RUSSIA 2003 |
6° giorno
Noi rimettiamo in moto i
nostri camper e, prima di riprendere la strada verso la capitale (Minsk)
La stazione di servizio non ha nulla di familiare: se non ci fosse stata Galia l’avremmo superata senza neppure notarla! Senza un’insegna, posta in una via laterale senza sbocchi, essa si presenta con diversa casette bianche di piccole dimensioni, poste a breve distanza l’una dall’altra: arrivandovi non si vedono neppure le pompe perché esse sono poste sull’altro lato delle “casette”, e dunque arrivandovi non sono visibili… Così ci fermiamo e, dopo un certo numero di manovre per infilarci tra una pompa e un’altra, andiamo alla ricerca di quella (unica) che eroga gasolio: naturalmente essa è contraddistinta da un simbolo per noi del tutto sconosciuto… La prima sorpresa è quando cerchiamo la persona addetta al distributore: la stazione sarebbe aperta (vi sono anche dei locali in attesa di fare il rifornimento), ma è momentaneamente chiusa, perché il gestore è andato…a fare la colazione! Aspettiamo così il suo ritorno, cercando di capire meglio qualcosa di un mondo che ci appare sempre più diverso da quello che conosciamo…
Il vantaggio, per noi, è quello economico: il litro di gasolio ha un costo decisamente inferiore a quello nostrano (circa 25 centesimi di euro al litro)! Adesso è giunto il momento di dirigerci verso Minsk, la capitale: sulla carta si tratta di circa 350 chilometri sulla "M1", ma viste le condizioni delle strade occorrerà poco meno di una giornata di guida! E questo tragitto ci consentirà anche di iniziare a comprendere questo "mondo" davvero diverso… Il panorama che osserviamo dai nostri camper ci rimanda indietro nel tempo: la prima sensazione è di attraversare un Paese che ancora vive secondo ritmi e metodi di lavoro per noi oggi semplicemente impensabili. I campi - che si distendono a perdita d'occhio, alternandosi solo con fitte foreste di betulle - non sono praticamente coltivati: la cosa ci viene spiegata dalla nostra guida con le avverse condizioni atmosferiche che finiscono con il bloccare ogni attività all'aperto pre nove-dieci mesi all'anno. La temperatura media del lungo periodo invernale è abbondantemente sotto lo zero, praticamente in tutto il Paese, con punte che arrivano anche a - 25° ed oltre… Anche nei mesi più caldi la verdura deve essere coperta con dei teli trasparenti plastificati, realizzando in pratica delle piccole serre: solo così si riesce a far giungere a maturazione qualche prodotto (come i pomodori) che poi vengono utilizzati per il fabbisogno familiare. Assai raramente la produzione è tale da consentirne uno smercio al dettaglio: solo i cetrioli, che crescono senza particolari problemi, le patate , le cipolle e le angurie si trovano regolarmente in vendita al bordo della strada, spesso offerti dagli stessi contadini. In questa stagione alta è l'offerta anche di funghi, spesso porcini: il gusto non è eccezionale, ma il prezzo assai conveniente anche per noi turisti (ai locali viene sempre praticato un prezzo molto più basso): indipendentemente dalla qualità ci fermiamo sempre volentieri a fare qualche acquisto da questa povera gente che trascorre un'intera giornata a bordo della strada in attesa di qualche acquirente… Una "sorpresa" è data dalle dimensioni dei (poco numerosi) centri abitati: si tratta di piccoli paesi, formati per lo più da "case sparse" sul territorio. L'architettura è modesta e d'impronta agricola: del tutto assenti, almeno alla vista e nei centri minori, appaiono le strutture commerciali e quelle "civili", mentre numerose sono le caserme e le zone militari che incrociamo lungo il percorso. D'altronde numerose sono le persone che vediamo indossare divise e abbigliamento di foggia militare: Galia ci spiega che la carriera militare rappresenta ancora oggi un strada preferenziale, perché in grado di assicurare vantaggi e un certo benessere economico e sociale. Però qui vi è anche la moda di indossare abbigliamento di foggia militare, sia perché di basso costo e di buona robustezza, sia perché piace alla gente: fatto è che questa presenza visiva appare piuttosto "ingombrante", anche se - in qualche caso - tranquillizzante… Con queste riflessioni arriviamo a Mink, la capitale bielorussa, dove faremo tappa… |