RUSSIA 2003 |
7° giorno Mink non è certamente una di quelle Capitali che si possano definire come città “imperdibili” dal punto di vista turistico. Vi siamo arrivati dopo un lungo attraversamento di questa terra che, come abbiamo già detto, ci appare assai lontana dai vari livelli europei, sia in campo economico che in quello sociale. La popolazione bielorussa deve già fare i conti con le condizioni climatiche, affatto buone per tutti i lunghi mesi invernali (la stagione fredda inizia ad ottobre e prosegue ininterrotta fino a maggio, quando s’inizia ad avvertire un minimo di calore primaverile). La vita nelle campagne, nei numerosi piccoli villaggi che ne puntellano il territorio, scorre lenta e monotona, secondo le antiche usanze locali: qui, tra questa gente, gli effetti del “nuovo” ordine economico mondiale non si percepiscono affatto… Tanta debolezza economica si riflette poi in quello che è il corso di cambio della valuta locale: il rublo bielorusso viene cambiato ad un valore inferiore a quello della nostra vecchia lira, tanto che per un biglietto da cinquanta euro si ricevono in cambio interi rotoli di valuta locale… Naturalmente anche il commercio risente pesantemente di questa condizione di crisi generale: i “supermercati” così come li conosciamo noi li abbiamo lasciati in Polonia; qui, al loro posto, anonimi capannoni metallici dove, in un qualche imprecisato ordine, stanno accatastate le merci più diverse. In linea di massima si trovano solo prodotti locali o importati dalla Russia: la scelta ci appare piuttosto misera e priva di molti dei beni cui siamo abituati. Anche nel reparto abbigliamento l’offerta lascia molto a desiderare, così come d’altronde avevamo potuto notare già ieri a Brest. Un altro elemento cui non riusciamo evidentemente ad abituarci è quello della totale mancanza d’illuminazione notturna: la gente passeggia, in cerca di un po’ di fresco, lungo il fiume, nel buio più completo, di tanto in tanto illuminata per un istante dal veloce transito di un mezzo pubblico… In questa realtà è di tutta evidenza come molti dei generi che per noi rappresentano il superfluo qui possano diventare “importanti”: vi sono associazioni che si prendono cura dei più bisognosi, cercando di tamponare le emergenze più vistose con quel poco che riescono ad ottenere dalle cooperazioni internazionali. Poco perché troppo è quello che manca, troppi sono i bisogni di larga parte della popolazione. E dei bambini in particolare. Qui la disgrazia di Cernobyl ha lasciato pesanti conseguenze e ferite mai rimarginate: dalla zona del disastro nucleare continuano a giungere notizie di grande gravità, che delineano un dramma che continua e di cui nessuno riesce ad immaginare la fine. In Occidente, almeno visto da qui il problema, si ha la sensazione che non si voglia fare il punto della situazione per paura delle conclusioni: comunque migliaia e migliaia di famiglie e di persone stanno ancora oggi pagando un conto salatissimo a quella nube radioattiva che finì con lo spazzare via, oltre a molte vite, anche i sogni d’indipendenza energetica dai combustibili fossili e dai loro fumi… In questo contesto, proprio qui a Minsk, siamo stati onorati di portare, a nome e per conto della Federazione Autonoma Bancari Italiani (F.A.B.I.), gli aiuti che eravamo riusciti a raccogliere nei mesi di preparazione del viaggio. Infatti anche quest’anno – come già l’anno passato – la nostra iniziativa di solidarietà in camper voleva unire all’emozione di un viaggio di scoperta anche quello di un atto di solidarietà verso coloro che hanno avuto, in regalo, un’esistenza tanto difficile. E di cui troppo pochi s’interessano…
Così abbiamo fatto visita da una struttura di solidarietà che si occupa di coloro che, a vario titolo, possono avere bisogno di aiuto: buona parte della loro azione è rivolta ai bambini di Cernobyl che cercano di aiutare in ogni modo possibile. Ma in tanta emergenza sociale non vi sono solo loro! Ed allora i nostri scatoloni contenenti indumenti e giocattoli, dolciumi e abbigliamento per i più piccoli, sono divenuti importanti testimonianze di un gesto solidale che vorremmo mantenere vivo nel tempo. Inoltre particolarmente utili si sono rivelati i computer e le stampanti che avevamo raccolto in Italia: qui vi è grande penuria di questi beni e non si bada certo al processore dell’ultimo modello di p.c.! E’ stata, come già in Lituania, una giornata toccante quella trascorsa con i Responsabili dell'Organizzazione, giornata nella quale abbiamo rivissuto emozioni che la nostra società civile ci fa dimenticare sempre troppo in fretta! Una volta che faremo ritorno alle nostre case cercheremo di continuare, così come abbiamo fatto anche per Kaunas, un'azione a distanza, che possa aiutare in un qualche modo alle (tante) necessità che queste persone - certamente meno fortunate di noi - hanno…
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