RUSSIA 2003 |
8° giorno Con ancora dentro emozioni che tarderanno a sopirsi attraversiamo Minsk e annotiamo mentalmente le numerose situazioni di disagio che incontriamo: la Bielorussia attraversa una complessa fase economica, “stretta” tra le esigenze di una popolazione che avverte il distacco che la separa dai Paesi europei e le necessità di un’economia che fatica a trovare i necessari sbocchi. Il nome di Bielorussia ha motivazioni poco precise: si tende comunque a pensare che sia stato prescelto perché le numerose betulle che crescono sul suo territorio ne contraddistinguevano il panorama con il loro tronco bianco. La strada solca una foresta ininterrotta offrendo un panorama sempre uguale: il fondo è accettabile, ma richiede una costante attenzione nella guida a causa dei tanti buchi che presentano: inoltre anche i “rattoppi” che vengono realizzati, per colpa degli eccessivi dislivelli dell’asfalto, finiscono con il creare non pochi sussulti durante la marcia. Notiamo anche diverse pattuglie di polizia, spesso dotate di telelaser: per evitare ogni rischio l’unica possibilità è quella di osservare con scrupolo i numerosi limiti di velocità che finiscono non poco con il rallentare la nostra tabella di marcia. D’altronde imbattere in uno di questi controlli, per noi stranieri, può risultare particolarmente dannoso: i controlli sono minuti e vanno spesso alla ricerca di una qualche irregolarità – formale o sostanziale – allo scopo di comminare una sanzione della quale, peraltro, non viene quasi mai rilasciata una ricevuta… Mentre inseguiamo queste riflessioni i chilometri scorrono sotto le nostre ruote: adesso ci attende la frontiera tra Bielorussia e Russia, un valico che per i popoli di questi due Paesi è da considerarsi “interno”: infatti nessuna macchina con una targa “locale” viene fermata e la situazione ci ricorda quella che osserviamo ad uno dei nostri confini interni all’Europa. Tutto diverso invece per noi: veniamo invitati a fermarci in una corsia laterale e inizia la consueta trafila burocratica dei documenti: naturalmente viene “scoperta” la consueta “irregolarità” formale e così ci tocca perdere più di un’ora per stipulare – una per ogni camper – un’assicurazione ad hoc per i “terzi trasportati” a bordo dei mezzi. Non è tanto la spesa aggiuntiva (una decina di euro per veicolo), quanto il tempo e la difficoltà di comprensione a rendere difficile il tutto. Per fortuna la nostra guida ci aiuta a superare ogni problema… E così, dopo quest'ultima frontiera, a più di una settimana dalla nostra partenza dall'Italia, entriamo finalmente in Russia: gli enormi cappelli dei militari, che abbiamo iniziato ad osservare al confine, saranno da adesso in poi uno dei simboli più visibili… Nel primo tratto di strada che stiamo percorrendo il panorama non muta più di tanto rispetto a quello bielorusso: si nota solo un aumento della popolazione, che adesso si nota decisamente di più.
E così facciamo la nostra prima spesa in rubli acquistando un po' di questo pesce: quello affumicato e il salmone si riveleranno poi di grande qualità, con un sapore davvero indimenticabile.
Tra le verdure notiamo una buona offerta di cavolfiori e di carote, oltre che di "pallidi" peperoni, di uno scialbo colore giallino: alcune conserve "artigianali" (frutta sotto alcol e funghi sott'olio) attirano la nostra attenzione, ma non procediamo all'acquisto a causa delle dubbie qualità igieniche delle conserve…
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