di Gianni Debiasi
 

"Differente per forza” è lo slogan con il quale il Movimento nazionale del credito cooperativo caratterizza, ormai da tempo, la propria immagine, tesa ad affermare e consolidare, all’interno del sistema economico, la propria peculiarità di “capitalismo sociale di mercato”.
Non è stato sicuramente un caso, al tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL di settore, se la FABI ha imperniato la propria azione intorno a questo medesimo concetto!
Anche la nostra Organizzazione, infatti, ha un DNA del tutto particolare: e per restare in tema con lo slogan appena citato, riaffermare la “forza” e la “differenza” del nostro modo di far sindacato, in tutte le diverse fasi della trattativa, non è stato certo facile!
I condizionamenti esterni sono stati infatti forti e pesanti.
Tra tutti, fin dal primo avvio della trattativa, il vincolo più “odioso” è risultato quello della spinta a un appiattimento, acritico e automatico, sui contenuti del CCNL sottoscritto in ABI.
Il verificare le difficoltà di Federcasse, nostra controparte, ad affrancarsi dalle numerose e variegate pressioni esterne - supportate anche da alcune Federazioni regionali -, non è stato certo per la nostra Delegazione motivo di ottimismo e incoraggiamento!
Abbiamo però preso atto di questa realtà, a noi apertamente ostile, con grande senso di responsabilità; consci – e non si tratta di falsa modestia! – che solo il peso della nostra Organizzazione, di gran lunga la più rappresentativa del settore con oltre il 50% degli iscritti, avrebbe potuto consentire la acquisizione di tutele adeguate e specifiche per i lavoratori del settore.
Per riaffermare in primo luogo la possibilità, pur all’interno di compatibilità e “sentieri” che risultano oggettivamente sempre più angusti e ristretti, che nel nostro Paese esiste ancora spazio – e anzi vi è ancora la necessità! - di un pensiero e una azione libera e autonoma, come quella della FABI!
Per garantire poi adeguato riconoscimento al ruolo e alla dignità del lavoro bancario, oggi così pesantemente attaccato, in primo luogo in ABI!
Le tutele individuate in CCNL per gli oltre 28.000 lavoratori delle B.C.C. e delle altre Aziende del settore appartenenti alle Tre Aree professionali e ai Quadri Direttivi, interessano svariati istituti contrattuali.
I relativi contenuti, economici e normativi, sono stati più volte esplicitati nei diversi comunicati diffusi tra i lavoratori e nelle Assemblee. Essi sono peraltro consultabili con facilità sul sito FABI nazionale e nei diversi siti locali.
Anziché provvedere a una loro ennesima esposizione, risulterà probabilmente più utile in questa sede presentarne una chiave di lettura complessiva, distinguendone i filoni fondamentali.
In primo luogo le specificità: che pur in ambiti davvero ristretti danno comunque il segno della capacità di un superamento, in alcuni casi parziale ma comunque significativo, di quei condizionamenti di natura politica, dogmatici e accademici, così fortemente presenti al tavolo del confronto e di cui abbiamo parlato all’inizio.
Dette specificità sono spesso inserite - non a caso! - in contesti di demando alla contrattazione di secondo livello.
A questo riguardo si ricordano, in particolare, i capitoli contrattuali dei Quadri Direttivi (Orario di lavoro e Ruoli Chiave), del mercato del lavoro, relativamente alla armonizzazione alla normativa regionale dei contratti di apprendistato, della Banca delle Ore.
Riguardo agli aspetti economici va sottolineato con soddisfazione il particolare riconoscimento a favore del personale assunto post 1.1.2001(danneggiato dalla ristrutturazione tabellare del CCNL 7.12.2000), attraverso la previsione della corresponsione, in via esclusiva e a partire dal prossimo 1 gennaio, di uno specifico aumento dello 0,50% (dal 4% al 4,5%) della quota di contribuzione a Previdenza Integrativa dovuta dall’azienda.
L’accordo economico ha anche interessato l’Istituto della Cassa Mutua, con un aumento del contributo aziendale annuo per ciascun lavoratore iscritto di complessivi 88 Euro e, inoltre, con una ulteriore contribuzione mista azienda/lavoratore dello 0,10% dello stipendio lordo (rispettivamente 0,05 e 0,05%), finalizzata in via esclusiva a un miglioramento delle prestazioni.
Questi contenuti vanno opportunamente richiamati sia per la valenza solidaristica della loro destinazione, sia perché contribuiscono a quel complessivo 0,45% di maggiorazione di onere economico che si somma al 5,92% di adeguamenti tabellari inflattivi e all’ulteriore 0,55%di aumenti tabellati derivanti dalla riparametrazione, che ha interessato le professionalità medie e alte.
Importanti capitoli sono stati demandati a una successiva trattazione: entro la metà del prossimo anno andranno definite apposite intese in materie assolutamente centrali e importanti del contratto, quali, ad esempio, quelle degli Inquadramenti, del Premio di Risultato, dei percorsi professionali e dei sistemi di valutazioni.
E soprattutto, in tempi assolutamente brevi, in materia di responsabilità sociale d’Impresa.
Tema sul quale la nostra Organizzazione è fermamente intenzionata a misurare le coerenze di Federcasse!
Al lettore attento “delle cose di sindacato” non sarà sfuggito come in fondo questo rinnovo di contratto non si possa prestare a una lettura chiara e univoca!
Alcune cose sono affermate con forza, altre appaiono più sfumate, altre ancora sono lasciate sospese, probabilmente (anzi sicuramente!) in attesa di tempi e contesti migliori.
Pur dentro limiti evidenti, questo rinnovo ha però sicuramente il grande pregio di non disperdere e non negare, anche in prospettiva, la necessità di operare scelte e ricercare, per il settore delle Banche di Credito Cooperativo, soluzioni originali. E, in misura considerata sufficientemente positiva da parte della nostra Organizzazione, di individuare previsioni attente alle necessità e agli interessi dei lavoratori.
Definito il CCNL, rispetto ai cui contenuti i lavoratori sono chiamati a esprimere il oro assenso in Assemblea, a partire dal prossimo mese di Maggio potrà essere avviata la contrattazione di secondo livello.
Questo ulteriore impegno porta con sé, necessariamente, una ulteriore riflessione riguardo all’ormai annosa questione della separazione dei tavoli sindacali; separazione che purtroppo e per l’ennesima volta abbiamo registrato anche al tavolo di Federcasse.
Pur con la premessa che non è certo stata la FABI a volere questa separazione, risulta paradossale – e avvilente - il fatto che la frattura delle relazioni unitarie derivi da un accordo a suo tempo sottoscritto tra FABI e FEDERDIRIGENTI, sindacato peraltro non presente nel settore del credito cooperativo, e che FIBA FISAC e UIL.CA. si siano per contro presentati in Federcasse per la firma di questo C.C.N.L. accompagnati proprio da tale Organizzazione!
Se, come i polli di Renzo, le diverse Organizzazioni dovessero continuare a farsi la guerra anche in occasione dei C.I.R., considerate le difficoltà, forse insormontabili, che i tavoli separati potrebbero arrecare al raggiungimento di positivi risultati, forse è davvero tempo che si arrivi in materia a una qualche, definitivo, chiarimento.

 

Alessandro Azzi
Presidente Federcasse