RUSSIA   2003

<< indietro | avanti >>

6° giorno

Al mattino abbiamo scoperto di essere nel centro della città: ne approfittiamo per un breve giro al fine di avere un primo contatto. Facciamo in tempo ad osservare dall’esterno (era ancora chiuso, nonostante la differenza di fuso orario, + 1 ora) le vetrine, dove vediamo capi di abbigliamento che ci rimandano indietro nel tempo…

Un’altra osservazione riguarda il traffico stradale, davvero ridotto ai minimi termini: numerosi i vecchi bus che sbuffano ad ogni accelerata, sprigionando nuvoloni di gas di scarico neri e dall’odore pestilenziale (altro che i nostri severi limiti anti-inquinamento!), mentre quello privato è quasi inesistente. Numerosi i micro-bus, veri taxi collettivi che utilizzano vecchi furgoni per trasportare sei-sette passeggeri: hanno linee predefinite, costano un po’ più del servizio offerto dai bus, ma si viaggia in un modo più accettabile…

Noi rimettiamo in moto i nostri camper e, prima di riprendere la strada verso la capitale (Minsk) ci avviamo verso una stazione di servizio per fare il pieno: la nostra sorpresa è davvero indescrivibile…

La stazione di servizio non ha nulla di familiare: se non ci fosse stata Galia l’avremmo superata senza neppure notarla!

Senza un’insegna, posta in una via laterale senza sbocchi, essa si presenta con diversa casette bianche di piccole dimensioni, poste a breve distanza l’una dall’altra: arrivandovi non si vedono neppure le pompe perché esse sono poste sull’altro lato delle “casette”, e dunque arrivandovi  non sono visibili…

Così ci fermiamo e, dopo un certo numero di manovre per infilarci tra una pompa e un’altra, andiamo alla ricerca di quella (unica) che eroga gasolio: naturalmente essa è contraddistinta da un simbolo per noi del tutto sconosciuto…

La prima sorpresa è quando cerchiamo la persona addetta al distributore: la stazione sarebbe aperta (vi sono anche dei locali in attesa di fare il rifornimento), ma è momentaneamente chiusa, perché il gestore è andato…a fare la colazione! Aspettiamo così il suo ritorno, cercando di capire meglio qualcosa di un mondo che ci appare sempre più diverso da quello che conosciamo…

Al rientro dell'addetto alla pompa possiamo procedere: la vera sorpresa arriva adesso! Infatti qui si usa un modo del tutto diverso di procedere, essendo necessario andare dal responsabile della stazione (che sta all’interno e che comunica attraverso una piccola feritoia da dove passano anche i soldi) e dire quanti litri di carburante intendiamo prelevare. A questo punto si paga e, alla fine, si và a fare il carburante: la difficoltà è quella di non riuscire mai a fare il pieno completo…

Il vantaggio, per noi, è quello economico: il litro di gasolio ha un costo decisamente inferiore a quello nostrano (circa 25  centesimi di euro al litro)!

Adesso è giunto il momento di dirigerci verso Minsk, la capitale: sulla carta si tratta di circa 350 chilometri sulla "M1", ma viste le condizioni delle strade occorrerà poco meno di una giornata di guida! E questo tragitto ci consentirà anche di iniziare a comprendere questo "mondo" davvero diverso…

Il panorama che osserviamo dai nostri camper ci rimanda indietro nel tempo: la prima sensazione è di attraversare un Paese che ancora vive secondo ritmi e metodi di lavoro per noi oggi semplicemente impensabili. I campi - che si distendono a perdita d'occhio, alternandosi solo con fitte foreste di betulle - non sono praticamente coltivati: la cosa ci viene spiegata dalla nostra guida con le avverse condizioni atmosferiche che finiscono con il bloccare ogni attività all'aperto pre nove-dieci mesi all'anno. La temperatura media del lungo periodo invernale è abbondantemente sotto lo zero, praticamente in tutto il Paese, con punte che arrivano anche a - 25° ed oltre…

Anche nei mesi più caldi la verdura deve essere coperta con dei teli trasparenti plastificati, realizzando in pratica delle piccole serre: solo così si riesce a far giungere a maturazione qualche prodotto (come i pomodori) che poi vengono utilizzati per il fabbisogno familiare.

Assai raramente la produzione è tale da consentirne uno smercio al dettaglio: solo i cetrioli, che crescono senza particolari problemi, le patate , le cipolle e le angurie si trovano regolarmente in vendita al bordo della strada, spesso offerti dagli stessi contadini.

In questa stagione alta è l'offerta anche di funghi, spesso porcini: il gusto non è eccezionale, ma il prezzo assai conveniente anche per noi turisti (ai locali viene sempre praticato un prezzo molto più basso): indipendentemente dalla qualità ci fermiamo sempre volentieri a fare qualche acquisto da questa povera gente che trascorre un'intera giornata a bordo della strada in attesa di qualche acquirente…

Una "sorpresa" è data dalle dimensioni dei (poco numerosi) centri abitati: si tratta di piccoli paesi, formati per lo più da "case sparse" sul territorio. L'architettura è modesta e d'impronta agricola: del tutto assenti, almeno alla vista e nei centri minori, appaiono le strutture commerciali e quelle "civili", mentre numerose sono le caserme e le zone militari che incrociamo lungo il percorso.

D'altronde numerose sono le persone che vediamo indossare divise e abbigliamento di foggia militare: Galia ci spiega che la carriera militare rappresenta ancora oggi un strada preferenziale, perché in grado di assicurare vantaggi e un certo benessere economico e sociale. Però qui vi è anche la moda di indossare abbigliamento di foggia militare, sia perché di basso costo e di buona robustezza, sia perché piace alla gente: fatto è che questa presenza visiva appare piuttosto "ingombrante", anche se - in qualche caso - tranquillizzante…

Con queste riflessioni arriviamo a Mink, la capitale bielorussa, dove faremo tappa…

<< indietro | avanti >>