RUSSIA   2003

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9° giorno

I primi chilometri in terra russa ci hanno regalato emozioni intense: nonostante i notevoli cambiamenti apportati nell’ultimo decennio – dopo la caduta dello Stato socialista – ,questa resta per tutti noi una delle realtà sociali ed economiche meno conosciute, una delle più differenti rispetto a quelle della tradizione occidentale.

Da un primo impatto visivo, osservando i campi che circondano la stretta striscia di asfalto, notiamo la penuria delle coltivazioni: anche qui le condizioni climatiche sono tali da impedire un regolare sfruttamento di queste distese infinite che oggi vengono adibite a pascolo (su piccole aree) e a foreste (praticamente sempre).

I villaggi rurali che attraversiamo ci riportano indietro nel tempo in modo repentino: essi si sviluppano a bordo della strada, soprattutto per sfruttare il flusso di camionisti e del turismo interno.

Allora, su banchetti spesso improvvisati, vive un’umanità assai composita, tutta intenta ad offrire le (poche) cose disponibili, nella speranza di poter ottenere un po’ di rubli in cambio…

Una delle presenze più frequenti in queste “aree di servizio” (il paragone è naturalmente del tutto improprio!) è quella di un particolare braciere su cui un addetto arrostisce carne e tranci di pesce, oltre che gli inevitabili spiedini. Naturalmente è impossibile accertarsi circa la qualità e le condizioni della merce offerta: la richiesta degli avventori locali è comunque sempre elevata e questo ci fa superare una certa comprensibile diffidenza.

Alla prova del gusto la carne si rivela di ottimo gusto: l’importante è evitare accuratamente le “pestilenziali”  (almeno per i nostri gusti…) salse di cui qui si fa, invece, un grande consumo!

Anche la birra non incontra i nostri gusti, presentando sapori piuttosto lontani da quelli cui siamo abituati, mentre del tutto improponibile è il vino che, essendo soprattutto d’importazione, sconta prezzi d’acquisto davvero elevati.

Dopo questa piacevole pausa ci rimettiamo in moto per affrontare gli ancora (tanti!) chilometri che ci separano da quell’Anello d’Oro che costituisce la prima tappa di questo viaggio in terra russa.

“Anello d’Oro” è una definizione piuttosto efficace, studiata negli anni settanta, per indicare un circuito stradale che si sviluppa a Nord-Est di Mosca e che ingloba una serie di città e cittadine, tutte contraddistinte da importanti monasteri e chiese che, almeno nella maggioranza dei casi, hanno ormai una vita più che secolare, risalendo spesso alla prima metà del secondo millennio.

Questo circuito è oggi sempre più visitato dal movimento turistico, sia da quello più mirato che da quello che verte sulla visita della capitale russa: la lunghezza dell’intero anello (quello che noi percorreremo) è piuttosto elevata (poco meno di ottocento chilometri, spesso su strade non certo definibili come ideali…), mentre più semplice da realizzare, in abbinamento a Mosca, è la visita delle prime città dell’Anello, che distano una quarantina di chilometri dalla periferia della capitale.

Mosca ci accoglie in una bella serata estiva: sono ormai passate le ventitré quando i nostri camper entrano nella capitale russa: dobbiamo attraversarne una buona parte, percorrendo la sua tangenziale più esterna, prima di imboccare la deviazione per noi utile.

L’impatto che riceviamo attraverso i finestrini è di quelli che non si scordano: la città, vista alla luce colorata dei tanti neon e delle varie insegne pubblicitarie, affascina con la sua architettura imponente di cui individuiamo, con un po’ di fatica data la penombra, le linee essenziali.

Le dimensioni del centro sono davvero ragguardevoli, così come il traffico che, forse per il periodo estivo, risulta assai elevato: le file di autovetture che incontriamo, nonostante l’ora tarda, ci rimanda immediatamente a quelle cui siamo abituati in Italia, nei giorni dei grandi spostamenti…

Cerchiamo di attraversarla il più velocemente possibile, per guadagnare un po' di tempo sulla tabella di marcia che ci vede - a causa del fondo stradale che abbiamo trovato - in lieve ritardo: decidiamo così di guidare fino a notte inoltrata, pur di giungere a Pavlovski Possad, la prima località dove pernotteremo (per quello che resterà della notte…), già sulla strada che ci condurrà a Vladimir, la prima città del circuito dell'Anello d'Oro, dove contiamo di arrivare nel pomeriggio di domani.

 

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