Interessante
l’occasione di dibattito offerta da un tema di grande attualità,
come quello della tutela dei risparmiatori, che ha visto riuniti a Udine
banchieri, politici e sindacalisti in un vivace confronto.
Può esserci equilibrio fra la tutela dei risparmiatori, ruolo delle
banche e responsabilità dei lavoratori del Credito?
“È difficile – vista la disinvoltura di molte banche,
ma possibile” dice Guido Fasano, segretario coordinatore della Fabi
udinese e dirigente nazionale. “Il problema è di quelli che
non si possono eludere e che devono trovare una soluzione che tenga conto
dei diritti dei risparmiatori e della posizione molto delicata dei bancari,
i quali si trovano spesso tra l’incudine e il martello. Le leggi
non bastano: occorre ritrovare nel lavoro di ogni giorno quei valori etici
che non di rado hanno ceduto il passo alla mera logica del profitto ad
ogni costo”.
I banchieri presenti, con diverse accentuazioni, hanno negato di essersi
mai fatti sedurre dal dio-denaro. Anzi, hanno sottolineato la funzione
sociale delle loro aziende, preoccupate di dare impulso all’economia
del territorio di appartenenza, in risposta risposte alle esigenze della
gente.
Così Lorenzo Pelizzo, presidente della Banca di Cividale, ma soprattutto
Luigi De Puppi, amministratore delegato della Banca Popolare FriulAdria
e presidente della Commissione regionale Abi, che ha subito assunto il
ruolo ed i toni forensi del difensore d’ufficio dell’associazione
bancaria.
Più aperto ad un confronto senza infingimenti, invece, Alessandro
Azzi, presidente di Federasse, che ha ammesso come “Le vicende dei
prodotti finanziari ad alto rischio, o addirittura fasulli, hanno messo
in seria difficoltà numerosi risparmiatori e sono, ovviamente,
rimbalzate sui mezzi di comunicazione a tutto campo. Le banche non possono
ignorare questa realtà e le BCC si stanno comportando di conseguenza”.
Eppure, in questa situazione, molte aziende di credito hanno tentato di
addossare la responsabilità della vendita di questi prodotti ai
singoli dipendenti, fortemente condizionati dal raggiungimento dei budget,
sempre più spesso indispensabili per incrementare la parte variabile
del salario, “coimputato, insieme con la voracità delle banche”
in questa folle corsa alla vendita di prodotti poco trasparenti.
Bruno Tabacci, presidente della commissione attività produttive
della Camera e politico “di razza”, ha puntato il dito sulle
responsabilità di banchieri e politici, non lesinando critiche
severe al Governatore di Bankitalia. Tabacci ha anche esortato il sindacato
ad agire con coraggio contro il pericolo rappresentato dai prodotti-spazzatura,
denunciando all’opinione pubblica ogni pressione dei banchieri.
A Sofia Cecconi, consulente legale della Fabi nazionale, il compito di
illustrare “lo stato dell’arte” per quanto attiene aspetti
normativi a tutela dell’attività dei bancari, che va di pari
passo con la difesa degli interessi dei risparmiatori.
Il dibattito è stato moderato da Antonio Quaglio, caporedattore
centrale de Il Sole 24Ore.
|
|
|
|
|
|