RUSSIA   2003

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10° giorno

Da Pavloski Possad a Vladimir

Pavloski Possad non rientra certo in alcun circuito turistico internazionale quando, a causa della ristrettezza dei tempi, necessita un programma di visita concentrato solo sulle mete più importanti e note. Pavloski Possad rientra invece spesso nei programmi turistici "interni": questo non per qualche sua particolare bellezza o suggestione architettonica del suo centro, quanto perché qui vi è la sede e il magazzino di vendita di una delle più conosciute ditte russe specializzate da secoli nella produzione di straordinari scialli, lavorati in seta o con raffinati filati di lana.

Questo capo d'abbigliamento svolge a queste latitudini una funzione assai diversa da quella che noi conosciamo: qui si tratta, più che di una moda, di un "vero" strumento per coprirsi dal freddo, "avvolgendovisi" dentro, un po' vestito, un po' copricapo, un po' poncho…

E si può ben dire che non vi è famiglia dove non vi siano uno o più scialli: la loro fattura, la bellezza e la ricchezza dei disegni e delle fantasie, ne hanno fatto un po' il simbolo di un certo mondo. E al loro fascino non resistiamo di certo: in un ambiente d'altri tempi, dove una sola signora si occupa sia di presentare gli scialli, sia d'incassare il corrispettivo economico, facciamo i nostri acquisti…

All'uscita, dopo l'inevitabile serie di confronti tra questo e quello, tra la seta e la lana, rimettiamo in moto i nostri camper in direzione di Vladimir, dove visiteremo il primo dei centri "storici" del circuito dell'Anello d'Oro.

La strada presenta le consuete caratteristiche: un asfalto poco scorrevole è spesso interessato da improvvise buche, avvallamenti, ondulazioni che finiscono con il conferire una certa instabilità alla marcia dei veicoli. Osservando bene la carreggiata si vedono chiaramente i segni del cedimento di alcune parti del substrato, che determinano poi le difficoltà nello scorrimento veloce: una guida assai "disinvolta" da parte degli autisti locali (compresi quelli dei camion e dei bus, particolarmente pericolosi per via delle dimensioni dei loro mezzi) finisce poi con il complicare non poco le cose…

Raggiungiamo Vladimir e ci poniamo subito il problema del parcheggio. Infatti nell'unico sorvegliato e disponibile in città non vi è posto per i nostri mezzi ed allora raggiungiamo un accordo basato sulla fiducia: noi paghiamo lo stesso il prezzo richiesto e parcheggiamo i camper all'esterno della rimessa, loro ci garantiscono un controllo visivo anche di quell'area…

Nonostante tutto, come sempre quando non siamo in piccoli centri (decisamente più tranquilli) ognuno di noi provvede ad inserire i propri antifurti e si porta al seguito gli oggetti di maggior valore, come l'attrezzatura fotografica e l'eventuale computer. Tutto questo "peso" finisce con il rendere meno agevoli gli spostamenti, ma un po' di prudenza può essere davvero indispensabile!

 

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