RUSSIA   2003

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I GIORNI DI SAN PIETROBURGO

Stamattina ci siamo risvegliati in questa città che rappresenta il nostro "capolinea": infatti ieri sera, quando ormai era buio, siamo arrivati in riva alla Neva.

 

Entrando in città siamo rimasti subito colpiti dal traffico, intenso e caotico come ormai avevamo dimenticato: le auto sfrecciavano da ogni parte e in tutte le direzioni, a volte ignorando anche gli stessi segnali…

Sempre la strada e il traffico continuo ci consentivano un'altra riflessione, mentre cercavamo di restare concentrati e vigili, osservando continuamente gli specchietti retrovisori: la maggior parte delle automobili risalgono a 20/30 anni fa.

Questa situazione, che già avevamo notato, qui assume una valenza particolare a seguito della densità di questi modelli: in gran parte sono auto di marche italiane, ovviamente modificate "ad hoc" per renderle più idonee alle condizioni delle strade. E l'intervento tecnico più frequente (e anche quello che produce gli effetti più visibili) è quello che riguarda le sospensioni e gli ammortizzatori: qui le macchine sono straordinariamente alte da terra, quasi che fossero dei fuoristrada…

L'attraversamento della città è stato pressoché totale: infatti dal versante da cui provenivamo sono stati necessari ben venti chilometri per raggiungere, su un'isola, la nostra area di parcheggio: per percorrerli abbiamo impiegato, con una certa tensione, circa due ore.

E così il nostro primo contatto è avvenuto anche qui nel buio della sera: non abbiamo notato lo stesso "sfarzo" luminoso che avevamo trovato nella capitale, ma certamente un uso più meditato dell'illuminazione artificiale consente di ammantare diverse zone centrali di un fascino assai evidente…

Dopo aver trovato la "nostra" isola abbiamo parcheggiato i camper e, dopo una cena più o meno rapida, tutti siamo andati a dormire: la stanchezza ci ha impedito ogni altra possibilità di scoperta.

Stamane il tempo appare variabile e, visto che staremo fuori tutto il giorno, partiamo con il classico k-way in tasca…

La prima meta è la stazione della metropolitana: anche qui, come già a Mosca, questo è il mezzo di trasporto di gran lunga più diffuso. Ancora una volta ci siamo ritrovati quasi increduli ad attraversare stazioni enormi (e spesso belle e ricercate sotto il profilo artistico). Le diverse linee del metrò coprono abbastanza bene le direttive principali: nonostante la velocità che raggiungono i convogli, tra le varie coincidenze tra un treno e un altro, occorre circa un'ora per attraversare la città…

Prospettiva Nevskij rappresenta uno dei fulcri della città: è qui che scendiamo dalla metro e ci mettiamo alla scoperta di questa città. Usciti dalla stazione restiamo "travolti" da un fiume di persone che si spostano con grande rapidità: nonostante siamo in agosto, in un mese che dovrebbe essere anche a queste latitudini meno "lavorativo", il traffico di auto e quello pedonale è assai intenso.

Qui si trovano numerosi negozi e tanti monumenti importanti, oltre che le stazioni di partenza sia per le località limitrofe, per i grandi palazzi imperiali e per i battelli che, con un servizio di natura turistica, offrono la possibilità di conoscere la città dall'acqua.

 

 

LE GIORNATE DI SAN PIETROBURGO

 

Vi sono città che sanno conquistarsi l’attenzione e l’affetto dei visitatori, vi sono città che sanno esprimere – in chissà quale linguaggio – atmosfere ricche di magia: ebbene San Pietroburgo è certamente una di queste…

Sarà per la sua posizione che ricorda quelle di altre città che si sviluppano lungo i canali – come Venezia e Amsterdam, solo per citarne due tra quelle a noi più vicine – in un continuo mutare di panorami e in un stupefacente mosaico di isole, che paiono incrociarsi, intersecarsi l’una con l’altra…

Sarà per quella luce così intensa, tanto diversa da quella che per noi è più consueta: si sente la vicinanza di quelle terre del nord che, in un certo senso, proprio da qui prendono avvio. E questa luce nei mesi estivi, all’ora del tramonto, diviene ancora più suggestiva, ammantando l’intera città – il suo stesso profilo architettonico – di un’atmosfera davvero indimenticabile…

Questa era una delle tre mete nelle quali, almeno idealmente, si poteva suddividere la parte “turistica” del nostro itinerario, insieme a Mosca e alla visita alle principali città dell’Anello d’Oro: e questa è una meta che - almeno secondo la nostra valutazione -, dovrebbe essere inserita in ogni viaggio in terra russa.

Come detto non sono agevoli gli spostamenti:  per fortuna tutte le isole che compongono la città sono collegate da ponti (molti dei quali sono mobili) e così non ci si rende neppure conto che si sta andando da un’isola ad un’altra…

La città, proprio nel 2003, ha festeggiato i trecento anni dalla sua fondazione: per noi italiani che incontriamo spesso borghi e centri molto più “antichi” tre secoli non sono poi decisamente molti: è da tenere presente però come, nell’architettura russa, l’uso del legno al posto del mattone e della pietra per edificare le abitazioni, abbia finito con il renderle meno longeve proprio a causa degli incendi, delle distruzioni belliche, delle stesse condizioni atmosferiche che molto incidono su questo materiale.

E proprio il fuoco ha sempre rappresentato una minaccia potenziale assai pericolosa: ecco perché in molti centri la “torretta” dei vigili del fuoco è sempre posta in posizione molto centrale e assai “venerata” dagli abitanti locali…

Questa metropoli di circa cinque milioni di abitanti presenta ritmi di vita assai diversi dalla Russia che fino ad oggi abbiamo percorso, cercato di conoscere e di raccontarvi: questa, naturalmente insieme a Mosca, è l’unica “vera” città europea, così come noi le intendiamo, con un suo tessuto sociale e culturale di notevole spessore. Seduti ad uno dei tavolini dei suoi tanti locali, osservando il traffico convulso ad ogni ora del giorno e il frettoloso andirivieni di pedoni, sarebbe del tutto impossibile riconoscere in quest’istantanea elementi diversi da quelli propri delle città occidentali.

E questo vale anche per i negozi e i supermercati: purtroppo, almeno per noi, qui sono letteralmente spariti quelli “autentici”, che hanno uno scopo solo nell’economia dell’abitante locale, che offrono in vendita oggetti e beni tipici di queste tradizioni: qui, come a Mosca, imperano le multinazionali che affollano gli angoli più caratteristici della città (e quindi anche quelli più frequentati) con le loro boutique, che espongono la stessa mercanzia “di lusso” che possiamo trovare negli show-room di Milano, Roma, Francoforte, Parigi, ecc., ecc.

Tale situazione, oltre a non interessare più di tanto il turista (che certo non viene in Russia a rifarsi il guardaroba di “firme” occidentali…), risulta  piuttosto dispregiativo verso la popolazione locale che, purtroppo, ha tenori di vita – e stipendi – assolutamente non correlabili ai valori economici dell’occidente: e grande deve essere la frustrazione di chi deve vivere, lavorando, con circa venticinque euro di stipendio mensile (è quello medio), quando una camicia “griffata” costa anche più di cento euro! Per non parlare dei televisori al plasma dell’ultima generazione, dei computer, delle stesse automobili d’importazione. A questo riguardo abbiamo condotto una piccole indagine conoscitiva, tanto per comprendere meglio la realtà economica che sottosta ad un mercato tanto grande quanto quello dell’auto: il costo finale, in rubli, per un fuoristrada russo a quattro ruote motrici è di poco meno di cinquemila euro, mentre un’analogo giapponese costa quattro volte tanto…

Tale situazione presenta inevitabilmente una serie di ripercussioni sulle stesse abitudini di vita: come già detto il parco di veicoli circolanti è davvero datato, con il mantenimento in funzione di auto che non rispecchiano assolutamente le benché minime condizioni di sicurezza. Qui, infatti, si ritrovano modelli ormai dimenticati che, in un qualche modo, riescono ancora a svolgere il proprio lavoro anche su queste strade tanto dissestate. Anzi questo delle strade, così come ci è stato spiegato, è l’altro irrisolto problema che tiene in vita tante macchine “vecchie”: qui una Ferrari non la si può vedere circolare non perché non vi sia qualcuno che se la possa permettere, ma semplicemente perché il suo raffinato "fondo piatto ribassato" andrebbe in frantumi in pochi chilometri a causa degli avvallamenti della strada!

Per quanto riguarda i monumenti "imperdibili" di questa città e dei suoi dintorni, ci siamo concentrati soprattutto su due di essi: l'Hermitage, che è uno dei palazzi-museo più grandi del mondo e la tenuta di "Peterhoff", residenza estiva famosa per i suoi giochi di acqua.

L' Hermitage richiede almeno una giornata per la visita di una parte delle sue incredibili Sale: all'interno - in un'ambientazione dal fascino unico - si può ripercorrere una parte considerevole della stessa storia umana, fin dalle epoche più remote e fino a raggiungere i nostri giorni…

Oltre a collezioni di arte mondiale (vi sono splendidi esempi nelle sezioni della pittura e della scultura) meritano grande attenzione gli stessi interni di questo Palazzo che non ha mai fine: così come assai lunga è, in tutti i giorni dell'anno, la coda di persone in attesa di entrare (anche sotto l'acqua ed essa può durare ore…).

Da questa visita si rientrerà sui camper certamente stanchi, anche dal punto di vista puramente visivo, ma con la certezza di aver ammirato qualcosa di davvero unico…

Il Palazzo di Petehoff sorge poco fuori di San Pietroburgo: uno dei mezzi più fascinosi per arrivarvi e quello di raggiungerlo navigando, a bordo di un veloce aliscafo che copre la distanza in circa mezz'ora. Avremo così anche la possibilità di ammirare una parte della città dall'acqua…

Anche qui, come già all'Hermitage, la parola d'ordine doveva essere solo una: stupire!

Splendido è il colpo d'occhio offerto dalla residenza, incastonato e impreziosito tra i mille giochi di acqua delle fontane: è un vero trionfo di suggestioni che finisce con il travolgere completamente ogni turista, facendo divenire questa un'altra delle mete assolutamente da "non perdersi".

Purtroppo il nostro tempo è tiranno, anche per un altro motivo che ci ha fatto davvero piacere: ieri mi è stato proposto dagli altri amici che stanno dividendo con noi quest'esperienza di tornare a casa passando dalla Lituania, in modo da poterci fermare una mezza giornata a Kaunas, per rivedere l'Orfanatrofio e i piccoli e sfortunati suoi ospiti. Inutile dire quanto questa proposta ci ha fatto un immenso piacere, a testimonianza di come l'esperienza dell'anno scorso sia ancora tanto viva in ognuno di noi… E così, dopo aver trascorso un'intera serata davanti alle carte geografiche e a quelle stradali, abbiamo tracciato un nuovo percorso per il rientro, proprio per fare tappa a Kaunas!

E domani si lascia San Pietroburgo di buon'ora, così da cercare di arrivare a notte inoltrata nella città lituana: in pratica si chiude così questa lunga attraversata in terra russa che ci ha saputo conquistare davvero tutti!

Spesso, ma ciò era prevedibile fin dalla partenza, abbiamo dovuto fare i conti con il tempo tiranno: le emozioni vissute  però sono tutte dentro i nostri ricordi ed esse, con il tempo, diverranno ancora più importanti…

"Grazie Russia": questo era il nostro sentimento prima dell'ultimo sonno in questa terra dove certamente ritorneremo!

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