10° giorno
Da Pavloski Possad a Vladimir
Pavloski Possad non rientra certo in alcun circuito
turistico internazionale quando, a causa della ristrettezza dei tempi,
necessita un programma di visita concentrato solo sulle mete più
importanti e note. Pavloski Possad rientra invece spesso nei programmi
turistici "interni": questo non per qualche sua particolare bellezza o
suggestione architettonica del suo centro, quanto perché qui vi è la sede
e il magazzino di vendita di una delle più conosciute ditte russe
specializzate da secoli nella produzione di straordinari scialli, lavorati
in seta o con raffinati filati di lana.
Questo capo d'abbigliamento svolge a queste
latitudini una funzione assai diversa da quella che noi conosciamo: qui si
tratta, più che di una moda, di un "vero" strumento per coprirsi dal
freddo, "avvolgendovisi" dentro, un po' vestito, un po' copricapo, un po'
poncho…
E si può ben dire che non vi è famiglia dove non vi
siano uno o più scialli: la loro fattura, la bellezza e la ricchezza dei
disegni e delle fantasie, ne hanno fatto un po' il simbolo di un certo
mondo. E al loro fascino non resistiamo di certo: in un ambiente d'altri
tempi, dove una sola signora si occupa sia di presentare gli scialli, sia
d'incassare il corrispettivo economico, facciamo i nostri acquisti…
All'uscita, dopo l'inevitabile serie di confronti tra
questo e quello, tra la seta e la lana, rimettiamo in moto i nostri camper
in direzione di Vladimir, dove visiteremo il primo dei centri "storici"
del circuito dell'Anello d'Oro.
La
strada presenta le consuete caratteristiche: un asfalto poco scorrevole è
spesso interessato da improvvise buche, avvallamenti, ondulazioni che
finiscono con il conferire una certa instabilità alla marcia dei veicoli.
Osservando bene la carreggiata si vedono chiaramente i segni del cedimento
di alcune parti del substrato, che determinano poi le difficoltà nello
scorrimento veloce: una guida assai "disinvolta" da parte degli autisti
locali (compresi quelli dei camion e dei bus, particolarmente pericolosi
per via delle dimensioni dei loro mezzi) finisce poi con il complicare non
poco le cose…
Raggiungiamo Vladimir e ci poniamo subito il problema
del parcheggio. Infatti nell'unico sorvegliato e disponibile in città non
vi è posto per i nostri mezzi ed allora raggiungiamo un accordo basato
sulla fiducia: noi paghiamo lo stesso il prezzo richiesto e parcheggiamo i
camper all'esterno della rimessa, loro ci garantiscono un controllo visivo
anche di quell'area…
Nonostante tutto, come sempre quando non siamo in
piccoli centri (decisamente più tranquilli) ognuno di noi provvede ad
inserire i propri antifurti e si porta al seguito gli oggetti di maggior
valore, come l'attrezzatura fotografica e l'eventuale computer. Tutto
questo "peso" finisce con il rendere meno agevoli gli spostamenti, ma un
po' di prudenza può essere davvero indispensabile!
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