di Franco Savi

CONGRESSO MONDIALE UNI A CHICAGO
   
 

Da sinistra: Franco Savi, Carmelo Benedetti, Cristina Attuati e Angelo Di Cristo

 
 
 
Il monumento che ricorda
le vittime
di Haymarket
 

UNI, nata cinque anni fa dall’unione di grandi organizzazioni internazionali, ha celebrato a Chicago, dal 22 al 25 agosto, il suo secondo congresso mondiale: 704 delegati e 375 osservatori provenienti da 122 Paesi in rappresentanza di 422 Sindacati dei cinque continenti.
Un delegato dello Sri - Lanka ringrazia per la solidarietà e gli aiuti inviati dai colleghi di tutto il mondo alle popolazioni colpite dallo Tsunami. Geller, delegato del Sindacato Israeliano, denuncia che gli enti locali da mesi sono senza stipendio per motivi di bilancio statale; nelle travagliate vicende di Israele, il problema dei lavoratori senza stipendio passa quasi sotto silenzio. Un delegato Giapponese interviene sulla privatizzazione delle Poste; nei piccoli centri del Sol Levante l’ufficio postale sarebbe sostituito da una saltuaria presenza di DHL. Mohamed Shafi, dalla Malesia, descrive i contraccolpi di uno sviluppo disordinato determinato da grandi multinazionali che offrono lavori temporanei e sottopagati, soffocando però ogni tentativo di creare una economia del territorio.
Voci, persone, fatti all’apparenza diversi, riuniti nel più grande congresso mondiale dei Sindacati del terziario; è la sfida di UNI, il sindacato mondiale dei servizi, che, attraverso progressive alleanze e aggregazioni, è riuscito nell’impresa di raccogliere i sindacati di occidente ed oriente, del nord e del sud del Mondo, attorno a temi fondamentali, per affrontare uniti l’arroganza dei grandi poteri economico-finanziari ed i problemi che la globalizzazione impone al mondo del lavoro, non più negoziabili nel solo ambito aziendale o nazionale.
La FABI fa parte di UNI dalla fondazione ed era presente al World Congress di Chicago, con la delegazione guidata dal Segretario Generale Cristina Attuati, in rappresentanza dei bancari Italiani ed Europei.
In apertura dei lavori, ha salutato i delegati il Senatore John Edwards, vice di Kerry nella corsa per le presidenziali USA. Figlio di operai, ricorda le lotte sindacali che elessero Chicago come capitale delle grandi sfide per i diritti del lavoro fra XIX e XX secolo. Edwards ha invitato i delegati a visitare il luogo dei tragici fatti di Haymarket, a breve distanza dal luogo del congresso, ove nel maggio del 1886, nel corso di una manifestazione sindacale per le otto ore di lavoro, una bomba collocata da provocatori causò 11 vittime ed una brutale repressione culminata in una serie di ingiustificate condanne fra i leader dei movimenti per i diritti dei lavoratori. In memoria di questi fatti, dal 1889 in tutto il mondo si celebra il 1° maggio come giornata del Lavoro.
Joe Hansen, Presidente di UNI e leader del grande sindacato statunitense UFCW, presiede la grande assemblea con autorevolezza e rispetto delle tante istanze, idee e proposte che si alternano sul palco degli interventi, riflesse dai due maxischermi per essere visibili da ogni angolo dell’immensa sala presso le rive del lago Michigan.
I grandi temi delle assise riguardano l’obiettivo dei sindacati mondiali di garantire lavoro e salari dignitosi in tutti i Paesi, fermare la corsa indiscriminata al profitto da parte delle aziende multinazionali, unire le forze solidali per fronteggiare le emergenze sanitarie che colpiscono intere generazioni di lavoratori, particolarmente in Africa.
Uno degli argomenti principalmente dibattuti e che ci riguardano più da vicino è quello dell’Outsourcing (lavorazioni che escono dalle aziende verso altri paesi con minori costi del lavoro) e dell’Outshoring (le aziende stesse che si trasferiscono in regioni prive di regole e contratti a tutela dei lavoratori). Una nota positiva che riguarda alcune banche, i progetti di micro-credito, realizzati in collaborazione con i sindacati e le associazioni internazionali, per avviare iniziative economiche in paesi a forte ritardo strutturale.
Ma l’attenzione dei sindacati di tutti i settori è rivolta alle “zone franche” create dai governi dei paesi in via di sviluppo per attrarre investimenti, all’interno delle quali è impedito ai sindacati di intervenire a difesa delle più elementari norme di sicurezza e di tutela dei lavoratori, una realtà che dovrà cambiare con le lotte e lo sviluppo delle tematiche relative alla responsabilità sociale delle aziende. Il dramma dell’Africa è introdotto da uno sconvolgente rapporto redatto dai sindacati Europei: l’Aids falcidia intere generazioni di lavoratori, allontanando ogni speranza di sviluppo, fra mancanza di medicinali ed il periodico divampare di scontri etnici.
La vertenza “simbolo” del Congresso è la durissima lotta nei confronti di Wal Mart, la maggiore azienda statunitense, con fatturato pari al 2% del pil USA. Sede in Arkansas ed interessi in ogni parte del mondo, Wal Mart vuole soffocare sul nascere ogni rivendicazione sindacale dei propri dipendenti. Quando le intimidazioni non bastano a scoraggiare l’azione sindacale, laddove nascono rivendicazioni da parte dei lavoratori, l’azienda chiude i supermercati piuttosto che aprire le trattative; non a caso a Chicago, la città più sindacalizzata d’America, non sono presenti negozi Wal Mart. Non solo i lavoratori ma l’intero territorio, pagano a caro prezzo la presenza di Wal Mart attraverso lo strangolamento delle piccole / medie aziende locali, potenziali concorrenti.
UNI controbatte a questi atteggiamenti con una campagna martellante, invitando i lavoratori / consumatori e l’intera Società civile a boicottare quest’azienda, e sollecitando i potenti Fondi pensione ad escludere dal proprio portafoglio le azioni del gruppo Wal Mart. Una lotta che comincia a produrre qualche risultato: nell’ultimo giorno del Congresso giunge la notizia che dalla sede centrale Wal-Mart di Bentonville, l’amministratore delegato Lee Scott ha, per la prima volta, accettato un incontro con il Segretario Generale di Uni, Philip Jennings.
Philip, un grande amico della Fabi, è ancora nella nostra memoria per il suo appassionato intervento al nostro congresso di Sorrento. Da allora ha attraversato una drammatica esperienza personale: ha lottato contro un cancro alla gola e ne è uscito, ancora una volta, vincente. La sua riconferma a Segretario Generale di Uni è avvenuta con la calorosa acclamazione del World Congress. La voce di Philip è ancora quella di prima, solo i suoi interventi sono un po’ più brevi, perché non deve affaticare le corde vocali. “Facevi interventi più lunghi di Fidel Castro!…” lo rimbrotta scherzosamente il vice segretario Bowyer. Fuori dall’ufficialità è il solito Phil, sempre disponibile per ogni delegato che abbia un problema da sottoporgli. Con noi della Fabi ricorda la bellezza di Sorrento e l’attenzione del nostro Congresso per le tematiche internazionali.
Un tema alquanto dibattuto è quello della Cina: sintetizzato da un delegato Inglese: “Non possiamo accettare che la Cina sia ammessa nel "World Trade Organisation”, che possa attirare massicci investimenti dai nostri Paesi, mentre opprime i lavoratori cinesi con leggi restrittive sui diritti del lavoro." I grandi accordi-quadro su scala mondiale che UNI sta predisponendo potranno tracciare linee guida il più possibile omogenee ed estendere a nuovi paesi i diritti fondamentali del lavoro. Apripista, in tema di accordi sindacali globali, il Settore postale, con l’elaborazione di un Accordo Quadro mondiale fra UNI e Unione Postale Internazionale. un accordo di massima è stato raggiunto dalle parti, ora si attendono i dettagli tecnici per la firma.
Ha concluso i lavori il rev. Jesse Jackson, con una ferma critica alla politica sociale dell’attuale amministrazione USA ed un forte appello alla pace.