale
fra UNI e Unione Postale Internazionale. un accordo di massima è
stato raggiunto dalle parti, ora si attendono i dettagli tecnici per la
firma.
Ha concluso i lavori il rev. Jesse Jackson, con una ferma critica alla
politica sociale dell’attuale amministrazione USA ed un forte appello
alla pace.
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