"Differente
per forza” è lo slogan con il quale il Movimento nazionale
del credito cooperativo caratterizza, ormai da tempo, la propria immagine,
tesa ad affermare e consolidare, all’interno del sistema economico,
la propria peculiarità di “capitalismo sociale di mercato”.
Non è stato sicuramente un caso, al tavolo delle trattative per
il rinnovo del CCNL di settore, se la FABI ha imperniato la propria azione
intorno a questo medesimo concetto!
Anche la nostra Organizzazione, infatti, ha un DNA del tutto particolare:
e per restare in tema con lo slogan appena citato, riaffermare la “forza”
e la “differenza” del nostro modo di far sindacato, in tutte
le diverse fasi della trattativa, non è stato certo facile!
I condizionamenti esterni sono stati infatti forti e pesanti.
Tra tutti, fin dal primo avvio della trattativa, il vincolo più
“odioso” è risultato quello della spinta a un appiattimento,
acritico e automatico, sui contenuti del CCNL sottoscritto in ABI.
Il verificare le difficoltà di Federcasse, nostra controparte,
ad affrancarsi dalle numerose e variegate pressioni esterne - supportate
anche da alcune Federazioni regionali -, non è stato certo per
la nostra Delegazione motivo di ottimismo e incoraggiamento!
Abbiamo però preso atto di questa realtà, a noi apertamente
ostile, con grande senso di responsabilità; consci – e non
si tratta di falsa modestia! – che solo il peso della nostra Organizzazione,
di gran lunga la più rappresentativa del settore con oltre il 50%
degli iscritti, avrebbe potuto consentire la acquisizione di tutele adeguate
e specifiche per i lavoratori del settore.
Per riaffermare in primo luogo la possibilità, pur all’interno
di compatibilità e “sentieri” che risultano oggettivamente
sempre più angusti e ristretti, che nel nostro Paese esiste ancora
spazio – e anzi vi è ancora la necessità! - di un
pensiero e una azione libera e autonoma, come quella della FABI!
Per garantire poi adeguato riconoscimento al ruolo e alla dignità
del lavoro bancario, oggi così pesantemente attaccato, in primo
luogo in ABI!
Le tutele individuate in CCNL per gli oltre 28.000 lavoratori delle B.C.C.
e delle altre Aziende del settore appartenenti alle Tre Aree professionali
e ai Quadri Direttivi, interessano svariati istituti contrattuali.
I relativi contenuti, economici e normativi, sono stati più volte
esplicitati nei diversi comunicati diffusi tra i lavoratori e nelle Assemblee.
Essi sono peraltro consultabili con facilità sul sito FABI nazionale
e nei diversi siti locali.
Anziché provvedere a una loro ennesima esposizione, risulterà
probabilmente più utile in questa sede presentarne una chiave di
lettura complessiva, distinguendone i filoni fondamentali.
In primo luogo le specificità: che pur in ambiti davvero ristretti
danno comunque il segno della capacità di un superamento, in alcuni
casi parziale ma comunque significativo, di quei condizionamenti di natura
politica, dogmatici e accademici, così fortemente presenti al tavolo
del confronto e di cui abbiamo parlato all’inizio.
Dette specificità sono spesso inserite - non a caso! - in contesti
di demando alla contrattazione di secondo livello.
A questo riguardo si ricordano, in particolare, i capitoli contrattuali
dei Quadri Direttivi (Orario di lavoro e Ruoli Chiave), del mercato del
lavoro, relativamente alla armonizzazione alla normativa regionale dei
contratti di apprendistato, della Banca delle Ore.
Riguardo agli aspetti economici va sottolineato con soddisfazione il particolare
riconoscimento a favore del personale assunto post 1.1.2001(danneggiato
dalla ristrutturazione tabellare del CCNL 7.12.2000), attraverso la previsione
della corresponsione, in via esclusiva e a partire dal prossimo 1 gennaio,
di uno specifico aumento dello 0,50% (dal 4% al 4,5%) della quota di contribuzione
a Previdenza Integrativa dovuta dall’azienda.
L’accordo economico ha anche interessato l’Istituto della
Cassa Mutua, con un aumento del contributo aziendale annuo per ciascun
lavoratore iscritto di complessivi 88 Euro e, inoltre, con una ulteriore
contribuzione mista azienda/lavoratore dello 0,10% dello stipendio lordo
(rispettivamente 0,05 e 0,05%), finalizzata in via esclusiva a un miglioramento
delle prestazioni.
Questi contenuti vanno opportunamente richiamati sia per la valenza solidaristica
della loro destinazione, sia perché contribuiscono a quel complessivo
0,45% di maggiorazione di onere economico che si somma al 5,92% di adeguamenti
tabellari inflattivi e all’ulteriore 0,55%di aumenti tabellati derivanti
dalla riparametrazione, che ha interessato le professionalità medie
e alte.
Importanti capitoli sono stati demandati a una successiva trattazione:
entro la metà del prossimo anno andranno definite apposite intese
in materie assolutamente centrali e importanti del contratto, quali, ad
esempio, quelle degli Inquadramenti, del Premio di Risultato, dei percorsi
professionali e dei sistemi di valutazioni.
E soprattutto, in tempi assolutamente brevi, in materia di responsabilità
sociale d’Impresa.
Tema sul quale la nostra Organizzazione è fermamente intenzionata
a misurare le coerenze di Federcasse!
Al lettore attento “delle cose di sindacato” non sarà
sfuggito come in fondo questo rinnovo di contratto non si possa prestare
a una lettura chiara e univoca!
Alcune cose sono affermate con forza, altre appaiono più sfumate,
altre ancora sono lasciate sospese, probabilmente (anzi sicuramente!)
in attesa di tempi e contesti migliori.
Pur dentro limiti evidenti, questo rinnovo ha però sicuramente
il grande pregio di non disperdere e non negare, anche in prospettiva,
la necessità di operare scelte e ricercare, per il settore delle
Banche di Credito Cooperativo, soluzioni originali. E, in misura considerata
sufficientemente positiva da parte della nostra Organizzazione, di individuare
previsioni attente alle necessità e agli interessi dei lavoratori.
Definito il CCNL, rispetto ai cui contenuti i lavoratori sono chiamati
a esprimere il oro assenso in Assemblea, a partire dal prossimo mese di
Maggio potrà essere avviata la contrattazione di secondo livello.
Questo ulteriore impegno porta con sé, necessariamente, una ulteriore
riflessione riguardo all’ormai annosa questione della separazione
dei tavoli sindacali; separazione che purtroppo e per l’ennesima
volta abbiamo registrato anche al tavolo di Federcasse.
Pur con la premessa che non è certo stata la FABI a volere questa
separazione, risulta paradossale – e avvilente - il fatto che la
frattura delle relazioni unitarie derivi da un accordo a suo tempo sottoscritto
tra FABI e FEDERDIRIGENTI, sindacato peraltro non presente nel settore
del credito cooperativo, e che FIBA FISAC e UIL.CA. si siano per contro
presentati in Federcasse per la firma di questo C.C.N.L. accompagnati
proprio da tale Organizzazione!
Se, come i polli di Renzo, le diverse Organizzazioni dovessero continuare
a farsi la guerra anche in occasione dei C.I.R., considerate le difficoltà,
forse insormontabili, che i tavoli separati potrebbero arrecare al raggiungimento
di positivi risultati, forse è davvero tempo che si arrivi in materia
a una qualche, definitivo, chiarimento.
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Alessandro
Azzi
Presidente Federcasse |
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